Il calciomercato estivo ha regalato al Cagliari e ai suoi tifosi un nome esotico, intrigante e carico di promesse: Semih Kiliçsoy. L’arrivo del giovane talento turco dal Beşiktaş non rappresenta soltanto un rinforzo per il reparto offensivo, ma anche un segnale di rinnovate ambizioni e volontà progettuali del club sardo. Si tratta di un’operazione intelligente, che unisce la ricerca del talento puro a una formula contrattuale che tutela la società, delineando un profilo di investimento oculato e lungimirante.
Ma chi è Semih Kiliçsoy?
Classe 2005, Semih Kiliçsoy è un attaccante moderno e versatile. Di piede destro naturale, dimostra una notevole abilità anche con il sinistro, una caratteristica che lo rende imprevedibile e difficile da marcare per le difese avversarie.
Sarebbe un errore fermarsi ai suoi 178 cm d’altezza per definirlo. Nonostante non sia un gigante, possiede una struttura fisica compatta. Ha una notevole forza nelle gambe, che gli consente di proteggere palla, resistere ai contrasti e sprigionare tiri molto potenti.
In Turchia ha mostrato grande duttilità giocando spesso da ala, un ruolo nel quale ha messo in luce la sua capacità nel saltare l’uomo, anche nello stretto, e di dialogare con i compagni di reparto, ma le sue qualità emergono in maniera preponderante quando agisce vicino alla porta, allontanarlo dall’area di rigore per impiegarlo come esterno significa penalizzarlo e non sfruttarne a pieno il suo potenziale.
Cosa ci ha mostrato finora?
Dopo aver brillato intensamente nel settore giovanile del Beşiktaş, il suo passaggio nel calcio professionistico è stato rapido e impattante, confermando le grandi aspettative riposte su di lui.
La stagione che ha consacrato Kiliçsoy come uno dei talenti più fulgidi del calcio turco è stata la 2023/2024. Nonostante fosse la sua prima annata con un ruolo continuativo in prima squadra, e per di più in un contesto societario e tecnico di grande instabilità – il Beşiktaş in quella stagione ha cambiato ben sei allenatori, concludendo con un deludente sesto posto –, il giovane attaccante ha dimostrato una maturità fuori dal comune.
Il suo debutto con gol da minorenne era già stato un segnale premonitore, e infatti nel corso dei mesi è riuscito a imporsi. In un ambiente caotico, che avrebbe potuto facilmente schiacciare un ragazzo della sua età, Kiliçsoy non solo ha retto la pressione, ma è diventato un punto di riferimento offensivo, raggiungendo la doppia cifra. Ha messo a segno un totale di 12 gol in 2.086 minuti giocati, con una media dunque di una rete ogni 174 minuti. Per un diciannovenne alla sua prima vera stagione tra i professionisti, in una squadra in palese difficoltà, si tratta di numeri che non devono passare inosservati.
Nell’ultima stagione, l’impatto del giovane turco è stato numericamente inferiore, con un bottino di 4 gol e 6 assist. Questa flessione è spiegabile da due principali fattori: l’arrivo di un centravanti esperto come Ciro Immobile e la persistente confusione tecnica in panchina, in un’annata iniziata con l’olandese Giovanni van Bronckhorst e terminata con il norvegese Ole Gunnar Solskjaer.
Nonostante la carta d’identità, Kiliçsoy si presenta dunque con un buon bottino d’esperienza. Arriva infatti in Sardegna con un bagaglio di 87 presenze tra i professionisti, di cui ben 18 maturate in competizioni europee. Questo background dimostra una certa abitudine a calcare palcoscenici importanti e a gestire la pressione che ne deriva, un fattore cruciale per un giovane che si affaccia per la prima volta su un campionato di alto livello come la Serie A.
Ambizioni e sostenibilità
L’aspetto che forse più di tutti rende l’operazione Kiliçsoy un potenziale capolavoro per il Cagliari è la sua formula. Il giocatore arriva in prestito con diritto di riscatto. Questo permette alla dirigenza di valutarne l’inserimento e l’impatto sul calcio italiano per un’intera stagione, minimizzando i rischi. Se il turco dovesse confermare le sue grandissime potenzialità, il club potrà esercitare un riscatto fissato intorno ai 12 milioni di euro, più eventuali bonus. Una cifra importante per i sardi, ma che potrebbe rivelarsi irrisoria qualora il giocatore esplodesse, trasformandosi in una futura, ricchissima plusvalenza. In caso contrario, se qualcosa dovesse andare storto e non funzionare, il giocatore potrebbe tornare in Turchia senza gravare sui rossoblù.
L’ingaggio di Semih Kiliçsoy è dunque la fotografia di un Cagliari che vuole crescere in modo sostenibile e intelligente. La società, guidata da quest’anno dall’esperto e ottimo direttore sportivo siciliano Guido Angelozzi, ha dimostrato di voler alzare l’asticella, non puntando ad accontentarsi di una semplice salvezza ma a costruire un progetto tecnico solido e futuribile. L’acquisto del turco, infatti, è accompagnato da una base già ben salda e da un mercato di intelligente puntellamento.
Chiaramente, l’adattamento sarà la chiave di tutto. Per Kiliçsoy si tratta del primo passo fuori dalla Turchia: un nuovo campionato, una nuova lingua, una nuova cultura calcistica. Sarà fondamentale anche in questo senso il lavoro del nuovo tecnico Fabio Pisacane e di tutto l’ambiente per facilitare il suo inserimento.
Tuttavia, le premesse sono eccellenti. Il Casteddu si è assicurato uno dei talenti offensivi più interessanti del panorama europeo con una formula che lo tutela. Se la scommessa Kiliçsoy sarà vinta, i tifosi del Cagliari potrebbero aver trovato un diamante.
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