Quella di Giovanni Di Lorenzo, laterale destro del Napoli classe 1993, è una storia che dimostra, ancora una volta, che non serve provenire da un grande settore giovanile per poter arrivare ai vertici del calcio italiano ed europeo.
Giovanni Di Lorenzo nasce a Castelnuovo di Garfagnana, in provincia di Lucca, e muove i suoi primi passi nel mondo del calcio dei grandi nella squadra cittadina, la Lucchese, con la quale esordisce in Serie D a soli quindici anni e nella quale incontra il DS Paolo Giovannini, che lo scopre e lo tratta come fosse un figlio.
A sedici anni lascia casa sua per trasferirsi a Reggio Calabria, calcisticamente alla Reggina, dove si inizia ad intravedere la duttilità spesso dimostrata negli anni: nella stagione 2010/2011 gioca 24 partite nel campionato Primavera Serie C, 4 nel Torneo di Viareggio e una in Serie B – debutto a 17 anni nella gara persa per 3-2 contro il Sassuolo – svariando tra le posizioni di difensore centrale nella difesa a 3, terzino destro ed esterno di centrocampo. Tuttavia, dopo un prestito al Cuneo nel 2012, e il ritorno alla base in Calabria con relativo approdo alla prima squadra, la Reggina fallisce e, sprovvisto di un procuratore, Di Lorenzo si ritrova svincolato.
Qui torna utile l’amicizia con Giovannini, che gli propone, date le sue enormi potenzialità, di cercare una squadra che aspirasse a vincere il campionato di Serie C. Il 19 Agosto 2015 dunque firma con il Matera a titolo gratuito, dove in poco più di 2 anni alla corte di Pasquale Padalino si trasferisce in pianta stabile nel ruolo di esterno difensivo destro collezionando 70 presenze condite da 4 gol e 6 assist. Le buone prestazioni gli valgono la chiamata da una grande della Serie B, l’Empoli di Vivarini – al quale subentra Aurelio Andreazzoli dalla ventesima giornata –, che lo riporta in toscana per 600.000 euro.
Questo trasferimento è un passaggio chiave per il suo approdo ai vertici del calcio italiano. A testimonianza di ciò non solo la vittoria immediata del campionato di Serie B e quindi l’approdo nel massimo campionato italiano, ma soprattutto la sua prima annata in Serie A, da incorniciare nonostante la retrocessione del suo Empoli – memorabile l’ultima giornata di quel campionato, in cui gli azzurri dovettero arrendersi contro l’Inter in piena lotta Champions, con i nerazzurri che si imposero 2-1 grazie ai gol di Keita e Nainggolan, oltre ad un miracoloso Handanovič.
Come detto, Di Lorenzo è protagonista di una prima stagione sorprendente in Serie A, la migliore fino a quel momento per rendimento e anche dal punto di vista realizzativo: a fine campionato saranno 5 i gol e 3 gli assist. Tutto questo non passa inosservato, e ad approfittarne è il Napoli, che nel luglio del 2019 se lo assicura per 8 milioni di euro.
Prima dell’arrivo della pandemia, Di Lorenzo ha il tempo di imporsi come titolare imprescindibile nello scacchiere dell’allora allenatore del Napoli Carlo Ancelotti, siglando il suo primo gol in maglia partenopea nella sconfitta all’Allianz Stadium contro la Juventus per 4-3 – partita nella quale segnano i propri primi gol anche Manōlas e Lozano, oltre che Danilo per i bianconeri – ed esordendo in Champions League nella vittoria per 2-0 al San Paolo contro il Liverpool di Klopp.
In questa escalation di conquiste personali, sale un ulteriore gradino quando il nuovo CT della Nazionale italiana Roberto Mancini lo convoca per le qualificazioni ai successivi Europei, e lo fa debuttare nella gara vinta per 5-0 contro il contro il Liechtenstein, nella quale mette a referto anche un assist per il gol allo scadere di Andrea Belotti.
L’annata del Napoli è complicata e culmina negativamente nel famoso “ammutinamento” post pareggio con il Red Bull Salisburgo, solo l’approdo in panchina di Gennaro Gattuso riesce a rimettere in sesto la squadra e addirittura a portare un trofeo in bacheca al termine della stagione, il Napoli conquista infatti la Coppa Italia ai rigori, ai danni della Juventus dell’ex Maurizio Sarri.
Con il passaggio di consegne sulla panchina azzurra da Ancelotti a Gattuso prima e da Gattuso a Spalletti poi sono cambiate tante cose per il Napoli, ma l’unica certezza assoluta è rimasta Giovanni Di Lorenzo. Il suo posto da titolare sulla fascia destra non è mai stato in discussione e il ragazzo di Castelnuovo lo ha mantenuto con dei ritmi da stacanovista: da quando gioca in Serie A, ha passato 15.272 minuti in campo nelle 180 gare a disposizione tra Empoli e Napoli considerando tutte le competizioni, una media di circa 85 minuti per gara – escluse le squalifiche, in 4 stagioni ha saltato infatti solo 5 gare, senza considerare il recente infortunio al ginocchio.
Il 2021 è l’anno che lo mette sotto le luci della ribalta anche in campo internazionale: il Napoli all’ultima giornata non riesce a conquistare la Champions, ma per Di Lorenzo la stagione non è finita, perché in estate c’è da giocare l’Europeo con l’Italia. Il toscano nelle gerarchie di Mancini parte dietro Alessandro Florenzi, che però si fa male nella partita d’apertura di Euro 2020 contro la Turchia, costringendo l’ingresso del laterale del Napoli al 45′. Da quel momento in poi Di Lorenzo diventa un punto fermo della squadra, mettendo in mostra prestazioni di altissimo livello e mantenendo la titolarità fino al termine della competizione, anche quando Florenzi torna arruolabile. Un torneo giocato al limite della perfezione rischia di sbriciolarsi quando Shaw, nella finale contro gli inglesi a Wembley, gli scivola alle spalle dopo due minuti portando avanti gli avversari, ma l’Italia non si scompone, la riprende grazie alla rete di Bonucci e porta a casa la Coppa ai rigori.
Dopo una lunga gavetta passata attraverso la partecipazione a tutte le categorie – professionistiche e in parte non – del calcio italiano, Giovanni Di Lorenzo è riuscito a raggiungere un traguardo impensabile fino a qualche anno prima. Le sue qualità calcistiche sono state naturalmente fondamentali, ma la tenacia con la quale ha creduto in sé stesso e coltivato il suo sogno è stata altrettanto importante. Dalla Serie D al tetto d’Europa, è tutto vero.
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