Ultimamente ho iniziato a vedere il pallone da calcio lievitare a dismisura verso le direzioni più disparate della vita. Non c’è momento senza di esso, riesco a percepire Gianni Infantino che, quatto quatto in un ufficio di Zurigo, continua a far su e giù con le braccia per muovere una pompa a cui si attacca in maniera invisibile quella sfera, farla gonfiare per sempre così che in futuro ci oscuri qualunque angolo dei nostri occhi, e sia tutto calcio, sempre calcio.
Oddio, non è che non sia già così. Il calcio è tutto e tutto è calcio, oggi. Il branding è calcio, la moda è calcio, il calcio è propaganda, il calcio è economia, il calcio è content, il gossip è calcio, l’editoria è calcio, la geopolitica è calcio, la commedia è calcio, il calcio è ristorazione, il calcio è turismo. Ovviamente, poi, il calcio è anche calcio, ma questa non sembra essere più la sua connotazione primaria, non per lo meno per chi lo gestisce a livello globale, non per chi ce lo fa vedere, non per la sua versione più tecnicamente sopraffina, lavorata, perfezionata.
È lecito sostenere che la deformazione di questo giuoco avanzi di pari passo con l’impazzimento del pianeta che lo contiene, o meglio, dei suoi abitanti più rumorosi, noi. Ogni giorno diventa più difficile orientarsi nell’universo pluto-tecnocratico, guerrafondaio e climaticamente autodistruttivo in cui stiamo sprofondando, eppure il calcio, per nostra fortuna di appassionati, ne rappresenta al momento una precisa sineddoche. In fondo, se il pallone cerca in tutti i modi di sostituirsi alle nostre pupille, non è attraverso il suo filtro che potremmo leggere, in maniera semplificata, il nostro futuro? Perché il calcio che sarà, mi sembra di capire, è il mondo che sarà. Di seguito, ben diciassette previsioni di questo.
1. Ad alcune latitudini del globo verrà praticato il calcio anfibio
È recente la notizia che la popolazione di Tuvalu, arcipelago a sud-ovest del Pacifico, abbia chiesto asilo in Australia per l’imminente sommersione delle loro isole nei prossimi anni, visto l’innalzamento del livello del mare. Non so bene quanto il calcio sia popolare in Polinesia, ma nel mentre che tutti i visti vengano approvati, perché non testare una nuova disciplina che ci riporti ai primi step della nascita della vita sulla Terra? Un misto di prato verde e acqua salata, in cui il controllo di palla è superato dal controllo delle onde – prevista la possibilità di muoversi con tavola da surf – e lo schizzo all’avversario prevede un calcio di punizione indiretto.
Non è da escludere che questo nuovo paludoso sport ci permetta di implementare nuovi vantaggi evolutivi a sublimare il tutto: ve lo immaginate il modello Nike per i piedi palmati?
2. I presidenti della nazione ospitante batteranno il primo calcio d’inizio dei Mondiali
V’è una leggendaria storia sulla tournée del Genoa nel 1923 in Uruguay e Argentina, dove i rossoblù affrontarono, tra le varie compagini, la Nazionale albiceleste. Durante questo incontro, si tramanda, il calcio d’inizio fu battuto dal presidente argentino Marcelo Torcuato de Alvear, e a tale battuta seguì il contestatissimo vantaggio dei padroni di casa, con gli ospiti rimasti fermi per l’apparente natura formale del gesto. Al di là della sua veridicità, si tratta di un racconto intriso di aura mitica, quindi perché non rovinarla del tutto passandola in testimone ai grandi autocrati odierni come Donald Trump o Mohammad bin Salman? Unica cosa: il calcio d’inizio DEVE VALERE, per cui gli avversari non facciano l’errore del Genoa.
3. I grandi broadcaster sportivi creeranno dei giochi arcade da fruire durante le partite
Avrete certamente visto almeno una volta nella vostra vita un reel/tiktok in cui una persona – molto spesso Joe Rogan o David Goggins, per qualche ragione – parla in un podcast, mentre nella parte inferiore dello schermo è presente un gameplay di Subway Surfers. Ebbene gente, questo è il livello di soglia dell’attenzione su cui ci stiamo progressivamente assestando, ipnotizzati dall’intrattenimento usa e getta e istantaneo fornitoci dai social.
«È opportuno», penseranno i CEO di DAZN, CBS, Amazon e compagnia bella, «adattarsi a questa trasformazione socio-antropologica», e così ecco la soluzione per non dover più guardare davvero questo gioco lento, fondamentalmente sempre uguale, ma soltanto seguirlo perifericamente: un bel videogioco inserito accanto ai match in versione split screen, quanto basta per sapere se l’attaccante che ho messo al fantacalcio ha segnato.
4. Il controllo sulle esultanze dopo i gol sarà messo in vendita
Le esultanze sono un angolo tanto periferico e sovrastrutturale del calcio che mi pare assurdo non siano state ancora messe sul mercato, ma prima o poi qualche furbo ci arriverà. Presentano una potenzialità assurda: pensate alla Nutella che compra per un anno le esultanze di Lautaro, che quindi ad ogni gol tira fuori dalle mutande un vasetto in versione ridotta di cioccolata spalmabile, e non voglio neanche anticipare quante idee possano venir fuori da una partnership Chanteclair-Belotti.
Ma spingiamoci oltre: perché non mettere anche all’asta tale possibilità decisionale, concedendo dello spazio anche ai tifosi? In fondo il calcio appartiene a loro, ce lo diciamo sempre. Con un mero milioncino di euro, si potrà probabilmente far “hittare il griddy” al proprio giocatore preferito in finale di Champions.
Ovviamente, non dovrei neanche dirlo, ciascun tipo di messaggio politico/ideologico sarà vietato, tranne la scritta “I love Jesus”.
5. Alcuni incontri della stagione verranno simulati
Ce lo diciamo sempre, costantemente, che ormai ci sono troppe partite, ma è evidente come tale lamentela non venga presa seriamente dalle istituzioni sportive, neanche se esposta dai calciatori stessi. Poiché però a un certo punto si giungerà a un ingolfamento totale dei calendari, con anche competizioni da giocare in contemporanea – e questo è già quasi successo nel 2019 al Liverpool, ricordate? –, sarà stabilito che alcune partite si disputeranno senza essere giocate. Affidandosi direttamente a dei calcolatori con intelligenza artificiale, le sfide saranno simulate più o meno alla maniera di FIFA o Football Manager, in modo da evitare dispendio di energie dei calciatori, trasferte e altri residui inutili del passato.
Inizialmente, alle squadre insoddisfatte dagli esiti sarà concesso ri-simulare la partita, al prezzo di 100.000 euro circa, ma con il tempo, abituatisi tutti al verbo inconfutabile della tecnologia, questa prassi verrà abrogata in quanto neanche più presa in considerazione.
6. Le conferenze e interviste pre/post partita saranno affidate a degli automi
L’aspetto comunicativo ha assunto sempre più centralità nel mondo calcistico, aumentando la sua pervasività man mano che il bisogno di contenuti da parte delle reti di infotainment è cresciuto. Tuttavia, nei momenti che precedono o seguono le partite, la sostanza delle conversazioni tra giornalisti e addetti ai lavori è nel 90% dei casi pari a quella di una sottiletta. Frasi di circostanza, ripetute a macchinetta, che cadono nel dimenticatoio appena pronunciate, dettate spesso da linee guida societarie che impediscono una reale possibilità di arricchire la discussione sportiva. Per questo, con la ruggente evoluzione tecnologica, i club arriveranno alla naturale conclusione: affidare discorsi robotici a congegni robotici, con frasi prese direttamente da un database di parole di circostanza, uno storico di frasi fatte da dare in pasto a benvolenti giornalisti che attenzione, non staranno a guardare, ma si affideranno altrettanto a colleghi androidi per farsi sostituire nella tediosa formalità.
Il pubblico da casa, non più abituato ad alzare la testa dal cellulare durante questi momenti, non si accorgerà neanche della differenza, poiché i robot sapranno replicare anche le voci di allenatori, giocatori e presidenti; e anche qualora dovessero alzare lo sguardo, converranno che alla fine non sarà cambiato molto.
7. Le telecronache verranno fatte dell’IA
Non c’è molto da dire, presto le emittenti televisive si accorgeranno di poter risparmiare denaro impiegando una tecnologia ormai perfettamente mimetica del linguaggio dei migliori cronisti, licenziandoli in tronco dal primo all’ultimo. Si aprirà dunque un’aspra diatriba legale, poiché Caressa e co. lamenteranno che la formazione dell’IA si sia basata proprio sull’elaborazione delle loro telecronache passate, ma alla fine, non possedendo nelle loro mani la prova di ciò, e mancando – del tutto incidentalmente – una regolazione ferrea, per loro non ci sarà più niente da fare. Come per le simulazioni, si partirà delle partite più timide e periferiche, per poi estenderà la novità ai match di cartello: Sassuolo-Udinese sarà il germoglio di un’ennesima sconfitta dell’umano.
8. I calci di punizione verranno battuti senza barriera
È un dato noto quello sulla sempre minore percentuale realizzativa dei free kick, per dirla all’inglese, per lo meno nei massimi campionati europei. Il miglioramento degli schemi difensivi, una minore preparazione sulla battuta o semplicemente una perdita di talento sul fondamentale: sono diverse le possibili ragioni che ci hanno depauperato di uno dei modi più esteticamente aggradanti di segnare, ma cancellare le punizioni, sostituendole con una qualche altra situazione da fermo, appare alquanto difficile alla FIFA. Per questo, il modo per rivitalizzarle sarà tanto ovvio quanto funzionale: togliamo la barriera! In questo modo più gol, più spettacolo, più competizione a Fortnite, più diritti televisivi venduti. Per i portieri, finalmente niente più necessità di sbraitare comandi ai difensori, garantendo anche meno tensioni interne e un maggiore team building.
9. Ai calciatori sarà consentito indossare dei cappelli con porta lattine durante gli incontri
Perché accettiamolo, farà sempre più caldo e ci saranno sempre più partite giocate a climi incompatibili con la sopravvivenza degli esseri umani, per lo meno quelli non idratati a sufficienza. Per evitare costanti perdite di tempo con dodici cooling break a partita, gli atleti potranno disporre di una bevanda restando sempre nel vivo del gioco, portandola semplicemente ai lati della testa. Per altro, la scelta sul tipo di bevanda sarà per loro puramente arbitraria. Stai vincendo 5-0 e mancano due minuti? Se ti sei organizzato bene, puoi scolarti un peroncino di festeggiamento!
«E i colpi di testa?», chiederà qualcuno. Tesoro, pensi sia una vera scelta quella tra il colpire con la fronte una palla e il morire di insolazione?
10. Il prezzo dei calciatori sarà tarato anche in base al numero di follower
Sì, va bene, i gol, le reti inviolate, le vittorie, i trofei… ma non possiamo dimenticare l’importanza del branding nel mercato globale di investitori, sponsor e broadcaster! Man mano che l’immagine pubblica del calciatore entrerà in competizione con quella puramente atletica, le società si regoleranno di conseguenza, tendendo a preferire coloro che, direbbe un Marco Montemagno, «smanettano bene» sui social, con la giusta estetica, i giusti outfit, il giusto diplomatico distacco da qualunque faccenda politico-sociale sia in corso nel mondo. Ovviamente, però, le stesse squadre tenderanno a una maggiore reticenza nel privarsi di influencer affermati, aumentando il prezzo per coloro capaci di attrarre più like e follower; in questo contesto, le affiliazioni dei club a loschi venditori di follow non potranno evidentemente mancare, gonfiando ancor più la bolla inflattiva sia dei seguaci che dei soldi in circolazione. Ma siccome a nessuno darà realmente fastidio, la cosa non sarà mai davvero sanzionata.
11. La Champions League verrà estesa a 360 squadre
Il nome sarà UEFA Champions Europa Conference League Cup Trophy, inglobando quindi anche le altre due competizioni del Vecchio Continente. Perché escludere qualcuno da una festa milionaria quale la coppa più prestigiosa d’Europa, così come la possibilità di ulteriori incontri da incastrare nel palinsesto, apparirà alla UEFA sempre più una forzatura e un’ingiustizia. Per questo tutte, ma proprio TUTTE le squadre delle prime divisioni nazionali in Europa potranno sognare di portare a casa il trofeo dalle Grandi Orecchie. Il format? Non ve lo spoilero, anzi onestamente non ho proprio voglia di concepirlo visto che questo è un articolo satirico e Čeferin non mi darebbe un centesimo per l’idea.
12. La Serie C sarà abolita e sostituita da un campionato di sole squadre Under-23
Questa è una chicca nostrana: dato che ogni anno continueranno ad esserci tra i due e i dieci fallimenti societari, che coinvolgono quasi sempre la terza serie italiana, la FIGC, piuttosto che tediarsi a fornire un più severo controllo delle disponibilità economiche o richiedere maggiori garanzie sulla solidità dei potenziali acquirenti dei club, strapperà in un colpo solo il cerotto. Fuori la C, largo ai giovani – in un campionato a parte!
Per i talenti del futuro, dunque, la possibilità di conoscere da subito quei tratti distintivi del calcio d’élite in Italia: stadi fatiscenti, combine, colloqui post-gara con il tifo organizzato, la perifericità del meridione…
E per chi retrocede dalla Serie B? Poiché saranno quasi sempre retrocesse d’ufficio, fallite anch’esse, tali squadre finiranno direttamente in D, come logica anticipazione dell’inevitabile.
13. La UEFA introdurrà il suo All-Star Game
In quale fase della stagione? Non lo so. In quale sede? Non lo so – probabilmente dove ci sarà un emiro. Ma prima o poi questa cosa accadrà, e neanche tra troppo tempo. I giocatori eletti, prelevati dai team of the season – stagione passata, corrente, poco importa – delle coppe europee e dei campionati nazionali, si sfideranno in una mirabilolante competizione divisa in crossbar challenge, gol olimpici, tiri nei bidoni e al volo, chiosando con una partita 11 vs 11 con le squadre selezionate dai due capitani, coloro reputati i due migliori al mondo in base al premio UEFA Best Player in Europe. Nella prima edizione saranno però Leo Messi e Cristiano Ronaldo, ormai più o meno quarantacinquenni, a rivestire la carica, in una arbitraria ma a livello di marketing saggia presa di posizione della federazione. Il portoghese prenderà serissimamente la missione, instaurando un regime del terrore in preparazione alla gara; l’argentino passerà gran parte dei giochi a bere mate, delegando il tutto al suo vice non ufficiale, el Kun Agüero.
14. Si potrà scommettere su annullamento e sospensione delle partite per tornadi, alluvioni, tsunami, tempeste di fulmini, esplosioni del sole…
Tutte queste calamità saranno sempre più plausibili, con la tropicalizzazione del clima che già sta colpendo l’Italia e presto anche altre zone del pianeta, e i siti di scommesse – pardon, di informazione calcistica, quelli per i veri appassionati di calcio, che vogliono restare sempre aggiornati sui gol, le statistiche, i calci d’angolo – non lasceranno che questa nuova tangente ludica venga sprecata.
Per questo, in una pubblicità con Luca Toni, Francesco Totti e Lino Banfi – arrivato a 102 anni –, in cui cavalcano dei tifoni vestiti da cowboy, verrà annunciata la nuovissima branca dei “pronostici”. Il comico andriese chiuderà lo spot con un «Mi raccomendo, non vi fete risucchiere dal gioco!», e ogni parte coinvolta sarà prosciolta da dilemmi morali.
Ça va sans dire, quelle partite sospese o annullate verranno simulate, vista l’ormai impossibile missione di trovare buchi nel calendario.
15. La FIFA inaugurerà una sua Fiera del Cinema, per tutti i prodotti audiovisivi dedicati al calcio usciti nel singolo anno solare
Con la superfetazione del calcio in svariati ambiti paralleli, praticamente ogni club si dedica oggigiorno alla realizzazione di clip, documentari, serie TV o lungometraggi dedicati alle stagioni appena concluse, a dei traguardi storici, alla promozione di una determinata gara o anche solo di una nuova maglietta.
La qualità di questi prodotti è aumentata esponenzialmente, forse nella volontà di usarli come specchietti per allodole, accalappiatori di interazioni sui social, o talvolta contribuendo realmente ad arricchire la narrazione di questo sport, svelando chicche nascoste o squarci contestualizzanti. Stabilire che siano belli o brutti, utili o meno, non è però compito che spetta a me. Spetterà infatti alla sempre ottima FIFA, che allestirà a Zurigo questa nuovissima kermesse in cui le categorie film, serie TV, documentari e social clip/cortometraggi saranno valutati da una giuria assolutamente non qualificata, composta di ex calciatori e attori hollywoodiani con alle spalle sei partite viste in assoluto nella loro vita – tendenzialmente in quel di Como.
16. Sarà possibile giocare alla “fantaguerra”
Finalmente uno sfogo ludico e creativo per un’attività così lenta, noiosa, e – diciamocelo – triste come il conflitto armato! Applicando gran parte dei parametri e delle conoscenze pregresse del fantacalcio, sarà presto facile per potenziali giocatori e giocatrici interessarsi alla guerra, viverla nei suoi più viscerali dettagli, nelle sue più sottese implicazioni geopolitiche, studiarne le concause e i possibili esiti, così da poter prendere in giro migliori amici o amiche quel weekend.
All’asta si potranno acquistare i generali, i ministri degli esteri, i capi di Stato e persino le truppe mercenarie; ogni battaglia conterà come una partita, dove ai generali verrà attribuito un +3 per ogni decesso nell’esercito nemico, +4 per quelli dei civili, +8 per ogni conferenza stampa apologetica concessa ai ministri degli esteri, e per ogni località conquistata un +10 ai leader nazionali.
I “fantaguru” non staranno con le mani in mano, ampliando prontamente i loro orizzonti consultori per suggerire i migliori strateghi low cost, le combinazioni da evitare in termini di trasferte più ardue, condizioni del campo e risorse nell’arsenale a disposizione. Fantagazzetta, invece, metterà in palio un AK47 per il vincitore del proprio campionato nazionale.
17. I calciatori vivranno in delle bolle, letteralmente
Delle specie di sfere in finissimo plexiglass, inventate da Elon Musk, faranno da membrana protettiva degli atleti capaci di permettersele, garantendo un distacco fisico perfetto e inscalfibile dalla realtà fenomenica circostante. Inevitabilmente i calciatori, coloro – al livello d’élite, ovviamente – più sofferenti verso l’esposizione mediatica nel mondo sportivo, saranno i primi ad accalappiarsi il magico gingillo. Termoregolate, con la possibilità di connettersi al bluetooth e anche di proiettare contenuti a mo’ di display, ovviamente protettive e perfettamente sincronizzate ai movimenti corporei, insonorizzate e oscuranti, queste bolle ricondurranno i giocatori nel mondo reale, senza doverne più essere toccati. Ritroveremo Yamal, Mbappé, Haaland e chissà chi altri a pascolare nel gregge dei comuni mortali, senza più cappellini o baffi finti, in una sferica garanzia della loro intangibilità, quasi divina o comunque con tale ambizione.
Così senza sentire, guardare o tastare il resto dei furon simili, nulla più forzerà i calciatori a esperire il vile reale, tutt’al più fatto di ineguaglianza, fame, inquinamento, climi ostili e altro fastidioso dolore. Il prato verde ne resterà una nostalgica e parodica miniatura, da percorrere per permettersi l’evasione dal resto. E capiremo che di una razza al di sopra non si nasce, ma si diventa, una volta che il proprio conto in banca non è nemmeno più stimabile.
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