maledizione Serie A

La maledizione del terzo anno di Serie A

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Empoli e Salernitana occupano attualmente i due posti in fondo alla classifica della Serie A. Sebbene le due società operino in maniera totalmente diversa – i toscani valorizzano spesso i giovani italiani, a volte provenienti dal proprio stesso vivaio, mentre i campani ci hanno abituato a colpi ad effetto – il momento che stanno attraversando è parecchio simile, anche perché entrambe si trovano nel loro terzo anno consecutivo nel massimo campionato, dopo la promozione ottenuta nel 2021, entrambe senza passare dai play-off, con l’Empoli a vincere il campionato di Serie B e la Salernitana a rincorrere.

Non ce ne vogliano i rispettivi tifosi, ma i precedenti non sorridono a queste due squadre: negli ultimi dieci anni sono state ben sei le squadre di Serie A a cadere vittima della “crisi del terzo anno“, come una sorta di maledizione, dalla quale nessuna di esse si è salvata dal baratro della retrocessione. Sembra un po’ la proverbiale “crisi del settimo anno” tra le coppie di sposi: il rapporto tra queste squadre e la Serie A va però a deteriorarsi molto più in fretta e non c’è scampo, la separazione è inevitabile. Il percorso, come vedremo, è stato più o meno analogo per tutte queste compagini: primo anno da rivelazione, in qualche caso addirittura a ridosso delle posizioni europee; secondo anno di conferma, a volte con qualche difficoltà; terzo anno in cui ormai l’entusiasmo è svanito, i giocatori migliori e/o gli allenatori hanno già sposato progetti più ambiziosi, con le società che non riescono a rimpiazzarli a dovere e compiono improbabili mosse della disperazione a metà stagione, con un destino già scritto.


Hellas Verona 2013-2016

Corre l’anno 2013 quando il Verona di Andrea Mandorlini, trascinato dai gol di Daniele Cacia e Juanito Gómez e orchestrato dalla sapiente regia di Jorginho, ottiene la promozione in Serie A, finendo alle spalle del Sassuolo nel campionato cadetto.

Durante il primo anno, il tridente composto dal già citato Gómez e dai nuovi acquisti Luca Toni e Juan Manuel Iturbe segna ben 34 gol e porta il Verona stabilmente sul lato sinistro della classifica, nonostante la cessione a gennaio di Jorginho in direzione Napoli. L’Hellas rimane in corsa per l’Europa League fino all’ultima giornata di campionato, dove però servirebbe un allineamento astrale che non si verifica. Il Verona chiude al decimo posto con il record storico di punti ottenuti, 54, che dura tuttora.

Nell’anno successivo, un Hellas privato di Iturbe – ceduto alla Roma per 24,5 milioni di euro, all’epoca cessione record nella storia del club, poi superata da quella di Marash Kumbulla per 26,5 milioni, sempre alla Roma – riesce comunque a salvarsi tranquillamente, chiudendo al tredicesimo posto. Luca Toni, su cui gravita tutto il peso dell’attacco, vince la classifica marcatori alla pari con Mauro Icardi con 22 realizzazioni.

All’inizio della stagione 2015/2016, invece, proprio l’attaccante emiliano si infortuna al legamento collaterale, il nuovo arrivato Giampaolo Pazzini delude le aspettative e la difesa perde la solidità degli anni precedenti, con Vaggelīs Moras e Rafa Márquez giunti ormai al capolinea e gli esterni Samuel Souprayen ed Eros Pisano che non danno garanzie. Pagherà per tutti Mandorlini, che a dicembre, con zero vittorie ottenute, verrà sostituito da Gigi Delneri, l’autore del “Miracolo Chievo” degli anni Duemila. Sull’altra sponda dell’Adige le cose andranno però diversamente per lui: il Verona dovrà aspettare la 23ª giornata per la prima vittoria, un 2-1 contro l’Atalanta di Edy Reja, a sua volta in netta crisi: è la prima vittoria più tardiva di sempre nella Serie A a 20 squadre. Il Verona non si staccherà dall’ultimo posto in classifica, retrocedendo insieme alle matricole Carpi e Frosinone, entrambe vincenti al Bentegodi nel girone di ritorno.

Empoli 2014-2017

Ebbene sì, l’Empoli è già stato vittima di questa sorta di maledizione della Serie A. Nel 2014 la squadra allenata da Maurizio Sarri termina il campionato di Serie B al secondo posto dietro al Palermo dei record.

Nel primo anno di Serie A i toscani, senza nessun grande nome in rosa, si salvano in piena tranquillità. Sono i primi sprazzi del sarrismo, che nel triennio successivo porterà il Napoli a tre campionati da record, mentre nella cittadina toscana il difficile compito di sostituire Sarri – o, meglio, di continuare in qualche modo il suo progetto – viene affidato a Marco Giampaolo, che contro ogni pronostico farà meglio del predecessore, finendo nella parte sinistra della classifica, al decimo posto, nonostante le cessioni di Daniele Rugani, Elseid Hysaj e Mirko Valdifiori. Massimo Maccarone, a 36 anni, eguaglia il suo record realizzativo in Serie A – 13 reti – e Piotr Zieliński mette in mostra qualità superiori a ogni giocatore in rosa. Durante l’estate il polacco torna da Sarri a Napoli insieme a Lorenzo Tonelli. Lascia anche Mário Rui, in direzione Roma.

Per il campionato 2016/2017 viene ingaggiato come primo allenatore Giovanni Martusciello, storico collaboratore di Sarri, ma il miracolo non riesce di nuovo. L’Empoli sembra lontano parente di quello delle ultime due stagioni: Riccardo Saponara viene ceduto a gennaio alla Fiorentina, giocatori esperti come Daniele Croce e lo stesso Maccarone sembrano non averne più, la difesa non ha certezze. Il paradossale titolo di capocannoniere della squadra andrà a Levan Mchedlidze, con sole 6 reti realizzate. Tuttavia, i toscani restano a galla e apparentemente tranquilli per tutto il campionato. Sul finale, però, subiscono la clamorosa rimonta del Crotone di Davide Nicola. All’ultima giornata, un Empoli con il destino nelle proprie mani viene sconfitto da un Palermo già retrocesso, anch’esso a sua volta vittima della maledizione del terzo anno di Serie A, sul quale torneremo tra poco. La contemporanea vittoria del Crotone sulla Lazio vale la retrocessione dei toscani.

Palermo 2014-2017

Dopo un solo anno di purgatorio, il Palermo di Beppe Iachini torna in Serie A nel 2014, battendo il record di punti assoluto nella storia della Serie B con 86 punti, che resiste tuttora.

I rosanero si confermano anche nel massimo campionato, diventandone anche una delle maggiori rivelazioni. La coppia d’attacco Dybala-Vázquez attira su di sé gli occhi di mezza Europa e i siciliani, dopo aver sognato a tratti la qualificazione all’Europa League, chiudono comunque con un dignitosissimo undicesimo posto.

Dybala sposerà la causa Juventus, venendo “sostituito” da Alberto Gilardino, attaccante con caratteristiche opposte e non più giovanissimo, ma che si dimostrerà utilissimo alla causa e ben compatibile con il Mudo Vázquez, tanto da diventare capocannoniere della squadra con 10 reti in campionato. Proprio l’attaccante biellese firma un successo importantissimo in chiave salvezza per 1-0 contro il Chievo, ma all’indomani arriva la notizia del clamoroso esonero di Iachini. Da lì in poi, Zamparini dà inizio a un’infinita girandola di allenatori: Ballardini, Viviani, Bosi, Tedesco, ancora Bosi, poi il ritorno di Iachini, poi Novellino e infine il ritorno di Ballardini. In qualche modo il Palermo si salva all’ultima giornata, cosa che invece non accade l’anno successivo.

Vázquez viene ceduto al Siviglia e gli 11 gol di Ilija Nestorovski non basteranno a salvare una squadra costruita male e ancora una volta allenata senza continuità, con cinque allenatori a susseguirsi: Ballardini, De Zerbi, Corini, Diego Lopez e Bortoluzzi. Il penultimo posto finale vale ovviamente la retrocessione in serie cadetta.


SPAL 2017-2020

La SPAL si affaccia alla Serie A dopo quasi cinquant’anni nel 2017, dopo una cavalcata da sogno a opera di Leonardo Semplici, che centra una doppia promozione dalla C alla A in due anni.

Dopo una stagione di assestamento, la seconda sarà ancora più tranquilla, con il tredicesimo posto finale e con Andrea Petagna autore di 16 reti. Neanche a dirlo, è al terzo anno che le cose si fanno più complicate.

A pesare più di tutte per i ferraresi è certamente la cessione di Manuel Lazzari, esterno fondamentale nel 3-5-2 del tecnico toscano, che si accasa alla Lazio. A febbraio del 2020, con sole quattro vittorie all’attivo in campionato, Semplici viene sostituito da Gigi Di Biagio, che farà ancora peggio, raccogliendo una sola vittoria l’8 marzo in un Tardini di Parma vuoto per l’emergenza COVID-19. Alla ripresa post-lockdown, la SPAL diventerà una vera e propria squadra cuscinetto, con due pareggi e dieci sconfitte, chiudendo nel modo peggiore possibile il triennio all’ultimo posto in Serie A.

Parma 2018-2021

Dopo il caos societario del 2015 e la ripartenza dalla Serie D, il Parma ottiene, per la prima volta nella storia del calcio italiano, una tripla storica promozione in tre anni, sotto la guida di Luigi Apolloni prima e di Roberto D’Aversa poi.

In Serie A, il Parma sembra confermarsi come una bella realtà. Il calcio che propone D’Aversa è tutt’altro che spettacolare, ma i ducali si dimostrano solidi e ottengono ottimi risultati soprattutto contro le big, grazie anche a un giocatore letale nelle ripartenze come Gervinho, e si salvano in maniera tranquilla, chiudendo il campionato al quattordicesimo posto.

L’anno successivo, un’altra freccia devastante si unisce all’arco di D’Aversa: parliamo dello svedese Dejan Kulusevski, che arriva in prestito dall’Atalanta e che finirà la stagione in doppia cifra di gol. Il Parma migliora la sua posizione in classifica, finendo undicesimo, e togliendosi ancora altre soddisfazioni contro le prime della classe, come le due vittorie su due contro il Napoli di Gattuso.

Nell’estate del 2020 la proprietà passa da Pietro Pizzarotti all’americano Kyle Krause, che sostituisce D’Aversa con Fabio Liverani, allenatore dalle idee totalmente opposte. Il Parma non sfugge alla crisi del terzo anno, tanto da restare a malapena a galla sopra la zona retrocessione. A gennaio, con la squadra al diciassettesimo posto e con sole due vittorie ottenute, Liverani viene esonerato per il ritorno di D’Aversa, che però non ripete i risultati delle due annate precedenti, anzi farà ancora peggio di Liverani, con una sola vittoria contro la Roma. Il Parma finisce addirittura ultimo in classifica con soli 20 punti conquistati.

Spezia 2020-2023

Lo Spezia conquista la sua prima storica promozione in Serie A nel 2020, grazie al capolavoro di Vincenzo Italiano, che l’anno successivo, senza grandi colpi da parte della società, conquista anche la prima salvezza del club ligure, grazie al quindicesimo posto ottenuto con 9 vittorie e 12 pareggi. L’ottima qualità del gioco espresso gli apre delle porte della Fiorentina, ma lo Spezia si fa trovare pronto sostituendolo con Thiago Motta.

Nonostante un inizio a rilento, i bianconeri conquistano un’altra salvezza ottenendo anche una vittoria in più rispetto all’anno precedente, pur finendo una posizione più in basso.

Nell’estate del 2022 la panchina viene invece affidata a Luca Gotti, poi sostituito a metà campionato da Leonardo Semplici. Tuttavia, lo Spezia non riesce a riemergere dalle sabbie mobili e sarà protagonista, insieme al Verona, del primo spareggio salvezza dopo quasi vent’anni dall’ultimo. A Reggio Emilia accade tutto nel primo tempo: il Verona passa in vantaggio con Faraoni, lo Spezia ritrova il pareggio con Ethan Ampadu, poi la doppietta di Cyril Ngonge spedisce i liguri in Serie B, vittime anche loro della maledizione del terzo anno.

Empoli e Salernitana 2021-2024 (?)

Rieccoci quindi al giorno d’oggi, quello in cui Empoli e Salernitana stanno provando strenuamente, seppur in modi diversi, a spezzare questa maledizione della Serie A. L’Empoli ha puntato su Davide Nicola, che tanti dispiaceri ha portato, come dicevamo prima, in riva all’Arno nel 2017, oltre ad aver scritto una bellissima pagina di calcio proprio a Salerno, dove invece hanno puntato sul ritorno di Walter Sabatini, l’altro principale artefice dell’inaspettata salvezza del 2022. Riuscirà almeno una di queste due squadre a rompere questo sortilegio? Questo non lo sappiamo, ma entrambe si sono di certo si sono munite di due che di miracoli se ne intendono.

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