Giappone

Cosa aspettarsi dal Giappone a Qatar 2022?

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Lo scorso 24 marzo, con una doppietta di Kaoru Mitoma, talentino del Brighton in prestito all’Union Saint-Gilloise, il Giappone ha battuto l’Australia a Sydney nei minuti finali, qualificandosi matematicamente per la settima edizione consecutiva ai Mondiali di calcio.


La conquista di Qatar 2022

Nonostante un avvio poco incoraggiante, la compagine allenata da Hajime Moriyasu è riuscita a ribaltare una terza posizione in classifica che vedeva quasi qualificate Australia e Arabia Saudita. Il Giappone, infatti, ha cominciato questo percorso di qualificazione ai Mondiali con una sconfitta in casa contro l’Oman e una in Arabia Saudita, alternate a vittorie di misura con un gioco poco brillante – aspetto che era invece stato un punto di forza al Mondiale in Russia, con Akira Nishino CT – causando dunque copiose critiche da parte di tifosi e stampa, anche e soprattutto per scelte legate a convocazioni e formazioni spesso oggettivamente discutibili.

Moriyasu, infatti, ha sovente mostrato un certo feeling con calciatori d’esperienza come Shō Sasaki, Yūya Ōsako e Gaku Shibasaki, preferendoli a giovani impegnati in campionati europei come Daichi Kamada, titolarissimo all’Eintracht Frankfurt, Ritsu Dōan, esterno del PSV Eindhoven, Takefusa Kubo, stella del Real Madrid ora in prestito al Mallorca e Yōsuke Ideguchi, Kyōgo Furuhashi, Reo Hatate e Daizen Maeda, ora tutti in forza al Celtic grazie al loro alto potenziale.

C’è da dire, però, che l’ex allenatore del Sanfrecce Hiroshima ha dovuto fare i conti con un cambio generazionale importante, che ha visto salutare la nazionale giocatori come Hotaru Yamaguchi, Takashi Inui, Gōtoku Sakai ma soprattutto il capitano Makoto Hasebe, le stelle europee Keisuke Honda e Shinji Kagawa e il bomber Shinji Okazaki.

Nonostante queste difficoltà, però, i Samurai Blue sono riusciti a conquistare un secondo posto nel girone – a -1 dai sauditi – e l’ennesima qualificazione al Mondiale, competizione in cui i nipponici hanno spesso sorpreso, soprattutto nelle ultime edizioni.

Il Giappone ai Mondiali

Sorvolando sulla spedizione in Brasile, in cui il Giappone arrivò terzo nel girone con un solo punto guadagnato, di ottima levatura sono state le avventure mondiali in Sudafrica e in Russia.

Nel 2010, infatti, la Nazionale del Sol Levante allenata da Takeshi Okada superò un ostico girone formato da Olanda, poi finalista, Danimarca e Camerun, arrivando secondi con una squadra ben messa in campo e con un alto tasso di fantasia grazie alle qualità di Yasuhito Endō, per molti il miglior calciatore giapponese degli ultimi vent’anni, Daisuke Matsui e il già citato Honda, venendo eliminati solo ai calci di rigore dal Paraguay agli ottavi di finale.

Molti ricorderanno con piacere la partita dei gironi giocata contro la Danimarca di Jon Dahl Tomasson, vinta per 3-1 con due bellissimi gol su punizione messi a segno da Honda ed Endō.

Nel 2018, invece, i giapponesi superano di nuovo il girone da secondi, questa volta dietro alla Colombia e ai danni di Polonia e Senegal, grazie al gioco divertente e dinamico di Nishino e a calciatori come Ōsako, Inui e Genki Haraguchi, ed escono ancora una volta agli ottavi, battuti dal Belgio – classificatosi poi terzo – per 3-2 in maniera rocambolesca, essendo passati meritatamente in vantaggio prima della rimonta finale.

In Russia i nipponici sono stati esemplari anche dal punto di vista della sportività, della civiltà e del fair play. Dopo l’eliminazione, prima di lasciare lo stadio, hanno pulito e messo in ordine alla perfezione lo spogliatoio della Rostov Arena, lasciando un biglietto di ringraziamento in russo.

L’ascesa del calcio in Giappone

Il calcio, in Giappone, è stato praticato in maniera amatoriale fino al 1992, anno in cui la Japan Football Association ha deciso di creare un campionato professionistico – la J. League, la cui prima edizione ha preso il via nel 1993 – e di investire in uno sport prima ritenuto meno importante e di secondo piano. La progressiva diffusione e crescita del calcio avvenne da un lato grazie all’aiuto della televisione nazionale che trasmise i match, dall’altro grazie ad una ristrutturazione massiccia degli impianti sportivi, che portarono il Giappone ad essere un polo attrattivo anche per calciatori europei a fine carriera o allenatori in cerca di esperienze diverse, tanto da ospitare con la Corea del Sud il Mondiale del 2002.

Si pensi infatti alla stagione di Wenger sulla panchina del Nagoya Grampus – fino allo scorso anno allenati dall’italiano Ficcadenti –, a Zico, giocatore e allenatore del Kashima Antlers – e poi CT della nazionale dal 2002 al 2006 –, ai gol di Totò Schillaci in forza al Júbilo Iwata e alle recenti esperienze di Andrés Iniesta, Fernando Torres, Diego Forlán e David Villa.

Il punto più alto raggiunto fino ad ora da una squadra giapponese è la finale del Mondiale per Club del 2016 disputata dal Kashima Antlers contro il grande Real Madrid di Gareth Bale, Cristiano Ronaldo e Karim Benzema, finita poi 4-2 per le Merengues.


I convocati di Moriyasu

Hajime Moriyasu, il primo di novembre, ha diramato le convocazioni del Giappone per i Mondiali in Qatar. Analizziamo i calciatori nipponici scelti dal CT, e come potrebbero scendere in campo.

Portieri: Daniel Schmidt (St. Truiden – Belgio), Shūichi Gonda (Shimizu S-Pulse – Giappone), Eiji Kawashima (Strasburgo – Francia).

Moriyasu si affida a Schmidt, che oggi sta facendo molto bene al Sint-Truiden in Belgio, per difendere i pali della Nazionale, all’esperienza e affidabilità di Kawashima, oggi secondo portiere dello Strasburgo e importante uomo spogliatoio, e a Gonda, terzo storico di questa compagine, ma stavolta pronto a contendere il posto da titolare a Schmidt.

Difensori: Yuto Nagatomo (FC Tokyo – Giappone), Hiroki Sakai (Urawa Reds – Giappone), Miki Yamane (Kawasaki Frontale – Giappone), Maya Yoshida (Schalke 04 – Germania), Kō Itakura (Borussia Mönchengladbach – Germania), Takehiro Tomiyasu (Arsenal – Inghilterra), Shōgo Taniguchi (Kawasaki Frontale – Giappone), Hiroki Itō (Stoccarda – Germania).

Molta Serie A nel pacchetto difensivo titolare. I terzini di questa squadra sono gli esperti Sakai e Nagatomo. Il primo, ex Marsiglia e Hannover, è tornato in patria all’Urawa, mentre il secondo, ex Cesena e Inter, oggi in forza all’FC Tokyo, è uno dei senatori di questa squadra e si appresta a giocare il suo quarto mondiale consecutivo. I centrali saranno Yoshida, capitano, leggenda della Nazionale ed ex blucerchiato, e Tomiyasu, vecchia conoscenza del Bologna e oggi all’Arsenal, dove è diventato un punto fermo e si è affermato come uno dei migliori difensori della Premier. Partono dalla panchina i centrali Yamane, buon piede e fisico importante, Itakura, tra i protagonisti della promozione dello Schalke, oggi al Mönchengladbach, e Taniguchi, trentunenne capitano del Kawasaki Frontale, calciatore molto duttile, affidabile e intelligente. Più indietro il classe ’99 Hiroki Itō, terzino dello Stoccarda.

Centrocampisti: Gaku Shibasaki (Leganes – Spagna), Wataru Endō (Stoccarda – Germania), Hidemasa Morita (Sporting Lisbona – Portogallo), Ao Tanaka (Fortuna Düsseldorf – Germania), Jun’ya Itō (Reims – Francia), Ritsu Dōan (Friburgo – Germania), Daichi Kamada (Eintracht Francoforte – Germania), Yūki Sōma (Nagoya Grampus – Giappone), Kaoru Mitoma (Brighton – Inghilterra), Takumi Minamino (Monaco – Francia), Takefusa Kubo (Real Sociedad – Spagna).

I due mediani titolari nel 4-2-3-1 nipponico saranno sicuramente Endō, amatissimo allo Stoccarda e calciatore dall’intelligenza spiccata, e probabilmente Morita, centrale dello Sporting Lisbona. Dietro di loro nello stesso ruolo il più che esperto Shibasaki, la cui immancabile convocazione fa sempre molto discutere, essendo ormai da anni in seconda divisione spagnola, e Ao Tanaka, centrale del Fortuna Düsseldorf.

Sulla trequarti e sugli esterni il Giappone ha tecnica da vendere, con calciatori giovani, rapidi e nel mirino di molte grandi squadre europee. Il trequartista titolare sarà Kamada, uno dei più forti calciatori della Bundesliga e assoluto protagonista dell’Eintracht vincitore della scorsa Europa League. Tecnico, di classe e freddo sotto porta. Itō del Reims è un vero treno dribblomane, nonostante il momento di forma non sia dei migliori, così come Minamino, ambidestro bravo a saltare l’uomo. Kubo, invece, ha addosso gli occhi di tutti: è considerato il maggior talento e sta facendo bene alla Real Sociedad. Ventun’anni, calciatore dalla classe sopraffina, da lui ci si aspetta tanto. Ci si aspetta tanto anche da Kaoru Mitoma, talentino del Brighton, che sta mostrando ottime cose da quando De Zerbi è arrivato sulla panchina dei Seagulls. Dōan, esterno che parte da destra e preferisce accentrarsi, si è prima affermato in Olanda e oggi, invece, sta convincendo sempre di più al Friburgo, tra le squadre più in forma della Bundesliga. Dietro tutti per esperienza europea Sōma, esterno sinistro del Nagoya Grampus, ma molto stimato dal CT.

Rimasti fuori a sorpresa Reo Hatate del Celtic e Genki Haraguchi dell’Union Berlin, che a nostro modo di vedere avrebbero meritato la convocazione più di Minamino e Shibasaki.

Attaccanti: Takuma Asano (Bochum – Germania), Daizen Maeda (Celtic – Scozia), Ayase Ueda (Cercle Bruges – Belgio), Shūto Machino (Shonan Bellmare – Giappone).

Fa discutere l’assenza di Kyōgo Furuhashi del Celtic, che in Scozia sta facendo benissimo, così come la convocazione di Asano, fedelissimo del CT, ma molto discontinuo negli ultimi anni – anche per vicende extracalcistiche. Sorprende, invece, che un altro dei preferiti del CT come Yūya Ōsako sia rimasto fuori.

Il titolare sarà uno tra Ueda, giovane punta del Bruges in ottimo stato di forma, dal buon fisico e dall’ottimo guizzo, tra i più promettenti del reparto offensivo, e Daizen Maeda, giocatore del Celtic dall’ottimo senso della posizione, molto meno tecnico, ma ariete infallibile. Machino è, invece, l’ultimo arrivato: sostituisce, infatti, il difensore Nakayama per infortunio.

La grande sfida

Gli uomini di Moriyasu sono ora chiamati a una vera e propria impresa. Nel sorteggio per i gironi dei Mondiali, infatti, il Giappone è capitato con Germania, Spagna e Costa Rica. Un gruppo davvero difficile, ma non impossibile per una Nazionale che ci sta abituando sempre di più a essere ritenuta con merito tra le squadre più pericolose e interessanti.

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