Francesco Guidolin, Luciano Spalletti, Maurizio Sarri e Marco Giampaolo sono quattro allenatori fra loro diversi, calcisticamente accomunati da un passato ad Empoli, terra dove hanno potuto esprimere le loro idee di gioco, farsi conoscere dagli appassionati e ottenere buoni risultati. Alessio Dionisi ha l’onore e l’onere di dover continuare questa tradizione, dopo quanto dimostrato nel corso di questa stagione, essendo infatti chiaro che nella prossima allenerà in Serie A, anche se ancora non è certo se ciò avverrà sulla panchina dell’Empoli.
Le richieste, secondo quanto riportato dai principali giornali sportivi italiani, sono davvero tante – Lazio e Sampdoria su tutte – e ciò non stupisce, dato che nel campionato 2020/2021 di Serie B, come da tradizione tra i più equilibrati d’Europa e in un’annata particolare per tutti, c’è stata una sola certezza, una sola bellissima costante: l’Empoli di Alessio Dionisi.
La squadra azzurra ha ammazzato il campionato, senza mai perdere in casa e riuscendo a stupire non solo per i risultati ma anche per i principi di gioco. Quello dell’Empoli è un 4-3-1-2 vivace e piacevole da guardare. È una squadra che costruisce dal basso, il cui sviluppo si basa sul fraseggio e a cui piace tenere il pallone, trattandosi però sempre di un possesso finalizzato a giungere nell’area avversaria: la squadra sa infatti anche verticalizzare con efficacia. E a proposito di possesso palla, contro il Pordenone, l’Empoli ha fatto segnare il record dell’ultimo campionato cadetto, con ben il 74% di possesso. In fase di non possesso, invece, tende a mantenere la difesa alta, in modo da favorire il recupero del pallone. Cerchiamo quindi di scoprire i segreti della squadra che ha dominato l’ultima Serie B, e il percorso compiuto da questo giovane allenatore.
Da dove venivano l’Empoli e Dionisi?
Le premesse, in realtà, non erano proprio ottime. L’Empoli è una delle società più solide e ricche di storia tra quelle che si sono presentate ai nastri di partenza. Il club ha potuto contare anche su una squadra – sulla carta – competitiva, ma che veniva tuttavia da una stagione molto deludente. Nel 2019/2020, infatti, nonostante la squadra fosse stata costruita nell’ambizione di centrare la promozione, si è presto arenata a metà classifica, sfiorando addirittura l’incubo, per qualche mese concreto, di una clamorosa retrocessione in Serie C. In seguito all’avvicendamento di ben tre allenatori sulla panchina degli azzurri – Cristian Bucchi, Roberto Muzzi e Pasquale Marino –, la stagione si è conclusa con il pareggio al Bentegodi nei play-off, che ha mandato avanti il Chievo in virtù del miglior piazzamento nella regular season. Il presidente Corsi decise così di affidare la prima squadra a Dionisi per la stagione successiva.
Alessio Dionisi, classe 1980 di Abbadia San Salvatore, borgo situato a pochi chilometri da Siena, torna così nella sua Toscana. Da calciatore era stato un difensore centrale con il vizio del gol – ben 25 segnati in carriera –, mai però arrivato oltre la Lega Pro, dove ha giocato con la maglia della Tritium. A pochi anni dall’inizio della sua carriera da allenatore, le cose sembrano andare già molto meglio. Dopo qualche esperienza in quarta serie, è con l’Imolese che mette davvero in mostra le sue idee di gioco, arrivando a disputare i play-off di Serie C, e ricevendo in seguito la grande chiamata del Venezia.
I veneti, ripescati in Serie B, sembravano spacciati alla vigilia del campionato, ma Dionisi riuscì a condurre i lagunari verso una salvezza tranquilla. Quando però Dionisi passa ad Empoli, è chiamato ad un salto di qualità, non essendo in passato mai stato in lotta per qualcosa di più di quanto ottenuto con il Venezia, dato che i toscani ambivano dichiaratamente a tornare nella massima serie il più presto possibile.
Il girone d’andata e la mini-crisi di novembre
Il suo cammino ad Empoli è piuttosto lineare, anche se non sono mancate delle brusche frenate. La più pesante fra queste è certamente quella arrivata contro il Venezia, per 2-0, il primo di novembre. Dionisi era tra l’altro stato punito dalla sua ex squadra dopo una partita di Coppa Italia dove l’Empoli aveva vinto al Ciro Vigorito per 2-4, eliminando clamorosamente il Benevento, squadra di Serie A, e sembrava lanciato verso il dominio incontrastato del campionato.
Questa sconfitta dà inizio a un periodo di flessione in cui l’Empoli conquista solo 6 punti in 5 partite, ma che resterà l’unico KO del girone d’andata. Dopo questa mini-crisi, che fa scivolare l’Empoli al quarto posto, il momento di svolta della stagione è il 2-5 in casa della Virtus Entella. Il mattatore della serata è Leonardo Mancuso, autore di quattro reti in appena 14 minuti, che gli permettono di sbloccarsi dopo qualche difficoltà riscontrata a inizio stagione.
Fino a quel momento, un vero bomber era l’unico tassello che mancava a questa squadra per poter davvero spiccare il volo. L’Empoli lo trova così in un ragazzo che in carriera ha quasi sempre giocato da ala o da seconda punta e forse questo, più di tutto, spiega come il calcio di Dionisi sia perfettamente corale. Una prima punta di movimento come Mancuso si è quindi incastrata perfettamente in questo ingranaggio. Gli azzurri chiudono il 2020 al primo posto, che poi non lasceranno mai più.
Gennaio 2021, la consacrazione contro due squadre campane
La partita che ha consacrato questa squadra a livelli altissimi, paradossalmente, è una sconfitta. Il 13 gennaio l’Empoli esce a testa alta dalla Coppa Italia, perdendo per 3-2 allo Stadio Diego Armando Maradona contro il Napoli, nonostante l’indisponibilità all’ultimo minuto, causa COVID-19, di tre giocatori, più Dionisi – sostituito dal vice Paolo Cozzi. I toscani tengono testa sul piano del gioco a una big della Serie A e raggiungono due volte sul pareggio la squadra di Rino Gattuso con una doppietta di Nedim Bajrami, giovane trequartista albanese su cui torneremo tra poco. La gara viene decisa soltanto da un rocambolesco gol di Petagna sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
Quattro giorni dopo, l’Empoli fornisce un’altra grandiosa prova di forza: rifila alla Salernitana, anch’essa in corsa per la promozione, un roboante 5-0. I cinque marcatori diversi certificano la forza del gruppo guidato da Dionisi, che a questo punto non può più nascondersi: si tratta della squadra più forte della Serie B, avversaria soltanto di sé stessa in quella che ormai inizia già a essere una volata solitaria verso il massimo livello del nostro calcio.
La quantità dei gol segnati non basta forse a descrivere il dominio sciorinato in quella partita. Il gol che sblocca la gara nasce da un’azione condotta a memoria dalla squadra: apertura di Bajrami per Fiamozzi sulla destra, cross basso al centro, velo di Mancuso e palla che arriva a Ricci, che può così segnare il suo primo gol in Serie B. Di fattura forse ancora più pregevole è il terzo gol, che nasce da un meraviglioso scambio al limite dell’area tra La Mantia e lo stesso Mancuso, che fa andare totalmente fuori giri la difesa granata.
Il rovescio della medaglia è che questi risultati contro le due squadre campane accendono i riflettori su quest’Empoli, con vari titoloni dedicati alla squadra di Dionisi. Sebbene questa pressione avrebbe potuto rappresentare un problema, la squadra nel girone di ritorno sa confermare quanto di buono fatto vedere in precedenza. Il direttore sportivo Pietro Accardi non ha dovuto così effettuare grossi cambiamenti nel mercato di riparazione: l’unico arrivo è stato quello di Stefano Sabelli, che in poco tempo riesce a conquistare la titolarità sulla fascia destra. L’Empoli chiude il girone d’andata al primo posto, nonostante il mezzo passo falso al Via del Mare, dove il Lecce riesce a rimontare un doppio svantaggio, che vale il 2-2 finale.
Il girone di ritorno e la volata in Serie A
Quella contro i salentini è una rimonta che rischia a un certo punto di pesare tanto, perché nei primi mesi del 2021, oltre alla Salernitana e al Monza, a tenere il passo dell’Empoli sarà proprio il Lecce di Eugenio Corini, “regina” del mercato invernale della serie cadetta, con gli arrivi, tra gli altri, di due giocatori esperti e navigati come Fabio Pisacane e Christian Maggio. L’Empoli di Dionisi, se da un lato mantiene l’imbattibilità in campionato, che dura da ottobre 2020, dall’altro non guarisce dalla “pareggite”: tra la seconda e la sesta giornata di ritorno, saranno cinque i segni ‘X’ consecutivi.
I ragazzi di Dionisi fuggono definitivamente in classifica tra aprile e maggio, con la contemporanea flessione del Lecce, che intanto cede il secondo posto alla Salernitana, squadra dai principi di gioco reattivi e quindi totalmente opposti a quelli dell’Empoli – non a caso, ultima per possesso palla medio –, che otterrà però anch’essa la promozione diretta. L’Empoli termina la serie di 28 risultati utili consecutivi al Cino e Lillo del Duca di Ascoli, ma nella giornata successiva, con la vittoria per 4-0 contro il Cosenza, conquista la settima promozione della sua storia, insieme alla vittoria del campionato. A sbloccare la partita è, neanche a dirlo, Leonardo Mancuso, che realizza un calcio di rigore. La successiva doppietta di La Mantia fa già esplodere la festa in città, mentre a chiudere la partita sarà Bajrami, incredibilmente con un colpo di testa, giocata che esula dal suo repertorio abituale: il segnale che quando l’Empoli è in giornata, riesce tutto.
I toscani possono così affrontare la trasferta di Salerno, che altrimenti sarebbe stata un pericolosissimo scontro diretto, con la promozione già in tasca. La squadra di Castori si vendica parzialmente dell’andata vincendo per 2-0, ma all’ultima giornata contro il Lecce i ragazzi di Dionisi ribaltano lo svantaggio iniziale – finisce 2-1 –, togliendosi lo sfizio di concludere il campionato senza neanche una sconfitta al Castellani e potendo così onorare al meglio la consegna del nuovo trofeo della Lega B, che da questa stagione prende il posto della Coppa Ali della Vittoria.
I principali interpreti del gioco di Dionisi
Cerchiamo di capire meglio come gioca la squadra vincitrice della Serie B analizzando uno per uno i vari reparti. Il portiere, Alberto Brignoli, non ha bisogno di presentazioni, essendo già entrato nella storia della Serie A con quel gol di testa contro il Milan quando vestiva la maglia del Benevento.
La difesa è guidata da Simone Romagnoli, capitano della squadra, centrale di destra con buone capacità di impostazione, confermatosi uno specialista delle promozioni dalla B alla A centrando quest’obiettivo per la quarta volta nella sua carriera. Al suo fianco si sono alternati i giovani Dīmītrīs Nikolaou e Nicolò Casale. Sulla destra Stefano Sabelli ha scalzato Riccardo Fiamozzi nel girone di ritorno, mentre sulla sinistra la scelta di Dionisi è tra due talenti in rampa di lancio: Aleksa Terzić, classe 1999 di proprietà della Fiorentina, e soprattutto Fabiano Parisi, il vero gioiellino di questa squadra, richiesto anche da grandi club, soprannominato ‘il pendolino di Serino‘, in onore del paese in provincia di Avellino dove è nato nel 2000. Dalle caratteristiche dei terzini, tutti propriamente di spinta – tutti e quattro hanno giocato, in carriera, anche da esterni di centrocampo –, possiamo già dedurre le caratteristiche del gioco di Dionisi: i centrocampisti – o i difensori in uscita – riescono spesso a pescare uno dei due terzini sul fondo, riuscendo a creare superiorità, anche grazie alla sovrapposizione delle mezze ali, mentre una delle due punte viene spesso incontro al pallone.
A proposito di centrocampisti, in mezzo al campo a dirigere le operazioni e a dettare i tempi c’è un’altra vecchia conoscenza della Serie A: l’ex-Parma Leo Štulać, che dopo una stagione 2019/2020 piuttosto deludente torna ad esprimersi ai massimi livelli con Dionisi. Le sue capacità di regia, la sua importanza nella prima costruzione e nello smarcamento ma anche le sue capacità di interdizione si sono rivelate fondamentali, facendolo risultare il vero uomo di equilibrio della squadra. Spesso effettua la cosiddetta Salida Lavolpiana, ovvero si abbassa tra i centrali favorendo l’uscita degli stessi per la costruzione dal basso, ed è inoltre incaricato di battere i calci piazzati. La centralità di Štulać nel puzzle di Dionisi ha favorito lo spostamento di Samuele Ricci nella posizione di mezzala destra. Di Ricci si parla un gran bene da un paio di anni, essendo a 19 anni già un centrocampista completo, dotato di qualità nelle giocate ma anche di quantità e di senso della posizione. In questa stagione ha affinato le sue capacità di verticalizzazione – basti rivedere l’assist illuminante per Olivieri contro la Reggina per rendersene conto. Per le mezze ali, Dionisi ha davvero l’imbarazzo della scelta: oltre a Ricci, ha a disposizione Nicolas Haas, Szymon Żurkowski e soprattutto l’estroso Filippo Bandinelli, che nonostante quattro mesi di assenza per una contusione al ginocchio ha messo a referto 6 assist vincenti.
Il vero giocatore chiave di questa squadra è però Nedim Bajrami, delle cui enormi prospettive abbiamo già parlato, e che interpreta in chiave moderna un ruolo che negli ultimi anni è diventato sempre più raro da vedere contemplato nelle scelte degli allenatori: quello del trequartista. Bajrami ha sia grandi qualità nel palleggio – può dare una mano ai centrocampisti – che un’ottima visione di gioco; riesce a vedere la giocata in anticipo, dimostrando anche un acume tattico particolarmente sviluppato per un ragazzo di 22 anni, e inoltre non disdegna la conclusione dalla media distanza. Nella maggior parte dei casi è lui che riesce a trasformare il possesso palla orizzontale della squadra in una pericolosa verticalizzazione o in un’apertura sull’esterno. Ciò lo rende la fonte primaria di quasi tutte le palle gol che costruisce la squadra.
Per quanto riguarda il reparto avanzato, abbiamo già parlato di Leonardo Mancuso, attaccante di movimento che sa giocare il pallone – 4 assist in stagione –; caratteristica che ne fa il centravanti ideale per questa squadra. Ha già compiuto 29 anni, ma con i suoi 23 gol stagionali si candida a diventare il nuovo bomber di provincia della Serie A, provando magari a ripercorrere le orme di Ciccio Caputo. Non bisogna sottovalutare, però, l’apporto di Andrea La Mantia. L’ex-Lecce, autore di 11 gol, è anche lui tra i giocatori rivitalizzati da Dionisi, partito molto male nei primi otto mesi a Empoli nel 2020. Dalla panchina, Ryder Matos, ex Fiorentina, e Marco Olivieri, ragazzo scuola Juve, hanno sempre risposto presente quando chiamati in causa e hanno fornito alternative valide alla coppia gol titolare. Da citare inoltre Stefano Moreo, giocatore dotato di grande duttilità che costituisce un’alternativa valida per tutti i ruoli offensivi, compreso il trequartista.
Cosa dobbiamo aspettarci dall’Empoli in Serie A?
È difficile dire cosa ci si possa aspettare da quest’Empoli o dove possa arrivare. Tanto, ovviamente, dipenderà dalla sessione di mercato, perché anche lo stesso Dionisi è al centro di voci che lo vorrebbero lontano dalla Toscana. Sul fronte giocatori non sarà facile resistere alle offerte per Parisi, Ricci e Bajrami. La società dovrà cercare di confermare quanto più possibile la squadra che ha dominato il campionato cadetto e magari puntellare la rosa con qualche acquisto di esperienza.
Anche se la guida tecnica dovesse cambiare, potrebbe essere una buona mossa provare a non stravolgere il tutto e procedere sulla falsariga di quanto costruito da Dionisi. La probabile scelta di un ritorno di Aurelio Andreazzoli – questo è il nome che circola maggiormente per la panchina azzurra – andrebbe certamente in questa direzione, date le tante analogie tra le sue idee di calcio e quelle di Dionisi, a partire dal modulo. Inoltre avrebbe il vantaggio di conoscere già la piazza, pur trovando una squadra rivoluzionata rispetto al 2019 – è rimasto solo Romagnoli, che lui ha allenato per mezza stagione.
C’è inoltre da dire che, rispetto alla Serie B, il valore degli avversari sarà ovviamente completamente diverso. Ad esempio, se i terzini riuscivano spesso ad arrivare sul fondo con facilità disarmante in cadetteria, in Serie A troveranno sicuramente maggiore opposizione. Il gioco dell’Empoli è molto ambizioso, ma allo stesso tempo questa caratteristica potrebbe ritorcerglisi contro, portando la squadra a concedere qualcosa di troppo ed esponendola a pericolose ripartenze, che a questi livelli non verrebbero perdonate. Le caratteristiche della rosa dovranno quindi essere adattate ad avversari di caratura superiore e in alcune fasi gli azzurri saranno costretti inevitabilmente a soffrire e ad abbassarsi, ma è bene che Dionisi, o chi per lui, provi per quanto possibile a non snaturare ciò che è in questo momento l’Empoli. Se dovesse riuscire questa operazione, l’Empoli potrebbe salvarsi anche senza troppi patemi. Il percorso in Coppa Italia, con le già citate partite di Benevento e Napoli, fa ben sperare i tifosi empolesi, dato che la squadra si è già misurata con la categoria superiore senza uscirne con le ossa rotte.
A prescindere da come andranno le cose nella sessione estiva del calciomercato 2021, quella del Castellani potrebbe rivelarsi una trasferta ostica per qualsiasi squadra di Serie A, soprattutto se, come si spera, l’anno prossimo si tornerà a giocare con i tifosi allo stadio.
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