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I 10 infortuni più assurdi della storia del calcio

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«Il calcio è cambiato» è una frase detta, sentita, pensata spesso. Magari pronunciata con tono nostalgico da padri che hanno visto Zico all’Udinese e il Verona campione d’Italia, o forse gridata dai figli per zittire la loro laudatio temporis acti. Fatto sta che, al di là dell’accezione di cui si veste questo concetto, che il calcio odierno non sia più nemmeno quello di un decennio fa è sotto gli occhi di tutti. I grandi cambiamenti, però, conservano spesso al loro interno degli elementi immutati, conservati, semmai innovati. Nel calcio, uno di questi elementi è la stupidità umana, che certo, trascende lo sport, ma trova nel mondo del pallone una discreta rappresentanza: ce ne forniscono un piacevole saggio gli auto-infortuni di questi dieci giocatori.


Gli infortuni più assurdi nel calcio – Antonio Chimenti

Era il 2010, Christoph Waltz stravinceva l’Oscar per la sua meravigliosa interpretazione in Bastardi Senza Gloria, Maurizio Mosca ci lasciava e la Juventus arrancava nella speranza di conquistare un pass per l’Europa League. Proprio in quella disperata Juve, orfana di Buffon e della sua riserva Manninger, giocò per un paio di gare, nel pieno dei suoi 40 anni, il terzo portiere Antonio Chimenti, preferito all’allora diciannovenne Carlo Pinsoglio. In una delle due gare giocate, contro la Sampdoria, il portiere di Bari si rese protagonista di un errore sul gol decisivo del concittadino Cassano. Tornato negli spogliatoi, accecato dall’ira contro gli dei avversi, sferrò un pugno sul tavolo, rimediando una frattura del quinto metacarpo e la spietata lezione che in questa vita grama il dolore ha in grembo solo altro dolore.