La notizia della mancata convocazione di Federico Chiesa per il tour precampionato del Liverpool ha acceso i riflettori sul futuro di uno dei giocatori più forti del calcio italiano. Dopo un’esperienza in Premier League che non ha prodotto i frutti sperati, la carriera del giocatore si trova a un bivio cruciale. L’ipotesi di un ritorno di Chiesa in Serie A rappresenta una scelta strategica fondamentale per un calciatore che ha bisogno di ritrovarsi, di sentirsi al centro di un progetto e di riconquistare quella forma smagliante che lo rese uno dei principali eroi dell’Europeo 2020.
L’analisi del suo prossimo passo non può limitarsi a considerare il blasone del club, ma deve ponderare attentamente l’ambiente, il sistema di gioco e le opportunità reali di essere protagonista. Non si tratta di valutare a quale squadra farebbe più comodo, ma quale sarebbe la scelta migliore per la sua carriera.
Perché è importante recuperare Chiesa?
In un mondo che va sempre più veloce, in molti hanno già accantonato il ragazzo, ma parliamo di un calciatore che, prima del grave infortunio al legamento crociato ai tempi della Juventus, aveva dimostrato di poter essere devastante ai massimi livelli, unendo velocità, dribbling e una straordinaria capacità di incidere nelle partite importanti. L’infortunio, seguito da un recupero complesso e da un’annata con più ombre che luci in Inghilterra, ha inevitabilmente intaccato alcune certezze. Nonostante tutto questo, ancora oggi Chiesa rappresenta un patrimonio da recuperare per il calcio italiano.
La scelta del suo prossimo club dovrà basarsi su criteri precisi: un sistema tattico che ne esalti le caratteristiche, un allenatore capace di valorizzarlo, un ambiente che gli garantisca fiducia e un ruolo da titolare indiscusso. Quest’ultimo punto è forse il più importante: per tornare ai suoi livelli, Chiesa ha bisogno di giocare con continuità, di sbagliare senza la pressione asfissiante di una panchina imminente.
Dal punto di vista del mercato, la sua situazione rappresenta un’occasione unica: un club potrebbe assicurarsi un giocatore molto importante a una cifra relativamente contenuta, che si aggira intorno ai 10 milioni di euro per il cartellino, un prezzo dettato più dalla necessità del Liverpool di liberare spazio salariale che dal reale valore del giocatore.
La tentazione dei “top club”
L’istinto porterebbe a pensare alle “grandi” squadre della Serie A come destinazioni naturali. Tuttavia, un’analisi più approfondita può rivelare diverse insidie.
NAPOLI: sebbene per il club partenopeo l’acquisto di Chiesa a queste condizioni sarebbe un colpo eccellente, per il giocatore la mossa sarebbe discutibile. Il Napoli vanta già un reparto offensivo affollato sugli esterni, con giocatori in cui Antonio Conte ripone grande fiducia. In un contesto del genere, Chiesa non avrebbe la garanzia di titolarità di cui ha disperatamente bisogno, rischiando di entrare in un turnover che ne limiterebbe il percorso di recupero.
MILAN: un discorso molto simile vale per i rossoneri. Il Milan dispone di tanti giocatori sulle fasce, e due titolari praticamente inamovibili come Rafael Leão e Christian Pulisic. Inoltre, il feeling tattico con Massimiliano Allegri nella sua ultima esperienza alla Juve non è stato proprio ottimale.
INTER: la situazione tattica dei nerazzurri solleva interrogativi. È vero che la squadra sta lavorando all’idea di un passaggio al 3-4-2-1, in cui lui potrebbe ricoprire il ruolo di sottopunta, ma è ancora tutto troppo sperimentale e rischioso: per il neo-tecnico Cristian Chivu, qualora le cose dovessero mettersi male, sarebbe quasi naturale tornare immediatamente al consolidato 3-5-2 che Simone Inzaghi ha plasmato sulla squadra, che ha mantenuto praticamente tutti i suoi senatori. A quel punto Chiesa non avrebbe più una collocazione naturale, sotto il punto di vista tattico. A questo ci sono da aggiungere le pressioni di un club che punta a vincere, che potrebbero non essere l’ideale per un giocatore in cerca di serenità.
JUVENTUS: un ritorno in bianconero, oltre che per la concorrenza di giovani talenti emergenti come Kenan Yildiz e Francisco Conceição, sarebbe controverso per come Chiesa si è lasciato con l’ambiente, ricorderete le grosse polemiche sul rinnovo mancato al momento dell’addio. Tornare a Torino significherebbe ripartire da dove i problemi sono iniziati, senza la certezza di un progetto costruito su di lui.
Le piazze ideali per il rilancio
Escluse le opzioni più rischiose, emergono tre scenari che, per motivi diversi, potrebbero rappresentare la culla perfetta per la rinascita di Chiesa.
ROMA: la squadra di Gian Piero Gasperini rappresenta una soluzione estremamente intrigante. Il club giallorosso, per completare il mercato, ha una palese necessità di un esterno sinistro a piede invertito. A Roma non solo troverebbe un posto da titolare quasi garantito, ma anche un allenatore che è stato in grado di valorizzare praticamente ogni cosa gli si parasse di fronte nel corso della sua carriera. Economicamente, inoltre, la Roma avrebbe la forza per sostenere il suo ingaggio di 5 milioni di euro, magari con una leggera riduzione da parte del giocatore.
ATALANTA: l’ipotesi bergamasca è chiaramente legata alla possibile partenza di Ademola Lookman. Se l’eroe della finale di Europa League 2024 dovesse essere ceduto, si aprirebbe lo spazio perfetto per Chiesa. L’ambiente di Bergamo, meno pressante rispetto alle metropoli, è storicamente un luogo ideale per i giocatori che devono ritrovarsi. L’ingaggio sarebbe un ostacolo, ma non insormontabile, considerando che il tetto salariale dell’Atalanta si è alzato negli ultimi anni – Gianluca Scamacca guadagna 3,2 milioni di euro netti, e a quanto pare ne erano stati offerti 4 a Mateo Retegui per il rinnovo.
BOLOGNA: dal punto di vista puramente calcistico, Bologna sarebbe la scelta perfetta, quasi idilliaca. Vincenzo Italiano, nella scorsa stagione, ha dimostrato tutta la sua capacità nel valorizzare gli esterni d’attacco, come testimoniano le prestazioni dei titolari Riccardo Orsolini – record di gol in carriera – e Dan Ndoye – passato da 1 a 8 gol in Serie A –, ma anche gli stessi Cambiaghi e Benja Domínguez, o in passato Nico González. A Bologna, Chiesa troverebbe un ambiente entusiasta ma senza le pressioni tossiche di una grande piazza. Il problema, enorme, è di natura economica: l’ingaggio di Chiesa – 5 milioni netti – è più del doppio del tetto salariale del club – fissato a 2 milioni. Un suo approdo in Emilia sarebbe possibile solo a fronte di un sacrificio economico senza precedenti da parte del giocatore, una mossa dettata dalla volontà di privilegiare il progetto tecnico sopra ogni altra cosa.
La Roma offre probabilmente lo scenario più realistico, tra quelli ideali: un buon compromesso tra una scelta progettuale ed economica. Già con l’Atalanta dovrebbe fare delle rinunce, mentre l’ipotesi Bologna sembra proprio lontanissima dalla realtà. Sta a lui capire cosa fare: farsi affascinare dai grandi nomi e dall’aspetto salariale, rischiando di rimanere impantanato nei disagi tecnico/tattici che hanno costellato i suoi ultimissimi anni di carriera, o scegliere il posto giusto per rilanciarsi, sentirsi nuovamente protagonista e riconquistare una Nazionale che ha grande bisogno di lui. A ottobre saranno 28 anni, le possibilità di commettere un errore nella scelta, probabilmente, sono finite.
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