Nonostante gli inaspettati inciampi delle coppe, l’Atalanta di Gian Piero Gasperini anche quest’anno è una squadra credibilissima. Dopo aver conquistato l’ultima edizione dell’Europa League, infatti, i bergamaschi stanno lottando come mai prima d’ora per provare a rendere realtà quello che fino a pochi anni fa non era nemmeno un sogno: vincere il loro primo scudetto. Questa lotta al titolo viene associata alle giocate di Charles De Ketelaere e Ademola Lookman o ai gol di Mateo Retegui, ma la formula vincente dell’Atalanta, quest’anno come mai prima d’ora, passa anche dalle prestazioni tra i pali di Marco Carnesecchi, sempre più punto di riferimento di una squadra che continua a sognare in grande.
L’alternanza con Musso
E dire che Carnesecchi avrebbe potuto continuare la sua carriera altrove. Ai nastri di partenza della stagione 2023/2024 l’Atalanta si ritrova con due potenziali prime scelte per difendere la propria porta: Juan Musso, che nelle due annate precedenti aveva ricoperto il ruolo di titolare, e proprio Carnesecchi, reduce da due anni e mezzo di prestito alla Cremonese con la quale si è tolto la soddisfazione di giocare la sua prima annata in Serie A, dopo averla conquistata sul campo nella stagione precedente. Gasperini avrebbe preferito puntare solo su uno dei due, ma le dinamiche di calciomercato lo hanno “costretto” a dover optare per un’alternanza che alla fine si rivelerà vincente.
Il nativo di Rimini fa il suo esordio in nerazzurro alla quarta giornata di campionato al Franchi di Firenze, dove i viola vincono 3-2 grazie anche ad una sua incertezza in occasione del gol decisivo di Kouamé; poco male, dato che Gasperini continua a dargli fiducia fino a promuoverlo come portiere titolare – quantomeno nelle competizioni nazionali – a partire da dicembre. Una fiducia che Carnesecchi ripaga alla grande: con le sue parate contribuisce al raggiungimento del quarto posto in campionato e della finale di Coppa Italia, poi persa contro la Juventus.
La prima annata dell’estremo difensore “made in Zingonia” è ottima dal punto di vista delle prestazioni e dei numeri, 10 reti inviolate in 32 uscite stagionali, il tutto mostrando grandi margini di miglioramento, ma l’ombra di Musso è ingombrante e in parte non gli permette di imporsi in maniera definitiva: l’argentino è il portiere di coppa e gioca un ruolo fondamentale nello storico trionfo in Europa League, relegando il compagno di squadra al ruolo di spettatore non pagante in 12 incontri su 13. Entrambi possono fregiarsi della vittoria della competizione iridata, ma è indubbio che per un ragazzo in rampa di lancio ci sia un po’ di dispiacere per non aver vissuto un’emozione del genere da protagonista assoluto.
La consacrazione
La nuova stagione sembra partire con gli stessi presupposti di quella precedente, ma a fine agosto le strade di Musso e dell’Atalanta si separano: l’argentino si trasferisce all’Atlético Madrid, per ricoprire il ruolo di secondo di Jan Oblak. Al suo posto arriva lo svincolato Rui Patrício, portiere dalla grande esperienza ma ormai non al livello di fare il primo ad alti livelli, ed ecco quindi che per Carnesecchi si aprono le porte per la titolarità indiscussa. Un’occasione unica e da non sprecare. E non lo sta facendo.
La stagione non inizia benissimo a dire la verità, anzi: tra la seconda e la sesta giornata la Dea colleziona tre sconfitte, un pareggio e una sola vittoria, subendo 11 gol con un Carnesecchi non sempre esente da colpe. In un periodo in cui i nerazzurri non sono stati brillanti in fase difensiva, però, non sono mancate le grandi parate che hanno evitato passivi ben peggiori, motivo per cui Gasperini non lo ha mai messo in discussione.
Si dice spesso che una grande squadra, per essere considerata tale, abbia bisogno di un portiere in grado di togliere le castagne dal fuoco quelle poche volte in cui ce n’è bisogno, e che un portiere debba essere in grado di farlo per poter giocare in grandi palcoscenici. Questi due concetti inscindibili riassumono perfettamente l’evoluzione dell’Atalanta di quest’anno, che ha trovato in Carnesecchi un baluardo molto difficile da superare e in grado di guidare al meglio il reparto di competenza.
Se in poco tempo la Dea è diventata una squadra con ambizioni da scudetto, una buona parte del merito va dato anche alla rapida crescita e agli interventi di Marco, minori nel numero ma sempre più importanti di partita in partita. Contro il Monza, l’Atalanta vince 2-0 al termine di un incontro tiratissimo non solo grazie alle reti di Samardžić e Zappacosta, ma anche per le diverse parate del portiere romagnolo. In casa di Napoli e Roma si sporca i guanti quel tanto che serve per mantenere la propria porta inviolata, contribuendo così a due successi importantissimi, mentre nel doppio confronto con l’Udinese è fondamentale sia per la vittoria di Bergamo all’andata che per non perdere in Friuli al ritorno.
L’esempio che, però, racconta in maniera più esplicita l’importanza di Carnesecchi nello scacchiere bergamasco è la prestazione sfornata nella vittoria in trasferta per 1-0 a Cagliari. In Sardegna Marco si supera. Al 38′ compie ben tre grandi parate nel giro di 15 secondi, evitando così il vantaggio degli isolani, e negli ultimi giri d’orologio scongiura il pareggio con interventi di puro istinto.
A tutto questo bisogna poi aggiungere le ottime prestazioni all’esordio assoluto in Champions League, in cui si fa trovare pronto con parate importanti contro squadre del calibro di Arsenal, Real Madrid e Barcellona. Niente di scontato, è tutto frutto di un lavoro costante nel tempo e della crescente fiducia che il tecnico ha riposto nei suoi confronti, nonostante quei piccoli e inevitabili errori di gioventù che contribuiranno alla sua formazione.
Numeri, pregi e aspetti da migliorare
I freddi numeri ci dicono che in questo campionato ha effettuato 65 parate con una percentuale del 72% circa in relazione ai tiri subiti, mentre il rapporto tra PSxG – parametro che calcola la possibilità che un tiro in porta entri, in base alla pericolosità di questo – e reti subite, è in positivo: 1.10 gol evitati per le statistiche avanzate – il valore più alto tra i portieri delle big. Inoltre, ha già battuto, con diverse gare ancora da disputare, il suo record di reti inviolate stagionali (14). Dati importanti, ma che spesso non colgono tutte le sfumature delle sue quasi sempre ottime prestazioni, o la personalità e la sicurezza con cui guida i suoi compagni di squadra in fase difensiva.
Certo, non parliamo di un interprete del ruolo fatto e finito, anzi, ci sono ancora tanti aspetti da migliorare e sui quali deve lavorare per essere ancor più completo e affidabile. In primis, Carnesecchi è tuttora un portiere poco avvezzo a bloccare il pallone anche quando ne avrebbe la possibilità. Respingere non è sempre una buona idea, specie con gli attaccanti avversari nei paraggi: anche quest’anno ha subito dei gol evitabili proprio per aver ribattuto in maniera poco ortodossa delle conclusioni da bloccare. E poi lo spauracchio del calcio moderno: la tanto ambita e al contempo criticata costruzione dal basso. Adesso quasi tutte le squadre cercano di iniziare la manovra dalla difesa per saltare la prima linea di pressione avversaria, con i portieri sempre più coinvolti come veri e propri giocatori di movimento. Carnesecchi, anche per ammissione dello stesso Gasperini, è ancora troppo macchinoso in questo fondamentale, non garantendo alla squadra un’uscita pulita ed efficace palla al piede come mostra il suo 70% di precisione nei passaggi effettuati.
Lo step successivo per la carriera è quello di vincere qualcosa da protagonista assoluto con la maglia di quell’Atalanta che lo ha cresciuto, coccolato e che gli ha permesso di calcare alcuni dei campi più importanti del mondo, magari con un occhio all’azzurro che ha solo sfiorato ma con cui non ha mai avuto il piacere di esordire. Carnesecchi ha la sfortuna di giocare in un ruolo storicamente sovraffollato per quanto concerne la Nazionale, e anche adesso la concorrenza è di primo livello: tolti Donnarumma e Vicario, i vari Meret, Provedel e Di Gregorio venderanno cara la pelle per guadagnarsi il posto ai prossimi giri di convocazione. Tuttavia, anche loro dovranno guardarsi le spalle: Carnesecchi è già oggi il portiere titolare di una delle forze principali del nostro Paese, e sia il talento che il futuro sono dalla sua parte.
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