Genoa

La nascita del Genoa e del football italiano

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Egitto, 17 novembre 1869 – l’imperatrice consorte dei francesi Eugenia de Montijo è al suo penultimo anno di reggenza, non sa che in poco tempo sarebbe stata costretta all’esilio nel Kent, in Inghilterra. Ad ogni modo è tutto pronto, l’inaugurazione del canale di Suez è ormai prossima: Johann Strauss II – il re del valzer, geniale compositore viennese – prepara per l’occasione la Egyptischer-Marsch, una marcia in grande stile, suonata da un’orchestra nella cerimonia a Porto Said, dove fra le note della composizione, dominate da prorompenti ottoni, finalmente il canale viene aperto. La festa non dura poche ore ma più giorni, sessantotto navi attraversarono l’istmo di Suez senza dover allungare la strada lungo tutta l’Africa. È una svolta nella storia del XIX secolo, si crea un giro d’affari che comprende tutto il Mediterraneo, è una vittoria economica importantissima che dà vita a comunicazioni fra alcuni territori che prima di ciò neanche immaginavano una cosa del genere.

Questo avvenimento influenzerà indirettamente la nascita del calcio italiano, perché una delle città a trarre più vantaggio da questa situazione è senz’altro Genova, che diventa teatro di scambi commerciali con varie comunità straniere, tra cui una sostenuta rappresentanza inglese.



In Inghilterra il mondo dello sport nell’ultimo secolo ha acquisito sempre più importanza ed è diventato ormai una delle maggiori forme di intrattenimento se non la più importante in assoluto. L’attività più seguita è senza dubbio il cricket, gioco di origini tutt’altro che conosciute: testimonianze risalenti al Trecento già raccontavano di uno sport del genere. È solo con il tempo – molto tempo – che questo sport ha tuttavia ricevuto più attenzioni dal popolo, fino a divenire nel XVIII secolo lo sport nazionale dell’impero britannico. Molte le regole analoghe o simili al baseball statunitense, ma a quanto pare nessun legame fra i due giochi.

Un altro sport molto seguito è l’aquatic hand-ball, ribattezzata poi water polo, noi in Italia lo conosceremo come ‘pallanuoto’. È un gioco di contatto e uno dei più estremi e pericolosi mai visti in territorio britannico. Molti affermano che la città di origine di questo sport sia Aberdeen, in Scozia: nel 1870 viene stilato un apposito regolamento e pochi anni dopo, nel 1874, viene giocata la prima partita.

Poi ce ne sarebbe anche un altro, ma i grandi atleti lo lasciano ai giovani e ai meno ricchi. Nasce a Sheffield più o meno all’inizio della seconda metà dell’Ottocento, vengono scritte delle regole – Sheffield rules – che riprendono e reinterpretano altri giochi precedenti. Nel 1857 c’è anche una prima squadra, lo Sheffield FC, che disputa la sua prima partita, tre anni dopo in un campo rettangolare al Sandygate Road contro l’Hallam. Il passatempo piace e si diffonde in fretta, nel 1866 raggiunge Chesterfield, cento anni dopo questo sport sarà definitivamente l’essenza dell’Inghilterra, che vincerà in casa il primo e ad oggi unico Mondiale di calcio della sua storia. Il nome? Football.



In quel di Genova la situazione non è diversa, gli inglesi vogliono divertirsi e lo vogliono fare a modo loro: una cerchia di gentlemen si attiva nell’estate del 1893.

Via Palestro nº 10, Genova, 7 settembre 1893 – il gruppo si incontra in un convegno al centro della città, i protagonisti di quello che stava succedendo erano una decina o poco più, ma tutti sotto la supervisione di Charles Alfred Payton, Sir Payton vent’anni dopo, quando Giorgio V lo nominerà cavaliere. Nato a York, inizia a trentasette anni la sua carriera consolare nella città marocchina Mogador, oggi Essaouira. Perché proprio lì? Perché è l’unico porto marocchino, e uno dei pochi africani, aperto al mercato estero, fonte commerciale importantissima per l’Inghilterra. Essaouira non è solo nella storia dello sport, ma anche in quella della musica, nel secolo successivo attirerà vere e proprie celebrità, tra le tante Jimi Hendrix e Bob Marley, affascinati dalla musica locale ‘gnawa‘, prodotta dagli schiavi. Ogni anno nel mese di giugno verrà organizzato un festival musicale per un modo di suonare così ancorato alle proprie origini, che sarà poi dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Nel freddo inverno del 1893 Payton cambia città e sbarca a Genova. Poco più di sei mesi dopo renderà ufficiale in Via Palestro un circolo che da qualche mese si divertiva nel tempo libero con lo sport. Le attività erano le solite, cricket e water polo, ma piaceva anche il football. Diventa realtà il Genoa Cricket and Athletic Club.

Nel 1896 Payton lascia Genova per diventare un anno dopo console a Dunkerque, ma si unisce al gruppo un certo James Spensley, un medico di educazione anglicana, proveniente dalla cittadina di Newington nella contea di Great London, sbarcato da una nave inglese lo stesso anno dell’addio di Payton. Diviene presto il cuore pulsante del Genoa CAC e cerca fin da subito di estendere quest’iniziativa agli italiani.

A Genova sono tutti perplessi, gli sport di squadra non si erano praticamente mai visti, ma qualcuno si unisce comunque, dopo tutto si parla di una città piena di scambi, commerciali ma anche culturali. James è un mago dell’organizzazione, e ottiene per questo fin da subito la nomina di capitano della squadra calcistica. Pochi mesi dopo, nell’Epifania del 1898, organizza una prima partita contro una rappresentativa di Torino: è il primo passo per qualcosa di più grande. Vengono organizzati i primi campionati, il primo – vinto dai genoani – ha solo 4 squadre partecipanti – Internazionale Torino, Torinese, Ginnastica Torino e appunto Genoa – e dura solo un giorno, ma anno dopo anno il prestigio della competizione cresce, e oggi è costantemente nella vita di tutti gli italiani.

Il Genoa Cricket and Athletic Club diventa Genoa Cricket and Football Club dopo il primo torneo, è l’inizio della storia italiana di uno sport che come poche altre nazioni il popolo saprà amare. È così che il football diventa calcio.

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