«Il capocannoniere del campionato italiano non ha mai vinto lo scudetto»: così dichiarò Massimiliano Allegri, allora tecnico della Juventus, nella conferenza stampa post-partita contro il Parma durante la stagione 2018/2019. L’allenatore livornese rispondeva a un giornalista che gli aveva chiesto come mai la nuova stella bianconera, Cristiano Ronaldo, non fosse ancora riuscito a segnare dopo le prime tre giornate di campionato.
Quanto c’è di vero nelle parole del mister toscano? È davvero raro che chi vince lo scudetto abbia in rosa il capocannoniere della Serie A? Quante volte, invece, è successo che il miglior marcatore del campionato militasse proprio nella squadra campione d’Italia? Qual è il club che ha avuto più volte un capocannoniere tra le sue fila? E come si è evoluto, dagli anni Trenta a oggi, il numero massimo di reti segnate da un singolo giocatore in una stagione?
In questo articolo analizzeremo il rapporto tra i migliori goleador della Serie A e i risultati ottenuti dalle rispettive squadre a partire dalla stagione 1929/1930. Va ricordato che, a causa del secondo conflitto mondiale, le stagioni 1943/1944 e 1944/1945 non furono disputate. Non verrà inoltre considerato il campionato 1945/1946, caratterizzato da un formato anomalo con più fasi e divisioni geografiche, che lo rende statisticamente non confrontabile con le altre edizioni. L’analisi prenderà dunque in esame un totale di 93 campionati.
Sappiamo bene che le dichiarazioni rilasciate all’epoca da Allegri non avevano l’intento di fornire un dato statistico preciso, ma piuttosto quello di lanciare un messaggio: a suo parere, in Serie A la solidità difensiva conta più della forza offensiva. Quella frase, dunque, è solo un pretesto per avviare un’analisi più approfondita e supportata dai numeri su un tema ricorrente nel nostro campionato.
La squadra con il capocannoniere della Serie A non vince lo scudetto?
È accaduto 29 volte su 93 che la squadra in cui milita il capocannoniere della Serie A abbia vinto anche lo scudetto, pari a una percentuale di circa 31%. Siamo dunque ben lontani da quel «mai» pronunciato da Massimiliano Allegri, ma allora perché il tecnico livornese ha sostenuto che il vincitore della classifica marcatori raramente coincide con chi conquista il tricolore?
Probabilmente perché, dopo il 1992 – anno in cui Marco van Basten, con 25 reti, trascinò il Milan alla vittoria del suo dodicesimo titolo – questa coincidenza si è verificata solo 5 volte in 33 stagioni.
Un dato che, seppur parziale, rafforza la percezione moderna secondo cui il capocannoniere non basta per vincere, ma che mette in evidenza anche un’altra cosa, ossia che dagli anni Trenta ai primi anni Novanta, la squadra campione ha avuto 24 volte su 60 il miglior marcatore del campionato italiano.
Una volta chi aveva il capocannoniere vinceva di più?
Detto che la differenza statistica tra i due periodi è significativa, basta osservare il grafico seguente per rendersi conto che prima degli anni Novanta avere il capocannoniere in rosa significava quasi sempre puntare ai vertici della classifica. In quel lungo arco temporale, le squadre con il miglior marcatore della Serie A chiudevano sistematicamente la stagione tra le prime posizioni, o comunque mai oltre la metà classifica. L’unica eccezione è rappresentata dalla stagione 1956/1957, quando Dino da Costa vinse la classifica marcatori con 22 reti vestendo la maglia della Roma, che però concluse il campionato al quattordicesimo posto.
Piazzamento delle squadre con il vincitore della classifica marcatori (1929/1930-1991/1992)
L’andamento dal campionato 1992/1993 a oggi è decisamente più irregolare. Si alternano stagioni in cui il capocannoniere è stato protagonista anche nel successo della propria squadra – come nel caso di David Trezeguet con la Juventus nel 2001/2002, Andriy Shevchenko con il Milan nel 2003/2004 e Zlatan Ibrahimović con l’Inter nel 2008/2009 – ad altre in cui le prodezze realizzative del singolo non hanno coinciso con risultati collettivi di rilievo. Emblematico, in tal senso, il caso del Bari nella stagione 1995/1996: nonostante potesse contare su Igor Protti, capocannoniere del torneo con 24 reti, la squadra pugliese chiuse al quindicesimo posto e retrocesse in Serie B.
Nella stagione 2022/2023, dopo tredici anni, il capocannoniere è tornato a vincere la Serie A: il nigeriano Victor Osimhen ha infatti trascinato il Napoli di Luciano Spalletti alla conquista del suo terzo storico scudetto. Lo stesso si è ripetuto l’anno successivo con Lautaro Martínez, che ha guidato l’Inter di Simone Inzaghi al titolo. A bilanciare questo doppio evento è arrivata l’ultima annata, non solo perché il capocannoniere è stato Mateo Retegui, che con la sua Atalanta si è fermato al terzo posto in classifica, ma anche perché la squadra vincitrice, il Napoli di Conte, ha avuto come miglior marcatore Romelu Lukaku, autore di “soli” 14 gol, quasi la metà rispetto ai 25 dell’italo-argentino.
Piazzamento delle squadre con il vincitore della classifica marcatori (1992/1993-2024/2025)
Oggi servono più o meno gol per vincere la classifica marcatori?
Per rispondere a questa domanda è necessario fare una premessa: il campionato italiano non ha sempre avuto la configurazione attuale a 20 squadre, ma è stato nel tempo molto variabile.
In particolare, la nostra massima competizione è stata composta da: 16 squadre dal 1934/1935 al 1942/1943 e dal 1967/1968 al 1987/1988; 18 squadre dal 1929/1930 al 1933/1934, dal 1952/1953 al 1966/1967 e dal 1988/1989 al 2003/2004; 20 squadre nel 1946/1947, dal 1948/1949 al 1951/1952 e dal 2005 ad oggi; 21 squadre nel 1947/1948.
È fondamentale tenere presente questa variabilità, poiché un giocatore che milita in un campionato a 20 squadre ha potenzialmente, salvo infortuni, squalifiche o turnover, 38 giornate a disposizione, mentre un calciatore che ha giocato in un torneo a 16 squadre ne ha avute solo 30. Per questo motivo, nel nostro studio considereremo sia il totale dei gol segnati dal miglior marcatore, sia il numero di reti in rapporto alle giornate disputate.
È noto che il maggior numero di gol segnati da un singolo giocatore in una singola stagione di Serie A è 36, primato stabilito da Gonzalo Higuaín nel 2015/2016 e poi eguagliato da Ciro Immobile nella stagione 2019/2020. Entrambi hanno battuto il precedente record di Gunnar Nordahl, che aveva realizzato 35 reti nel 1949/1950. Curiosamente, in tutti e tre i casi le squadre dei rispettivi bomber – Milan, Napoli e Lazio – hanno lottato per lo scudetto, ma si sono dovute arrendere alla Juventus.
Il minor numero di reti realizzate per conquistare il titolo di capocannoniere in Serie A è 15. Questa cifra è stata sufficiente in tre occasioni: Pierino Prati (Milan) nel 1968, Roberto Pruzzo (Roma) nel 1982 e Diego Armando Maradona (Napoli) nel 1988. In tutti e tre i casi, il campionato prevedeva la formula a 16 squadre.
Nel suo anno da record, Gonzalo Higuaín aveva teoricamente a disposizione 38 partite, delle quali ne disputò 35, segnando 36 reti; Gunnar Nordahl realizzò invece le sue 35 marcature in 37 presenze – lo stesso numero di gare disputate da Ciro Immobile. Antonio Angelillo, nel campionato 1958/1959 a 18 squadre, segnò 33 gol in 33 partite, avendo però a disposizione 36 incontri.
Oltre a Prati, Pruzzo e Maradona, che segnarono 15 reti in un campionato di 30 giornate, va ricordato anche il caso di Sandro Mazzola e Alberto Orlando: entrambi vinsero a pari merito la classifica marcatori nel 1964/1965, con 17 gol ciascuno in un torneo a 18 squadre.
Media per decennio dei gol realizzati dal capocannoniere
Osservando il grafico, che mostra per ogni decennio la media delle reti realizzate dai capocannonieri, si nota chiaramente come negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta si sia vinta la classifica marcatori con un numero di gol inferiore rispetto ad altri periodi. Tuttavia, se rapportiamo il numero di reti segnate al numero di giornate disponibili – calcolando quindi una media decennale ponderata – emerge che il calo è dovuto in buona parte anche alla struttura del campionato: in quei decenni, infatti, molti tornei erano disputati da 16 squadre, con sole 30 giornate a disposizione. Nonostante questa considerazione, il trentennio compreso tra il 1960 e il 1989 resta quello in cui, mediamente, si è vinta la classifica marcatori con meno gol, in particolare negli anni Sessanta e Ottanta.
Curiosità
Il calciatore che ha conquistato più volte il titolo di capocannoniere in Serie A è Gunnar Nordahl, con ben cinque successi, di cui tre consecutivi tra il 1953 e il 1955. Lo segue Ciro Immobile, fermo a quota quattro. A tre affermazioni si trova invece un nutrito gruppo di grandi bomber: Aldo Boffi, Giuseppe Meazza, Paolo Pulici, Roberto Pruzzo, Gigi Riva, Michel Platini e Giuseppe Signori.
Dopo l’Italia, nettamente al primo posto con 73 titoli di capocannoniere, le nazionalità più presenti in vetta alla classifica marcatori della Serie A sono l’Argentina, con 12 successi, e la Svezia, con 7.
Nelle stagioni 1932/1933, 1939/1940, 1961/1962, 1962/1963, 1964/1965, 1995/1996, 2001/2002, 2014/2015 e 2018/2019 la classifica marcatori si è conclusa con due vincitori a pari merito. Il campionato 1972/1973 rappresenta invece un caso unico nella storia della Serie A: tre giocatori – Giuseppe Savoldi (Bologna), Gianni Rivera (Milan) e Paolino Pulici (Torino) – chiusero la stagione appaiati in vetta con 17 gol ciascuno.
Cagliari e Sampdoria hanno conquistato un solo titolo di campione d’Italia, rispettivamente nel 1970 e nel 1991, e in entrambe le occasioni un loro attaccante – Gigi Riva per i sardi, Gianluca Vialli per i blucerchiati – si è aggiudicato anche la classifica marcatori.
Il Milan è la squadra che, dagli anni Trenta a oggi, ha vantato più volte il capocannoniere della Serie A tra le proprie fila: ben 17. A seguire, Inter con 14 e Juventus con 13.
La Juventus è la squadra che più volte ha vinto lo scudetto avendo in rosa il capocannoniere della Serie A. È successo in 7 occasioni, un numero sorprendentemente basso se rapportato all’elevato numero di titoli conquistati dai bianconeri.
Leggi anche: È vero che la Serie A la vince sempre la migliore difesa?