Il Napoli ha da poco ufficializzato l’acquisto di Lorenzo Lucca, che, dopo aver messo a segno 14 gol tra campionato e Coppa Italia con la maglia dell’Udinese nella scorsa stagione, è pronto a fare il salto di qualità e a dare il suo contributo alla causa partenopea.
Nonostante il suo biennio in Friuli sia stato assolutamente positivo, sono in molti ad avere dei dubbi sulle effettive qualità del nuovo centravanti azzurro, alcuni motivati e altri dettati da stereotipi che dovrà essere bravo lui in primis a scrollarsi di dosso – anche se è già sulla buona strada. Se, però, Antonio Conte ha deciso che fosse il rinforzo giusto per difendere il tricolore, tanto da spingere il presidente Aurelio De Laurentiis a investire circa 40 milioni di euro tra prestito e obbligo di riscatto, significa che Lucca, almeno sulla carta, è un profilo più che valido.
Che tipo di giocatore è davvero Lucca?
La prima cosa che salta all’occhio di Lorenzo Lucca è sicuramente l’altezza: ben 201 cm che lo rendono il giocatore di movimento più alto della Serie A e il secondo in assoluto dietro a Vanja Milinković-Savić, altro possibile innesto azzurro.
Com’è facilmente intuibile, la sua miglior qualità sta nel gioco aereo, ma non si tratta solo di una questione di centimetri. Lucca si muove molto bene in area di rigore, il che gli consente di arrivare sul pallone con un tempismo a dir poco perfetto: i suoi colpi di testa sono vere e proprie frustate sulle quali è difficile intervenire per i portieri. Nell’ultimo campionato ha segnato 5 gol di testa, più di chiunque altro, a pari merito con il capocannoniere Mateo Retegui.
L’opinione comune che vede Lucca solo come un abile colpitore di testa non coglie però tutti i progressi fatti dal ragazzo piemontese negli ultimi anni, che lo stanno portando a diventare, pian piano, un attaccante sempre più completo. Non è e non sarà mai un centravanti alla Karim Benzema, ma ha dimostrato di possedere un buon bagaglio tecnico, che gli permette di dialogare con i compagni spalle alla porta e di far risalire la squadra in maniera forse poco appariscente, ma sicuramente pulita.
Il momento in cui ha davvero dimostrato di poter essere un giocatore di livello risale allo scorso 26 gennaio, data in cui l’Udinese ospita la Roma di Claudio Ranieri. Nonostante la vittoria finale dei giallorossi, sono i padroni di casa ad andare in vantaggio, con un gol che mostra tutto il repertorio dell’ariete di Moncalieri. Punizione dalla destra, Lucca sfila alla marcatura avversaria e si piazza nel posto migliore per ricevere il pallone, che però schizza via velocemente dopo aver impattato l’erba bagnata. Il 17 friulano si coordina e stoppa di petto la sfera che, presa la giusta rotazione, viene scaraventata sotto la traversa con un destro violentissimo. Un gol tutt’altro che banale. Movimento per smarcarsi, coordinazione e tiro: l’ABC di un attaccante completo. Nel corso dei mesi, Lucca ha migliorato notevolmente la propria tecnica di tiro, sempre più potente e precisa, come dimostrano altre reti di pregevole fattura, come quelle messe a segno contro Fiorentina e Monza.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza un profondo impegno e un carattere forte, forse anche troppo. Sono diventate subito virali le immagini della lite con i compagni prima di calciare un rigore in casa del Lecce. Nonostante i due errori precedenti, è Florian Thauvin il rigorista designato dell’Udinese e proprio il francese si presenta sul dischetto: avrebbe calciato lui, se non fosse che Lucca decide di prendersi la responsabilità e tirare, andando così contro Thauvin, l’allenatore e tutti i compagni. Uno stress evitabile e rischioso prima di calciare un rigore, che però Lucca gestisce alla perfezione, allo stesso modo in cui spedisce, spietatamente, il pallone sotto l’incrocio. Personalità al servizio del gruppo, con il quale chiarisce subito dopo.
Personalità e dedizione. Perché il nuovo attaccante del Napoli ha raccontato più volte di essere lui stesso a mettersi in gioco, allenandosi costantemente sui fondamentali da migliorare e sulla propria tenuta psicologica, senza paura di far capire al grande pubblico quanto questo aspetto vada di pari passo con quello sportivo.
Lucca è perfetto per Conte
Come dicevamo, se Conte ha voluto fortemente Lucca un motivo c’è, e riguarda proprio le richieste che solitamente fa ai suoi attaccanti. Il tecnico salentino predilige avere un punto di riferimento offensivo che agisca da boa, in grado di innescare i movimenti dei suoi esterni o della seconda punta: saper giocare spalle alla porta è la chiave per entrare nelle sue grazie. In questo senso si spiega l’amore calcistico viscerale nei confronti di Romelu Lukaku.
Il belga ha vissuto le sue stagioni migliori con Conte e anche a Napoli, pur con una condizione fisica più difficile da gestire ad alti ritmi, è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista nella corsa allo scudetto. Il problema principale è stata la mancanza di alternative. Simeone non è mai stato una riserva credibile del numero 11 – più per caratteristiche che per livello – tanto da costringerlo spesso agli straordinari e, di conseguenza, a un recupero di condizione più faticoso.
Al contrario dell’argentino, Lucca si configura come la controparte ideale per Lukaku: in una stagione ricca di impegni, potrà farlo rifiatare offrendo al Napoli un’alternativa più che all’altezza, utile anche a gara in corso per sbloccare partite complicate.
È difficile immaginare che Lucca possa avere la stessa evoluzione di Lukaku, trattandosi comunque di due giocatori con caratteristiche proprie. Ma Conte si candida a essere l’uomo giusto per sgrezzare ulteriormente il talento del suo nuovo attaccante, stimolandolo tanto sul piano calcistico quanto su quello caratteriale. Sono due personalità forti: se dovessero entrare in sintonia, i tifosi del Napoli avrebbero davvero di che festeggiare.
Darwin Núñez è un rimpianto?
Buona parte dei tifosi del Napoli non ha visto di buon occhio l’arrivo di Lucca, anche perché questo ha sancito definitivamente la fine delle trattative per Darwin Núñez, un nome sicuramente più altisonante rispetto a quello dell’ex Udinese.
Per quanto l’idea di un nuovo centravanti uruguaiano in azzurro sia senz’altro suggestiva – con un chiaro richiamo all’idolo Edinson Cavani –, l’acquisto di Lucca non significa necessariamente essersi accontentati di una seconda scelta. Núñez è senza dubbio un attaccante di talento e con un repertorio più ampio rispetto al piemontese, ma le sue stagioni in Inghilterra sono state segnate da molti alti e bassi e dalla perdita del posto da titolare.
Visti i costi richiesti dal Liverpool e dal giocatore stesso, vale davvero la pena investire su un talento discontinuo per difendere il tricolore? Avrebbe avuto la personalità per giocarsi il posto con Lukaku? È una domanda che si è posta anche la dirigenza del Napoli, che ha preferito puntare su un profilo forse meno forte in senso assoluto, ma più affidabile sul piano del rendimento. E non si tratta solo di gol. Ma volendo considerare anche questo aspetto, da quando è a Udine Lucca ha segnato 23 reti, appena due in meno rispetto a Núñez nello stesso periodo, pur avendo disputato 26 partite in meno.
Questo non significa che Lucca sia una macchina da gol o che Núñez non fosse da prendere in assoluto, ma la scelta del Napoli è chiara: preferire la funzionalità al nome. Esattamente ciò che fanno i progetti sportivi vincenti.
La sfida più grande
È difficile fare pronostici sull’impatto che Lucca avrà a Napoli, perché dipenderà da molti fattori: minutaggio, ambientamento, pressione. Il calendario fitto di impegni gli offrirà l’opportunità di trovare spazio inizialmente nelle partite meno prestigiose, ma non è da escludere una vera e propria staffetta con Lukaku, qualora le cose dovessero andare per il verso giusto.
Napoli lo aspetta, e anche Gennaro Gattuso – uno che con la maglia azzurra ha condiviso esperienze e pressioni – lo osserva con attenzione, con l’idea di renderlo parte integrante del nuovo corso della Nazionale italiana.
Lucca ha dimostrato di meritarsi questa occasione: ora spetta a lui non sprecarla. La testa, concretamente e mentalmente, c’è. Ma dentro Lucca si intravede anche qualcosa di più profondo: la determinazione di chi ha conosciuto i margini e ora vuole restare al centro, la fame di chi sa che questa è l’occasione della vita. A Napoli nulla è scontato, ma tutto è possibile. E Lorenzo sembra pronto a giocarsela fino in fondo.
Leggi anche: Viti e Fazzini sono due colpi intelligenti per la Fiorentina