Inter 2023 2024

L’Inter è più o meno forte dell’anno scorso?

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Sin dal momento in cui le porte del calciomercato estivo 2023/2024 si sono chiuse, c’è una domanda che più delle altre ha diviso l’opinione pubblica calcistica del Paese: ma l’Inter si è rafforzata o si è indebolita? L’impressione è che, se esiste un’oggettività in questo senso, non la conosceremo mai, poiché la risposta deriverà solo dal numero di punti e trofei che l’Inter collezionerà quest’anno. In questa sede, tenteremo comunque di redigere un bilancio, di farci un’idea di quali siano, sulla carta, le ambizioni della terza Inter di Simone Inzaghi.


Inter 2023/2024 – Portieri

Nell’Inter è innanzitutto cambiato l’intero set di portieri. Il capitano Samir Handanovič, assieme ad altri illustri senatori, è una delle vittime del processo di svecchiamento, almeno nelle intenzioni iniziali, che l’Inter ha avviato in questa sessione di calciomercato. Uno svecchiamento che più che a ridurre l’età anagrafica della rosa, mira a rinnovarla. André Onana, il portiere titolare della stagione passata, viene invece ceduto al Manchester United, e anche Alex Cordaz, terzo portiere, saluta i colori nerazzurri. L’Inter deciderà in seguito di girare anche Filip Stanković in prestito alla Sampdoria. A rimpiazzarli, in ordine di gerarchia, sono Yann Sommer, Emil Audero e Raffaele Di Gennaro.

La cessione di Onana, dapprima digerita in quanto necessaria per finanziare il definitivo ritorno di Lukaku in maglia nerazzurra, ha lasciato molte perplessità tra i tifosi, dato che dopo la telenovela che ha visto il belga protagonista, terminata con il suo approdo nella capitale, sponda giallorossa, l’Inter non ha più raggiunto per l’attacco un profilo adeguato a giustificare la cessione del suo portiere. Tuttavia, l’acquisto di Sommer, arrivato per circa 6 milioni di euro dal Bayern Monaco, permette all’Inter di coprire il ruolo con un portiere altrettanto – se non maggiormente – bravo fra i pali, e allo stesso tempo di fare con il camerunense una plusvalenza di non poco conto. Con Onana l’Inter avrebbe sicuramente potuto aprire un ciclo che con lo svizzero non sarà possibile cominciare, data l’età, ma a preoccupare di più è la differenza esistente tra i due portieri rispetto alla capacità di giocare la palla con i piedi. Onana, nel percorso che ha condotto l’Inter sino alla finale di Instabul lo scorso anno, ha sicuramente dimostrato di essere fra i migliori al mondo in questo fondamentale. Se Sommer non dovesse essere in grado di garantire un’accuratezza simile, l’Inter sarà costretta a rimodulare la costruzione dal basso, perdendo anche un’arma come il lancio diretto alle punte. Va però detto che dopo un solo anno in nerazzurro, il comprensibile dispiacere per la partenza dell’ex Ajax è stato accentuato dal carisma e dall’attaccamento che Onana ha fin da subito dimostrato con la maglia nerazzurra addosso, distorcendo e amplificando gli effetti negativi della sua cessione. Naturalmente anche l’alternanza fra primo e secondo portiere diviene meno attraente, ma sebbene più canonica, l’alternativa rappresentata da Audero è assolutamente all’altezza.


Inter 2023/2024 – Difensori

In difesa l’Inter conferma come riferimenti centrali Stevan de Vrij e Francesco Acerbi, anche se non è chiaro se sarà l’italiano a mantenere la titolarità, dato il ritrovato livello di forma dell’olandese. La ciliegina sulla torta del mercato, o forse una buona fetta della torta, è però rappresentata dall’arrivo di Benjamin Pavard, forse fra i primi al mondo nel suo ruolo. Il profilo del francese è il più azzeccato per sostituire Milan Škriniar, soprattutto perché lo slovacco è già volato metaforicamente alla volta di Parigi da quasi un anno. E concretamente il suo posto è stato già ereditato nel corso della stagione scorsa da Matteo Darmian che, sempre preciso e applicato, si ritaglierà sicuramente un ruolo in questa squadra. Con la conferma di Alessandro Bastoni come braccetto sinistro, una difesa già molto forte, ma tatticamente spesso allo sbando, rappresenta ora un lusso per la Serie A, e i dati difensivi delle prime uscite sembrano confermare queste impressioni.

Yann Bisseck, arrivato in pompa magna come sostituto di Škriniar, è molto probabile che dovrà adattarsi a giocare come braccetto a sinistra, divenendo la riserva naturale di Bastoni, anche se non è da escludere che nelle idee di Inzaghi sia Federico Dimarco a svolgere all’occorrenza questo ruolo, con Carlos Augusto pronto a prendere il suo posto sulla fascia. Il giovane centrale tedesco, con l’arrivo di Pavard, rischia di restare ai margini del progetto di Inzaghi, e al momento questa sembra l’ipotesi più plausibile.

Dimarco e Denzel Dumfries vengono confermati come terzini titolari, ma a rincalzarli anziché Robin Gosens e Raoul Bellanova, ci saranno Carlos Augusto a sinistra e Juan Cuadrado a destra. Date le difficoltà che l’esterno tedesco ha incontrato nell’entrare in forma e nei piani dell’allenatore, l’arrivo di una delle principali rivelazioni del campionato scorso come riserva, non può che fare pensare ad un miglioramento, come del resto non è possibile paragonare la tecnica di Cuadrado, con l’unica e non trascurabile pecca dell’età, all’apporto che Bellanova poteva dare alla squadra. Il colombiano è un giocatore che può divenire fondamentale nell’economia della stagione, grazie alla sua esperienza e alla sua testa sempre alta, e votata in avanti, un fattore da considerare nei periodi, non rari, di depressione creativa di Dumfries.

A lasciare l’Inter, sponda Monza, è anche Danilo D’Ambrosio, giocatore negli anni fondamentale per l’Inter, ma che inizia a sentire il peso dei continui infortuni e della crescita del livello complessivo della squadra.


Inter 2023/2024 – Centrocampisti

A centrocampo l’Inter conferma in blocco Nicolò Barella, Hakan Çalhanoğlu e Henrikh Mkhitaryan, con la definitiva consacrazione del turco in cabina di regia, data la dolorosa – anche per la destinazione e la modalità – partenza di Marcelo Brozović. Anche in questo caso, è difficile parlare di cambiamento, dato che l’Inter ha dovuto optare per questa conformazione per quasi tutta la scorsa stagione, e in effetti Çalhanoğlu sembra un giocatore molto diverso rispetto a quando ha cambiato sponda dei Navigli. Non è un professionista del ruolo come Brozo, non ha quella dinoccolata gestualità che rende il croato unico, ma avendo ormai sviluppato una capacità di interdizione di grandissimo livello, può garantire un’interpretazione delle due fasi sempre più accurata e specializzata, in rapporto ai definiti meccanismi con i compagni di reparto.

A cambiare sono le possibilità per Inzaghi di integrare il suo centrocampo con ricambi, che probabilmente sarebbero titolari in molte squadre del nostro campionato, a cominciare da Davide Frattesi, pagato quanto un titolare, e candidato forte a rilevare il posto dell’armeno qualora le sue condizioni fisiche non gli garantissero una stagione serena, e in ogni caso, più che qualificato a garantirgli più del riposo necessario nel corso di una lunga stagione che vedrà l’Inter, ovviamente, impegnata su tre fronti. Kristjan Asllani, Stefano Sensi e Davy Klaassen – il secondo rimasto in nerazzurro dopo il prestito al Monza, il terzo arrivato nell’ultimo giorno di mercato –, completano un reparto di altissimo livello e costruito con precisione meccanica, che si libera di Roberto Gagliardini, la cui presenza in nerazzurro era ormai inspiegabile.


Inter 2023/2024 – Attaccanti

In attacco, invece, è Lautaro Martínez a ereditare il peso di essere la punta principe dell’Inter, oltre che il suo capitano. In questi primi vagiti della stagione che sarà, Lautaro è parso devastante, non solo sul fronte realizzativo, ma anche di gestione del pallone e partecipazione alla manovra. È sempre stato forte, ma in questo momento al Toro sembra riuscire qualsiasi cosa provi, e inoltre appare più sicuro di sé, meno fumoso e più intelligente nelle scelte. L’impressione è che il salto di qualità che lo accompagna sin dalle battute conclusive della scorsa stagione, si sia ormai indelebilmente consacrato nel giocatore.

Le perdite di Romelu Lukaku ed Edin Džeko lasciano invece molti interrogativi. Anche se il belga è stato a disposizione di Inzaghi solo per una manciata di partite e il bosniaco ha da tempo mostrato di aver perso la capacità di mantenersi costante per tutta una stagione, i valori complessivi dei due centravanti sono difficilmente replicabili. Marcus Thuram dunque, arrivato in nerazzurro per dare fiato a Lukaku, si ritrova catapultato al fianco di Lautaro da titolare.

L’Inter non è riuscita ad arrivare ad una punta titolare, e così ha ripiegato su Marko Arnautović – che rappresenta un’alternativa tattica importante, più tecnica e di regia, da avvicendare a Thuram anche in base all’avversario – e Alexis Sánchez – quest’ultimo, di ritorno dopo la rescissione della scorsa estate, rileva Joaquín Correa –, abituandosi all’idea di vedere il giovane figlio di Lilian giocare dal primo minuto. Il voltafaccia di Lukaku è senz’altro l’elemento che ha fatto saltare il banco. Sulla carta l’attacco sembra indebolito, ma sarà davvero così?


Inter 2023/2024 – Conclusioni

Ampliando lo sguardo dal particolare al generale, è evidente che l’Inter si sia prima di tutto liberata di tanti esuberi, e che li abbia rimpiazzati con profili giovani, pronti e riserve solo sulla carta. Una qualità tale di ricambi configura automaticamente una crescita rispetto all’anno scorso. Alla lunga, l’Inter potrebbe guadagnare di più da questa varietà di soluzioni, che non dalla presenza in rosa di un Lukaku. Tatticamente, però, qualcosa deve necessariamente cambiare. L’Inter, costretta ad adattarsi alla perdita di soluzioni più semplici e verticali, dà l’impressione di voler insistere sulla qualità del suo possesso palla e della meccanica precisione delle sue trame a centrocampo, adeguandosi alle caratteristiche meno dominanti ed esplosive di Thuram, la cui presenza apre però ad una nuova frontiera di soluzioni.

È come se l’Inter abbia recuperato quel modo di giocare del primo Inzaghi, annichilito dal famoso Derby nel quale Giroud “si è girato”. Viene da credere che nella passata stagione, nonostante non lo abbia avuto a disposizione per gran parte della prima metà di campionato, Inzaghi abbia basato la sua Inter sull’arrivo di Lukaku e non sia più stato capace di cambiare le cose in corsa. Forse il tecnico piacentino e tutto l’ambiente saranno capaci di rassegnarsi al fatto che il belga sia parte del passato, e che sia giunta l’ora di cambiare, nella convinzione che Thuram si sia preso un posto, un ruolo, e non un’attitudine irreversibile.

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