Il calciomercato estivo è spesso un palcoscenico di annunci altisonanti, trattative complesse e cifre da capogiro. Alcuni trasferimenti, pur muovendo somme importanti, vanno letti oltre il semplice valore economico, in quanto rappresentano veri e propri manifesti programmatici per il futuro di un club. L’acquisto di Ange-Yoan Bonny da parte dell’Inter, proveniente dal Parma per una cifra complessiva di circa 26 milioni di euro tra parte fissa e bonus, rientra a pieno titolo in questa categoria. Un’operazione meritevole di un’analisi dettagliata che ne svisceri ogni implicazione.
Che giocatore è davvero Bonny?
A un primo sguardo, la figura imponente di Ange-Yoan Bonny potrebbe trarre in inganno, portando a etichettarlo frettolosamente come il classico centravanti fisico, un “ariete” d’area di rigore. Un’analisi più attenta, tuttavia, svela un profilo ben più complesso e versatile. Bonny è un calciatore che, pur impressionando per le sue doti fisiche, abbina a queste una cifra tecnica più che valida.
La sua natura tattica è più quella di una seconda punta – come ha giocato proprio con Chivu, a Parma, accanto a Pellegrino –, un attaccante di supporto, piuttosto che un finalizzatore puro. Il suo percorso di maturazione, specialmente dal punto di vista realizzativo, ha ancora ampi margini di miglioramento, come dimostrano i 6 gol segnati nell’ultima stagione, ma va calibrato a questo aspetto, oltre che a quello dell’età. Nonostante ciò, le reti realizzate sono state spesso di pregevole fattura e hanno dimostrato una notevole padronanza tecnica.
Questa percezione è ulteriormente avvalorata dai dati sui dribbling – 36 riusciti in questa Serie A –, che lo pongono alla pari di specialisti come Ademola Lookman e Dan Ndoye, a testimonianza della sua capacità di creare superiorità numerica saltando l’uomo. È un giocatore, quindi, che non si limita a occupare l’area, ma partecipa attivamente alla manovra, lega il gioco e apre spazi per i compagni, caratteristiche che lo rendono complementare e non un semplice doppione degli attaccanti già in rosa.
L’arrivo di Bonny garantisce all’attacco nerazzurro una profondità e una varietà di caratteristiche notevole. Una flessibilità che permetterà di gestire al meglio una stagione che si preannuncia lunga e dispendiosa, con l’Inter nuovamente impegnata su quattro fronti – Serie A, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Champions League.
Troppo costoso?
Una delle critiche più comuni mosse a questa operazione riguarda l’elevato costo del cartellino. Ma anche qui, un’analisi più approfondita può ribaltare completamente questa prospettiva. Il ragionamento non deve fermarsi alla cifra spesa, ma deve considerare l’impatto annuale sul bilancio del club.
Bonny sostituirà numericamente Marko Arnautović nella rosa. L’attaccante austriaco, acquistato a 35 anni, pesava sul bilancio dell’Inter per circa 10 milioni di euro annui, tra l’ammortamento del suo cartellino – pagato circa 10,9 milioni al Bologna – e un ingaggio lordo considerevole – 4,5 milioni.
Nel caso di Bonny, l’operazione è strutturata in modo molto più vantaggioso. I 23 milioni di euro del cartellino verranno spalmati su un contratto quinquennale, risultando in una quota di ammortamento inferiore ai 5 milioni di euro all’anno. A questa cifra si aggiungerà un ingaggio che, secondo le indiscrezioni, si attesterà intorno ai 2 milioni di euro netti a stagione. Il costo totale annuo di Bonny sul bilancio dell’Inter sarà quindi di circa 8-9 milioni di euro. Paradossalmente, i nerazzurri, pur spendendo 23 milioni di euro per il cartellino, riduce sia il monte ingaggi che i costi annuali della rosa.
A questo si aggiunge un fattore cruciale: Bonny è un talento di 21 anni. Se dovesse rendere secondo le aspettative, il suo valore di mercato esploderebbe, generando una potenziale, enorme plusvalenza. Ma anche in caso di rendimento inferiore alle attese, la giovane età garantisce quasi certamente la possibilità di rivenderlo senza subire una minusvalenza. Questa operazione, quindi, non solo è sostenibile nell’immediato, ma è anche una mossa finanziariamente intelligente e lungimirante.
Cambio di strategia?
L’acquisto di Bonny si pone in netta controtendenza rispetto alla filosofia di mercato adottata dall’Inter negli ultimi anni. La società nerazzurra, spesso per necessità economiche e per la ricerca di risultati immediati, ha puntato con frequenza sul cosiddetto “usato garantito”: giocatori esperti, quasi sempre in là con gli anni, in grado di offrire un rendimento immediato ma con scarso o nullo valore patrimoniale futuro.
L’operazione Bonny segnala la volontà di un rinnovamento. L’Inter, reduce da un grande ciclo ma con diversi interpreti chiave avanti con l’età, sembra aver compreso la necessità di “svecchiare” la rosa. Bonny (21 anni) è il terzo acquisto dei nerazzurri, dopo Petar Sučić (21) e Luis Henrique (23), ai quali vanno aggiunti le possibili permanenza dei giovani tornati dai prestiti, su tutti Pio Esposito (20). È evidente che l’Inter stia guardando – finalmente – al futuro, alla costruzione di un patrimonio tecnico ed economico che possa garantire sostenibilità e competitività negli anni a venire.
Questo aspetto, però, dovrà trovare conferma anche sul mercato in uscita, dove le operazioni appaiono finora più lente e conservative. Considerata anche la necessità di smaltire le tossine accumulate dopo una stagione estremamente dispendiosa, chiusa senza trofei e con una batosta difficile da dimenticare, la strada da intraprendere sembra quella di voltare pagina con i giocatori più esperti e aprire un nuovo ciclo con Cristian Chivu alla guida, che ha già dimostrato di saper lavorare bene con i giovani sia nella Primavera dell’Inter che a Parma, e che su Bonny, in particolare, avrà certamente espresso un parere positivo.
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