Camarda Lecce

Cosa dobbiamo aspettarci da Francesco Camarda al Lecce?

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Il mondo del calcio italiano è in fermento per una delle operazioni di mercato più intriganti di questa sessione estiva: il passaggio di Francesco Camarda al Lecce. Il ragazzo di 17 anni, considerato uno dei più grandi talenti del calcio giovanile europeo, si trasferisce in Salento in prestito con diritto di riscatto, ma il Milan si preserva la possibilità del controriscatto. Analizziamo nel dettaglio i contorni di questa operazione, sviscerando le ragioni tecniche, tattiche ed economiche che la rendono una scommessa tanto affascinante quanto potenzialmente funzionale.


Una formula intelligente

Il primo aspetto da analizzare è la struttura stessa del trasferimento. Camarda non andrà al Lecce in prestito secco, come molti potevano pensare. Come detto, l’accordo prevede un prestito con diritto di riscatto a favore del club salentino e un’opzione di controriscatto per il Milan. Questa formula, a prima vista macchinosa e poco sensata, mira in realtà a massimizzare i benefici per tutti.

Un prestito secco, infatti, avrebbe comportato un rischio enorme per il Milan e per il giocatore. Una squadra come il Lecce, in lotta per la salvezza, avrebbe avuto scarso incentivo a concedere minuti preziosi a un giocatore di proprietà altrui, preferendo valorizzare atleti su cui detiene un controllo a lungo termine. Il rischio di un – altro – anno buttato era concreto.

Con questa struttura, invece, il Lecce ha la possibilità, in caso di exploit del giocatore, di esercitare il diritto di riscatto, assicurandosi un talento di primissimo livello o, più realisticamente, garantendosi una plusvalenza economica nel momento in cui il Milan eserciterà il suo controriscatto. Questo meccanismo incentiva il club giallorosso a far giocare il ragazzo e a dargli un ruolo importante nel progetto tecnico. Per il Milan, la clausola di controriscatto è una polizza di assicurazione fondamentale: permette di monitorare la crescita del giocatore in un campionato competitivo come la Serie A, senza perderne il controllo definitivo. In sostanza, il Milan “paga” il Lecce per fare ciò che in casa rossonera, nella scorsa stagione, non è riuscito a fare: gestire e valorizzare il proprio talento con continuità.

La decisione del Milan di strutturare l’operazione in questo modo deriva direttamente dalle difficoltà incontrate nella gestione di Camarda durante la stagione appena conclusa. Il ragazzo è stato sballottato tra prima squadra e Milan Futuro, tra Serie A e Serie C. Questa mancanza di continuità è stata deleteria. Un giovane talento ha bisogno di un percorso chiaro e di un ambiente stabile per crescere, passare continuamente da un gruppo all’altro, con metodologie di allenamento e livelli di competizione diversi, ha reso la stagione di Camarda frammentaria e confusionaria.

L’operazione con il Lecce è la risposta a questa problematica. Il Milan riconosce la necessità per Camarda di misurarsi con il calcio dei grandi in modo continuativo, e mandarlo in una piazza come Lecce, con una formula che incentiva il suo utilizzo, è la strategia migliore per accelerarne la maturazione. Il club rossonero, in questo modo, non solo spera di veder crescere il valore tecnico del giocatore, ma lo mette anche alla prova dal punto di vista caratteriale, lontano dall’ambiente protetto di Milanello. È un test cruciale, e il Milan ha scelto con cura le condizioni per farlo svolgere al meglio.


L’ambiente giusto per esplodere

Se l’operazione è intelligente per i club, lo è ancora di più per Camarda stesso. La scelta di Lecce sembra essere corretta per una serie di motivi. In primis, il tecnico: Eusebio Di Francesco. L’allenatore abruzzese ha una storia consolidata nella valorizzazione dei giovani talenti. Gli esempi sono numerosi e di altissimo profilo, ma quelli più rinomati sono stati Domenico Berardi, Nicolò Zaniolo e Matias Soulé.

Di Francesco ha dimostrato di avere il coraggio di lanciare i giovani, di dar loro fiducia e di costruire il gioco attorno alle loro qualità. Questo è esattamente ciò di cui Camarda ha bisogno: un mentore che non abbia paura di scommettere su di lui e che sappia come inserirlo in un contesto tattico funzionale, in modo da renderlo utile alla cause e adatto alla Serie A fin da subito.

In molti mettono in dubbio che questo possa succedere poiché, numericamente, la stagione di Camarda in Serie C non è stata esaltante. È vero che il ragazzino ha segnato “soltanto” 5 gol, ma questi numeri, come tutti i dati, vanno contestualizzati. Camarda ha giocato in una squadra disfunzionale – che alla fine è retrocessa in Serie D – e senza la continuità necessaria, e questo non è un fattore trascurabile. Nonostante ciò, la sua media-gol – una rete ogni 227 minuti – è migliore di quella dello stesso Krstović – un gol ogni 263 minuti. Chiaramente il paragone tra campionati diversi va preso con le pinze, ma serve a dare una dimensione del potenziale realizzativo del ragazzo, anche in un contesto difficile.

Ma al di là dei numeri, ciò che impressiona di Camarda è il suo talento puro e la sua personalità. Ha dimostrato di possedere il fiuto del gol tipico del centravanti d’area, ma anche caratteristiche da attaccante moderno. Inoltre, nei pochi spezzoni giocati in prima squadra, non ha mai mostrato timore reverenziale. Ogni ingresso a San Siro, in un momento delicato per il Milan, è stato affrontato con una sicurezza da veterano. Questa forza mentale sarà fondamentale per affrontare le pressioni di una piazza calda come Lecce e le difficoltà di una lotta per la salvezza. È un giocatore che non si nasconde, che cerca la giocata e che ha le spalle larghe per reggere il peso delle aspettative.


Chi deve prendere il Lecce per affiancare Camarda?

I giallorossi avevano la necessità di intervenire sul reparto offensivo a prescindere dalla probabile cessione di Krstović. Camarda arriva a Lecce per colmare un vuoto, ma non dovrà, e non potrà, essere l’unica soluzione. La sua presenza garantisce un’opzione di altissimo potenziale e dà al Lecce la possibilità di costruire un attacco versatile, ma affiancargli una punta di esperienza è obbligatorio. Nonostante tutto quello di positivo che abbiamo detto, infatti, è fondamentale che il Lecce si tuteli: comprare la classica scommessa – spezzo azzeccata, c’è da dirlo – tipica del mercato corviniano potrebbe essere un errore fatale.

Uno dei profili che il Lecce potrebbe attaccare è quello di Andrea Pinamonti, che non verrà riscattato dal Genoa e tornerà al Sassuolo. Il giocatore, reduce da un’altra stagione in doppia cifra in Serie A, pare sia comunque in uscita, e non dovrebbe essere un problema per i salentini fare un’operazione simile a quella che lo ha portato in rossoblù questa estate, visti gli introiti eventuali della cessione della punta montenegrina. L’ostacolo principale è l’ingaggio elevato (2,4 milioni netti), fuori dai parametri del Lecce.

In uscita dal Napoli, un altro giocatore importante potrebbe essere Giovanni Simeone. L’argentino ha voglia di rilanciarsi e di giocare con continuità. Ha un ingaggio più accessibile – 1,8 milioni, ma potrebbe comunque pretendere qualcosa in meno – e, immaginiamo, la volontà di accettare un progetto che lo veda di nuovo protagonista.

Una soluzione realistica, low-cost e funzionale potrebbe essere quella di M’Bala Nzola, esubero della Fiorentina, non riscattato per motivi comportamentali dal Lens. L’angolano è un profilo più rischioso rispetto ai due precedenti, ma ha già dimostrato di poter essere decisivo per squadre che lottano per la salvezza, come visto allo Spezia.


Un’operazione che accontenta tutti

Il trasferimento di Francesco Camarda al Lecce è un’operazione che, sulla carta, accontenta tutti. Il Milan si assicura che il suo talentino possa crescere in un ambiente ideale, mantenendo il controllo sul suo futuro. Il Lecce porta a casa un potenziale grande giocatore a condizioni favorevoli, con la possibilità di un guadagno economico e tecnico. Camarda ottiene ciò di cui ha più bisogno: la possibilità di giocare, di sbagliare e di crescere in Serie A.

L’anno che verrà sarà un banco di prova fondamentale. Camarda dovrà dimostrare di poter tradurre il suo immenso talento giovanile in prestazioni concrete nel calcio che conta. Sarà una stagione di sfide, di pressioni e di grandi opportunità, pur tenendo in mente l’età del ragazzo, che andrà comunque aspettato e tutelato di fronte a delle normalissime difficoltà a cui potrebbe andare incontro. Se le premesse verranno rispettate, potremmo però trovarci di fronte ai primi veri bagliori di una nuova stella del calcio italiano, ma questo ce lo dirà soltanto il tempo.

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