Apertura 2008

Il finale di campionato più folle di sempre

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Fermatevi per un attimo a pensare e riflettete su una domanda ben specifica: qual è il finale di campionato più imprevedibile che ricordate? Possono venire in mente tornei decisi all’ultimo istante o trionfi impediti da upset inattesi, ma qualunque sia la vostra risposta, sappiate che non potrà mai reggere il confronto con il finale del campionato di Apertura della stagione 2008/2009.

Siamo in Argentina, dove la Primera División è suddivisa in due tornei – per l’appunto, Apertura e Clausura. Nell’ultima giornata del 14 dicembre 2008 le tre pretendenti al titolo Boca Juniors, Tigre e San Lorenzo vincono i rispettivi incontri e terminano incredibilmente prime a pari punti. In un campionato già ricco di emozioni, che vede tra le altre cose il River Plate di Diego Simeone finire all’ultimo posto da campione uscente, ad aggiungere ancora più pathos ci pensa la formula di assegnazione del titolo: viene infatti messa da parte sia la differenza reti – che avrebbe assegnato la vittoria al San Lorenzo –, sia la classifica avulsa – che avrebbe dato ragione il Tigre – in favore di un triangolare da disputare tutto d’un fiato.

Dal 17 al 23 dicembre, tre gare secche in sei giorni di fuoco nella settimana che precede il Natale: anche per un Paese calcisticamente folle come l’Argentina, l’evento raggiunse picchi di locura mai visti prima.


Il percorso delle tre squadre

Le tre formazioni che arrivano a giocarsi il titolo, in questo peculiare triangolare di fine anno, vengono da momenti di forma fisica e mentale completamente diversi tra loro.

Forse non è la versione più memorabile di sempre del Boca, ma leggere i nomi presenti nella rosa xeneize fa una certa impressione: a partire dalle future conoscenze del calcio italiano Gabriel Paletta, Facundo Roncaglia, Jesús Dátolo e Rodrigo Palacio, passando per le promesse Lucas Viatri e Nico Gaitán, fino ad arrivare al faro Juan Román Riquelme. La compagine gialloblu, reduce dalla vittoria in Copa Libertadores dell’anno precedente, apre il campionato alla grande con 4 vittorie consecutive. Poi, di colpo, la squadra di Carlos Ischia dimentica come si vince: 2 pareggi e ben 3 sconfitte fanno sprofondare il Boca al sesto posto. La sliding door della stagione arriva alla decima di campionato, quando i 60.000 del Monumental assistono ad un Superclásico atipico, che vede il River del Cholo Simeone penultimo in classifica soccombere alla testata di Viatri su pennellata di Riquelme, nonostante gli ospiti giocassero con l’uomo in meno dal 52′ per l’ingenua espulsione di Hugo Ibarra. Quella è benzina per il Boca, che inanella 8 vittorie nelle ultime 10 trascinato dai 7 gol e 4 assist in campionato di Lucas Viatri, chiamato a fare le veci di un Martín Palermo ai box per la rottura del legamento crociato.

Chi invece è trascinato dalla coppia gol composta da Martín Morel (13) e Carlos Luna (7) è il Tigre, che trova la vittoria sia contro il San Lorenzo alla prima di campionato che contro il Boca – un clamoroso 2-3 alla Bombonera – alla settima giornata. A rovinare la festa dei rossoblù ci pensa però un pessimo mese di novembre: la formazione di Diego Cagna perde contro l’Argentinos Juniors diciassettesimo e l’Estudiantes di un Juan Sebastián Verón in grande spolvero, mentre al 93’ si fa riacciuffare sul 2-2 dal Colón perdendo punti pesantissimi. Le vittorie finali contro River, Rosario Central e Banfield tengono comunque in vita il sogno di ottenere il primo storico trionfo in campionato della centenaria storia rossoblù.

Nonostante la miglior differenza reti tra le tre compagini in lotta per il titolo, il San Lorenzo è forse la squadra che ne esce peggio tra le contendenti. Il club dei futuri catanesi Pablo Barrientos e Gonzalo Bergessio è in vetta a metà campionato: dopo 10 giornate ha ben 25 punti ed è a +5 dal Tigre e addirittura +8 dal Boca. Da quel momento in poi, però, scialacqua completamente il proprio vantaggio, gettando alle ortiche la possibilità di vincere il secondo campionato consecutivo dopo la Clausura 2007.


La semana de la verdad

Un simile epilogo in Argentina era già accaduto, precisamente durante il Campeonato Nacional del 1968, con il Véléz Sársfield che si impose su River Plate e Racing Club. Quarant’anni dopo, inebriati da un’atmosfera pesante, in cui a farla da padrone sono l’ansia di doversi giocare tutto nel giro di una settimana e la smania di vincere uno dei tornei più accesi e combattuti della storia del fútbol argentino, a dare il via al triangolare ci sono Tigre e San Lorenzo, nella cornice dell’Estadio José Amalfitani di Buenos Aires.

È difficile restituire le emozioni che tifosi, calciatori e allenatori possono aver provato nei tre scontri scudetto che hanno infiammato la settimana pre-Natale 2008. Come un ammasso di materia oscura, tra Avellaneda e Buenos Aires nel raggio di 21 km si concentrano speranza, tensione e stress che coinvolgono milioni di persone.

A coltivare il sogno inizialmente è il San Lorenzo, che dopo 18 minuti, sul cross basso dell’ex Inter Solari, trova il vantaggio con il Pitu Barrientos, che anticipa il portiere e fa esplodere di gioia i tifosi rossoblù. Il Tigre non dà segnali di vita e accusa il colpo, tanto che appena 120 secondi dopo arriva il raddoppio del Ciclón con Bergessio, che sfrutta il traversone perfetto dello stesso Barrientos per siglare il settimo gol della sua Apertura 2008. Il Tigre accorcia al 76’ con Lázzaro – sì, l’ex Salernitana – ma non basta, il San Lorenzo porta a casa la prima vittoria e ha la grande occasione di chiudere i discorsi già nella sfida successiva, contro il Boca.

Nel ribollente Cilindro di Avellaneda, San Lorenzo e Boca si studiano ma non sfondano nel primo tempo, almeno fino al lungo recupero di 7 minuti, durante il quale gli xeinezes, dagli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Riquelme, trovano il vantaggio con il colpo di testa di Viatri. L’ennesimo colpo di scena arriva all’ora di gioco, quando Menzegues al limite dell’area riesce a servire Santiago Solari, che calcia di prima intenzione in maniera poco pericolosa, ma García non trattiene e permette il pareggio del San Lorenzo. Galvanizzati dal gol, gli azulgrana decidono di attaccare e provare il colpaccio, ma nel farlo si scoprono eccessivamente: al 75’, da un calcio d’angolo a favore, nasce un contropiede perfetto del Boca, con Datolo che raccoglie il lancio di García e serve con una gran palla Riquelme, che a sua volta trova di prima un glaciale Rodrigo Palacio, per il sorpasso Boca. Di tratto il San Lorenzo si scioglie, facendosi travolgere dalla pressione e dal nervosismo e rimanendo in 9 per via delle espulsioni prima di Aguirre e poi di Bergessio. Nel recupero del secondo tempo gli azul y oro chiudono definitivamente la partita: sponda di testa di Viatri per Cristian Chávez, che finta col destro e calcia col mancino al limite dell’area per l’1-3 finale. E non è un gol di poco conto, poiché la rete subita a 50 secondi dalla fine esclude definitivamente il San Lorenzo dalla corsa al titolo, a causa della differenza reti. Il 23 dicembre si decide tutto: al Boca basta il pareggio, mentre il Tigre può ancora laurearsi campione vincendo con due gol di scarto.

I gol al minuto 50:30, 01:11:30, 01:27:30 e 01:43:15

Orfano di capitan Riquelme squalificato, il Boca tenta comunque di fare la partita, ma non riesce mai davvero a mettere in difficoltà la porta difesa da Luis Ardente. La gara è estremamente tesa, e viene sbloccata solo alla metà del secondo tempo, precisamente al minuto 77, quando il cross di Matías Giménez sembra diretto tra le braccia di García, ma l’estremo difensore gialloblù si rende ancora una volta protagonista in negativo: troppo lento nell’uscita, si fa anticipare da Leandro Lázzaro, che incorna di testa per il vantaggio Tigre. Il Boca soffre e sente la pressione, Palacio si fa espellere per proteste e il Tigre si riversa in attacco, ma per Ayala – che sostituisce un García a dir poco tramortito dai propri errori – non ci sono pericoli.

In un contesto fuori dal comune, il verdetto pronunciato dall’Apertura 2008 non può che essere folle. Tutte e tre le contendenti al titolo terminano ancora una volta a pari punti, ma per merito di quella apparentemente inutile rete allo scadere contro il San Lorenzo, risultata poi decisiva per la differenza reti, il Boca Juniors è campione d’Argentina per la ventinovesima volta nella propria storia. Il San Lorenzo si rifarà nel 2013, trascinato da Ignacio Piatti, con il Torneo Inicial, mentre il Tigre aspetta ancora oggi di vincere un titolo a cui mai come quella volta era andato vicino.


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