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L’arte del cambiare allenatore in corsa

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La squadra che cambia allenatore a stagione in corso non sbaglia mai la prima partita con il nuovo mister? È solo un luogo comune o c’è un fondo di verità? Quali sono le squadre di Serie A che vantano più esoneri durante la stagione? Quali, invece, quelle meno propense a farlo?

In questa analisi prenderemo in considerazione esclusivamente i cambi di allenatore avvenuti a stagione in corso. Ad esempio, il passaggio di consegne tra Antonio Conte e Massimiliano Allegri alla Juventus nell’estate del 2014 non rientra nel nostro studio, in quanto avvenuto prima dell’inizio del campionato.
Al contrario, il subentro di Luciano Spalletti a Rudi García sulla panchina della Roma durante la stagione 2015/2016 è un caso che considereremo a pieno titolo.

I dati analizzati coprono il periodo che va dalla stagione 2004/2005 – anno in cui è stato reintrodotto il campionato di Serie A a venti squadre – fino alla stagione 2024/2025, per un totale di 21 annate.



Chi cambia allenatore in corsa non sbaglia mai la prima?

Dall’agosto 2004 a oggi, in Serie A si sono registrati 260 cambi di allenatore a stagione in corso, tra esoneri, dimissioni e brevi incarichi affidati a tecnici ad interim. I risultati della “prima” con il nuovo allenatore raccontano di 108 sconfitte, 77 pareggi e 75 vittorie, per una media punti di 1,16 a partita.

Dunque, è vero che la squadra che cambia allenatore in corsa non sbaglia mai la prima partita? Dipende. Se per “non sbagliare” intendiamo semplicemente portare a casa almeno un punto, allora la risposta è sì nel 58,5% dei casi. Ma se parliamo di vittoria all’esordio del nuovo tecnico, la percentuale scende nettamente al 28,8%.

È vero che il cambio della guida tecnica porta spesso a uno scossone emotivo, capace di spronare i giocatori a dare qualcosa in più, ma è altrettanto vero che una squadra che decide di cambiare allenatore a stagione in corso lo fa quasi sempre perché in difficoltà, e in molti casi il cambio da solo non basta.

Inoltre, un allenatore arrivato da pochi giorni ha pochissimo tempo per incidere, soprattutto sotto il profilo tattico: modificare meccanismi, automatismi e approccio richiede settimane, se non mesi.

A questo si aggiunge un ulteriore fattore: il profilo del tecnico subentrante. Ci sono allenatori che hanno bisogno di tempo per costruire la propria idea di gioco, mentre altri – i cosiddetti “gestori” – riescono a ottenere risultati più immediati, adattandosi meglio al materiale umano a disposizione.


Come si comportano le squadre di Serie A?

La squadra con più esoneri in corso d’opera negli ultimi 21 anni – nonostante non giochi in Serie A dall’annata 2016/2017 – è il Palermo, e qualcuno potrebbe dire che non serviva di certo uno studio per dirlo. I siciliani hanno cambiato 25 volte allenatore nel corso di 12 stagioni con una media di più di 2 subentri a stagione. Seguono Cagliari, 21 cambi in 19 annate, e Genoa, 19 cambi in 17 stagioni. La fama di Zamparini, Cellino e Preziosi di essere stati negli anni dei “mangia allenatori” è ben giustificata.

Oltre alle tre squadre citate in precedenza – storiche protagoniste della Serie A con numerose partecipazioni – la media di allenatori cambiati a stagione risulta particolarmente alta anche, e soprattutto, per quei club che hanno disputato poche volte la massima serie in questo lasso di tempo: Carpi, Novara e Treviso, ad esempio, hanno tutte cambiato due allenatori in corsa in una sola annata. Salernitana e Brescia, invece, contano tre partecipazioni a testa e sei cambi complessivi. Dopo l’imbattibile compagine rosanero, queste cinque sono le squadre con la media maggiore di cambi in corsa (2).

La squadra che invece ha cambiato meno in questo periodo è il Como, che alla sua prima annata in Serie A ha sempre avuto totale fiducia in Cesc Fàbregas, anche nei periodo più critici. Dopo i comaschi, la media di cambi a stagione in corso più bassa è quella della Juventus (0,20).

Tra le squadre che hanno partecipato a tutte le ultime 21 stagioni di Serie A, l’Udinese è quella che ha cambiato di più (15), il Milan quella che lo ha fatto di meno (5).

SQUADRANUMERO DI CAMBIPARTECIPAZIONI IN AMEDIA CAMBI
Palermo25122,08
Cagliari21191,23
Genoa17171,13
Udinese13210,68
Livorno1061,67
Bologna10160,63
Roma10210,48
Chievo9140,64
Parma8140,57
Fiorentina8210,38
Empoli7110,64
Torino7160,44
Sampdoria7180,39
Inter7210,33
Brescia632
Salernitana632
Catania680,75
Lecce690,67
Lazio6210,29
Siena580,63
Sassuolo5110,45
Napoli5180,28
Atalanta5190,26
Milan5210,24
Messina431,33
Reggina450,8
Hellas Verona4100,4
Juventus4200,2
Pescara321,5
Cesena331
Monza331
Carpi212
Novara212
Treviso212
Crotone230,67
Spezia230,67
Cremonese111
Ascoli120,5
Bari120,5
Benevento120,5
Venezia120,5
Frosinone130,33
SPAL130,33
Como010



Cambiare allenatore in corsa – Curiosità

Gli allenatori con più esoneri in corso d’opera negli ultimi 21 anni di Serie A sono Marco Giampaolo (8 volte), Giuseppe Iachini e Davide Ballardini (7 volte) ed Eusebio Di Francesco (6 volte).

Tra gli allenatori che sono invece subentrati più volte domina incontrastato Davide Ballardini (13 volte). Seguono Giuseppe Iachini e Alberto Malesani (7 volte), Davide Nicola e Claudio Ranieri (6 volte).

Le stagioni 2009/2010 e 2011/2012 sono state quelle con il maggior numero di cambi in corsa (17), mentre le annate 2014/2015 e 2020/2021 sono quelle con il numero più basso di cambiamenti (7).

La squadra che non sbaglia mai la prima partita dopo aver deciso di cambiare l’allenatore in corsa è la Lazio, che quando ha cambiato mister durante l’anno nelle ultime 21 stagioni ha sempre vinto la prima partita. Le squadre che invece hanno sempre perso il primo incontro con il nuovo allenatore sono Benevento, Cesena, Crotone e Venezia.

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