acquisti costosi calcio età

Gli acquisti più costosi di sempre, in ordine d’età

Curiosità Slider

Il calciomercato è una scienza inesatta. Figlio legittimo di uno sport che nelle sue regole di gioco nulla ha da spartire con contratti, trasferimenti, clausole e atti notarili. Il concetto stesso del calciomercato appartiene a una dimensione strettamente legata agli appassionati di questo sport, che hanno contribuito nel tempo a rendere i trasferimenti dei giocatori un capitolo a sé stante. Durante le sessioni di mercato, che tutti vorremmo non finissero mai, i destini di squadre, calciatori, agenti, tifosi e allenatori si intrecciano e viaggiano su tratte aeree impensabili, riscrivendo ogni anno le nostre certezze e aiutandoci a comprendere che forse siamo molto più legati alle storie di questi uomini piuttosto che al loro rendimento in campo. Dal calciomercato possono nascere storie, speranze e anche atroci delusioni, ma soprattutto possiamo raccontare alcune avventure incredibili. Incrociando il prezzo degli acquisti dei calciatori con la loro età al momento del trasferimento, otteniamo questa particolare lista dei recordman del calciomercato, i più costosi per ogni fascia anagrafica, che potrebbe essere una lista come le altre se non fosse che, per ognuno degli uomini riportati, è possibile raccontare una storia, descrivere un attimo in cui il calcio è cambiato per sempre.


9 anni: Rhain Davis (Brisbane Strikers ⇢ Manchester United)

Quanto deve essere difficile spiegare a un bambino di nove anni che c’è una squadra di calcio che sta dall’altra parte del mondo e che ha deciso di tirare fuori 200.000 euro per vederti giocare a calcio con addosso la sua maglia? Sono 16.510 i chilometri che separano Brisbane, Australia, la città natale del piccolissimo Rhain Davis, da Cheshire, Inghilterra, dove ha sede l’Academy del Manchester United. Nel luglio del 2007 il piccolo giocatore e la sua famiglia li hanno percorsi tutti per mettere una firma sul contratto che avrebbe potuto cambiare per sempre il corso delle cose.

L’esperienza di Davis con il Manchester United è durata sei anni, come previsto dal quell’unico contratto firmato. A soli quattordici anni, complice anche un infortunio ma soprattutto un rendimento che per sua stessa ammissione non è mai stato eccellente, l’accordo non è stato rinnovato e, con nessuna squadra intenzionata a prenderlo, era già giunto il capolinea di questa avventura. Sono storie queste, che solitamente associamo ai veterani, agli esperti ultra-trentenni che devono reinventarsi sul finale di carriera, invece Rhain era un ragazzino che da poco aveva iniziato le scuole superiori e che probabilmente non aveva ancora avuto modo di scegliere se essere un calciatore o no. La sua famiglia ha deciso di rimanere in Inghilterra, per permettergli di terminare gli studi, e nel frattempo ci sono state alcune esperienze minori, la possibilità di giocare con le giovanili australiane e anche una proposta con i Central Coast Mariners. Alla fine non si è fatto nulla e Rhain Davis ha smesso, e oggi conserva solo i ricordi di quella che sembra una vita fa, una vita in cui sognava di essere un calciatore.

10 anni: Vadis Odjidja-Ofoe (Gent ⇢ Anderlecht)

Croazia, Grecia, Polonia, Inghilterra, Germania e Belgio. Sembra il più classico dei tour delle meraviglie europee oppure un normalissimo viaggio di nozze per una coppia di sposi avventurieri, e invece in questo ping-pong di Paesi si nasconde molto di più: sono le tappe che raccontano la vita di un centrocampista che a soli dieci anni faceva già parlare di sé e del suo talento. Vadis Odjidja-Ofoe, belga con passaporto ghanese, nel 1999 è stato venduto all’Anderlecht per 100.000 euro, diventando de facto il giocatore più pagato di sempre tra coloro che sono stati acquistati ad appena dieci anni.

Siamo in una fascia di età ancora delicatissima e per Odjidja-Ofoe, nato a Gent, il trasloco è stato molto più leggero rispetto a tanti altri suoi coetanei nati con le stimmate del predestinato, dovendosi spostare comunque all’interno dei confini del suo Paese. Una carriera onesta e senza tante pretese, ma costellata da molte presenze in campo europeo, alcuni trofei e ben tre gettoni con la nazionale maggiore del Belgio. A 34 anni, oggi, si godrà una nuova avventura con l’Hajduk Spalato, nella speranza di mettere in bacheca un titolo nazionale che al club croato manca da quasi vent’anni. La leggenda del predestinato, del giocatore che avrebbe aiutato a riscrivere il destino del calcio belga, è già ampiamente alle spalle, persa come le speranze della generazione d’oro del Belgio calcistico. Fortunatamente.

11 anni: Rodri (Rayo Majadahonda ⇢ Atlético Madrid)

La storia di Rodri, e di quel magnifico tiro con cui ha deciso la finale di Champions League del 2023 tra il suo Manchester City e l’Inter, parte da lontano, dalla città di Majadahonda. Qui ha sede la squadra di calcio che porta il nome della città, il Rayo Majadahonda, che gioca al Cerro del Espino, un piccolo impianto da 3.000 posti. Sembra assurdo pensare che in questa città di contadini e pastori – Majadahonda deriva dalla crasi tra ‘majada‘ che significa ovile, e ‘hondonada‘ che significa avvallamento – abbiano vissuto e giocato alcuni tra i migliori giocatori dell’epoca contemporanea. Nell’estate 2007 ben tre giovanissimi furono girati dalle giovanili del Rayo alle giovanili dell’Atlético Madrid, probabilmente in base a un accordo di affiliazione: due di questi erano i gemelli Lucas e Theo Hernández, di undici e dieci anni, ufficialmente ceduti a titolo gratuito, mentre il terzo era Rodri, venduto a soli undici anni per 1,5 milioni di euro.

Da quel giorno per il mediano spagnolo è iniziata un’avventura che lo ha portato sul tetto d’Europa e ad affermarsi come uno dei migliori interpreti del nostro tempo. A lanciare Rodri tra i professionisti è stato però, curiosamente, il Villarreal, che nel 2013 lo ha prelevato a titolo gratuito, a 17 anni, salvo poi rivenderlo nuovamente all’Atlético qualche anno dopo. Insomma, i Colchoneros hanno avuto bisogno di farsi convincere due volte da questo ragazzino prodigio, ma la prima è stata sufficiente per scrivere – per il momento – il suo nome negli almanacchi. Un investimento che sembra un azzardo, fruttato poi con la cessione per 70 milioni di euro agli Sky Blues.

12 anni: Lionnel Franck (Valencia ⇢ Real Madrid)

Cosa sappiamo di Lionnel Franck, oltre al fatto che si tratta del dodicenne più pagato di sempre, a seguito del trasferimento al Real Madrid per 375.000 euro? Apparentemente nulla e così sarebbe se ci limitassimo ai primi risultati di Google. Nato a Yaoundé, in Camerun, nel 1989, Lionnel Franck Djimgou Tchoumbou è entrato nelle giovanili del Valencia ad appena dieci anni, dopo un breve passaggio nel Godella, una affiliata giovanile. Trovare informazioni utili su Franck è difficile, ma in questi casi ogni minimo spunto diventa una primizia.

Nel 2001 arriva il momento più importante della sua giovane carriera: il Real Madrid decide di prelevarlo dalle giovanili del Valencia grazie al consiglio dell’osservatore Paco Gòmez, che suggerisce di sfruttare il classico cavillo burocratico di turno: a causa di motivi prettamente legali, Franck non poteva essere registrato come giocatore del Valencia e pertanto, seppur apparentemente di proprietà del club, rimase “parcheggiato” nel Godella, di fatto senza firmare un vero e proprio contratto. Il Real ha così convinto il ragazzo a partecipare con i propri colori al torneo La Espiga, rassegna di calcio giovanile che ha visto transitare negli anni stelle come Iniesta, Torres e Llorente. Franck in campo mette in mostra tutto il proprio repertorio e trascina i suoi alla vittoria finale, grazie a una tripletta nella partita conclusiva proprio contro i suoi ex compagni del Valencia. Implacabile ad appena dodici anni, l’exploit gli vale il titolo di capocannoniere della rassegna, un viaggio a Disneyland Paris e la firma con il Real Madrid.

Nella capitale ci arriva dunque dopo un lunghissimo ed estenuante braccio di ferro legale tra le due società, che non volevano lasciarsi sfuggire il prossimo talento del calcio africano. Ci rimarrà per sette anni, prima di salutare e iniziare, appena diciottenne, il lento declino della sua carriera da calciatore. Dopo una stagione in terza divisione con il Real Madrid C, arrivano lo Xerez, il prestito al San Fernando, poi di nuovo Xerez ma con la seconda squadra, poi Alicante e infine, nel 2010, in Lettonia con l’FC Daugava, mettendo insieme cinque partite e zero reti. Un ultimo passaggio all’ISC Requena, sempre in Spagna e poi basta, è sufficiente: Franck smette a soli 24 anni.

Oggi è tornato a Valencia, città dove tutto è iniziato, ma non cova alcun rimorso. Dalla sua pagina Linkedin, dove espone in bella vista i suoi trascorsi come giocatore del Real, leggiamo la coda di quella che è poi la sua vita: due anni in una azienda di produzione come transportista nel 2016 e poi la carriera di allenatore iniziata nel 2020, con piccole realtà della Comunidad Valenciana.

13 anni: Arda Güler (Gençlerbirliği ⇢ Fenerbahçe)

La next big thing del calcio turco è un trequartista di Ankara, che nel 2019 ad appena tredici anni impressionò abbastanza i dirigenti del Fenerbahçe, che scucirono 2.5 milioni di euro per acquistarlo. Se consideriamo che meno di quattro anni dopo il ragazzo è stato venduto al Real Madrid per 20 milioni più bonus e una percentuale sulla futura rivendita, è facile capire la portata di quell’investimento da parte del Fener, che sembra assurdo per un ragazzino così piccolo. Cresciuto da tifoso dei Canarini Gialli, con il mito del centrocampista brasiliano Alex, Güler è l’ennesimo, stucchevole e noioso “nuovo Messi”, un ritornello così ridondante che ha convinto il Barcellona ad interessarsi al ragazzo.

Le condizioni di base però ci sono tutte: nella vittoria per 2-0 sulla Dinamo Kiev, durante l’Europa League 2022/2023, con un gol e un assist Güler ha battuto il precedente record di Jude Bellingham in quanto giocatore più giovane a segnare almeno un gol e fornire almeno un assist nella stessa partita della competizione – e curiosamente, si sono trasferiti nella stessa estate al Real. Per lui fanno il tifo proprio tutti: da Mesut Özil, che gli ha ceduto la dieci del Fenerbahçe, al presidente turco Recep Erdoğan, che non si è perso in convenevoli ed ha posato per alcune foto col ragazzo prima ancora del suo trasferimento in Spagna. E ora cosa succederà? La tradizione calcistica della Turchia ha assicurato al calcio tanti trequartisti di primo livello: Çalhanoğlu è uno di questi, ma anche Yıldıray Baştürk, Nuri Şahin e il già citato Özil hanno fatto bene in quel ruolo. È però importante essere prudenti, poiché la linea che separa i giocatori appena nominati da Salih Uçan è molto più sottile di quanto si possa immaginare.

14 anni: Sheyi Ojo (MK Dons ⇢ Liverpool)

Acquistato dal Liverpool per 2,5 milioni di euro, il ragazzo inglese di origine nigeriana ha definitivamente mollato i Reds nel luglio 2022, con non poco rammarico. Non sono bastati i sette prestiti a sette squadre diverse e meno utili sono stati i tredici scampoli di partita disputati con la prima squadra, tra l’altro ben conditi da un gol e quattro assist. Se è vero che il suo nome di battesimo, Babajide, si traduce in ‘Father has returned‘, il suo trasferimento a zero al Cardiff City, rappresenta esattamente un ritorno, dopo il prestito della stagione 2020/2021. Eppure i risultati tardano ad arrivare, il Cardiff rimane invischiato nei bassifondi della Championship inglese e l’ala ex Liverpool non riesce nemmeno ad essere stabilmente titolare. Il mercato estivo però ha portato in dote la leggenda gallese Aaron Ramsey, che col suo lungo girovagare tra Inghilterra, Italia, Scozia e Francia ha tanto da insegnare dentro e fuori dal campo. Speriamo possa servire.

15 anni: Fran Mérida (Barcellona ⇢ Arsenal)

Il trasferimento di Mérida, pagato 3,2 milioni di euro nel 2007, arrivava in coda agli acquisti di Almunia, Reyes e Fabregas, con il chiaro obiettivo di pescare a piene mani da quella generazione d’oro spagnola che a livello giovanile stava impressionando chiunque, producendo grandi occasioni e terribili abbagli. Il suo passaggio ai Gunners però è stato oltremodo iconico perché, a conti fatti, è stato lo stesso Mérida a “pagare” il suo cartellino. Il procuratore Joseba Diaz, con una passione per gli escamotage legali, ha tentato di portare via il ragazzo dal Barcellona senza che la società intavolasse una trattativa per venderlo, poiché il ragazzo non aveva mai firmato alcun contratto con la squadra. Sembra una storia già sentita, e infatti lo è davvero. Ciò accadeva perché nel 2007 le società spagnole potevano offrire contratti professionistici solo ai maggiorenni, creando una zona grigia dove procuratori e grossi club provavano a fare la voce grossa.

È andata male comunque: il tribunale di Madrid lo ha giudicato colpevole, il suo caso ha creato un precedente legale che, una volta risolto, ha arginato la fuga di giovani talenti spagnoli e il ragazzo ha dovuto versare 3,2 milioni di euro alla sua ex squadra, che rappresentano, di fatto, il costo del suo cartellino. Ma Mérida non si è arreso: dopo una carriera di medio livello, con anche una Supercoppa Europea vinta con l’Atlético Madrid, oggi, a 33 anni, gioca per i Tianjin Jinmen Tiger, squadra della Chinese Super League di cui è titolare inamovibile.

16 anni: Pietro Pellegri (Genoa ⇢ Monaco)

Pellegri non è solamente il sedicenne più pagato di sempre, per un totale di 20,9 milioni di euro: nel 2017 è stato il primo giocatore nato nel XXI secolo a segnare in uno dei Top 5 campionati europei; è stato anche il più giovane giocatore a esordire nel campionato italiano, battuto nel 2021 da Wisdom Amey del Bologna; è il terzo più giovane marcatore di sempre della Serie A e anche il più giovane ad aver realizzato una doppietta. Probabilmente è anche il più giovane giocatore di sempre ad aver subito così tanti infortuni alla sua età: fino al termine della stagione 2022/2023 sono 126 le partite da professionista saltate in appena sei anni.

Solo in Francia, nel Monaco che aveva creduto così tanto nel suo talento, ha saltato l’incredibile numero di 99 partite in 4 stagioni, tra problemi inguinali, lombari e infortuni alla coscia che, a vario titolo, ne hanno oscurato il talento. Nel 2022 è stato acquistato definitivamente dal Torino, ricongiungendosi così a suo padre Marco, team manager della squadra, ma a 22 anni la strada verso la consacrazione sembra ancora lunga e tortuosa.