X Serie B

Che stagione aspettarsi dalla X in Serie B?

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I video dell’emittente locale della X, Ignoto TV, catturano animi abbastanza tesi, ma senz’altro esaltati, dopo il sorteggio del nuovo calendario di Serie B nella calda notte di quest’11 luglio. Dopo la retrocessione nel 2021/2022, con un solo anno di purgatorio in C la squadra è tornata subito nella serie cadetta, dopo una marcia trionfale che l’ha vista dominare il suo girone, grazie a giocatori evidentemente fuori categoria, come Lucas Ascisse. E la sensazione è che non si voglia smettere di sognare, perché in un paese come l’Italia l’idea che la X possa addirittura finire in Serie A sembra a molti più plausibile di quanto la razionalità suggerirebbe.



In questa sera che ferve di curiosità, un giornalista del posto sta fermando qualcuno per delle impressioni sul sorteggio, oltre che ovviamente sulle prospettive più generali del campionato: un tifoso diciassettenne, chiaramente inebriato di spavalderie giovanili, è sicuro che si farà un campionato di vertice; una supporter un po’ più grande non si sente sicura a lasciarsi andare a facili entusiasmi: ci sarà da soffrire, è chiaro, però alla prima, in casa col Modena, il Cartesiano sarà una bolgia; infine c’è un tifoso molto più anziano, che non riesce a trattenere la sua commozione: ha 89 anni e temeva che X-Cittadella, la partita della precedente retrocessione, sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto la sua squadra così in alto.

Lo sforzo economico fatto dal presidente Cesare Del Tesoro per risalire immediatamente è stato evidente, ma oculato. E del resto, non si può non parlare della X come un modello virtuoso di gestione societaria, uno dei tanti prodotti da questo Paese, calcisticamente e non. Bilancio costantemente in verde, stipendi pagati con il rigore di una guardia svizzera, stadio di proprietà nuovo di zecca da 30.000 posti, con bagni che profumano di lavanda! L’ennesima prova che, in quanto a sana gestione del prodotto calcistico, gli altri paesi europei ne devono mangiare, di pastasciutta, per anche solo avvicinarsi a noi.

Purtroppo per la X il verdetto del campo, crudele e forse anche di cattivo gusto, si fa beffe del rispetto dei parametri e delle pianificazioni strutturali adeguate, e per questo il club non è riuscito a mantenere le categorie entrambe le volte in cui è salita, nel 2021/2022, appunto, e nel 2015/2016, anno della storica prima volta in Serie B. Una prima volta ulteriormente speciale, perché impreziosita dal sentitissimo Derby con la Y, anch’esso neofita in quell’annata. Sia nella gara d’andata che in quella di ritorno le tifoserie casalinghe si erano lasciate andare a striscioni memorabili e suggestivi, pienamente coerenti con quello che è definito il Derby del Rispetto: «VINCEREMO NOI, MA COMPLIMENTI PER LA GRANDIOSA CAMPAGNA ABBONAMENTI» quello degli icsini; «FORZA Y, MA BRAVA X PER IL COSTO RIDOTTO DEI BIGLIETTI PER I TIFOSI OSPITI», la risposta degli ipsilioniani.

Quest’anno, purtroppo, la Y non ci dovrebbe essere, dopo aver insidiato la X nello scorso campionato in un emozionantissimo testa a testa durato fino all’ultima partita del girone di Serie C, quando il gol di Massimo Decimo aveva risolto proprio lo scontro diretto del Cartesiano, dando definitivamente la B ai padroni di casa. I tifosi ospiti avevano applaudito in modo scrosciante i rivali, complimentandosi per la promozione, e di fatto avevano poi avuto modo di festeggiare la promozione anche della Y, che era stata selezionata come tappabuchi per l’esclusione della Sampdoria che, retrocessa dalla A, e orfana del più grande presidente – e uomo – della sua storia, Massimo Ferrero, aveva scelto spontaneamente di ripartire dalla D. Se non fosse che, attraverso una petizione, gli ipsiloniani abbiano chiesto di rinunciare ufficialmente alla promozione, organizzando una veglia sotto la sede societaria del Doria, per convincere i suoi dirigenti a rispettare il merito sportivo e disputare una competizione che sicuramente loro avrebbero meritato di più.

Ma se abbiamo usato il condizionale parlando dell’assenza della Y è perché in questi giorni si parla di una possibile Serie B a 21 squadre, in cui la Y sarebbe comunque ammessa per “eccesso di fair play”. La questione, comunque, sarà celermente sistemata dal nostro infallibile sistema giudiziario.

Tornando invece alla X, è evidente che l’entusiasmo dei tifosi non sia soltanto quello da sognatori irrazionali e romantici, ma che abbia invece solide basi per inserire il club nel rango delle papabili sorprese, considerando anche che non si è nuovi ad occasioni di doppio salto dalla C alla A nel nostro calcio. Di fatto è quello che pensano anche diversi addetti ai lavori o prossimi avversari, che in tempi non sospetti hanno ricoperto di elogi e puntato la lente sulla X. Solo per citarne alcuni:

«È una squadra che lavora molto bene economicamente e ha un’identità salda in panchina e in campo»

Attilio Tesser


«Con loro è difficile fare affari, proteggono molto i loro talenti, e io non posso che dar loro ragione»

Giovanni Carnevali


«Sono rimasto molto impressionato da questa squadra italiana. Giocano in modo moderno, spregiudicato, e hanno un tifo estremamente artistico»

Ronaldinho


«Il loro è un calcio veramente privo di servilismo»

Lele Adani

L’entusiasmo è da far risalire prima di tutto alla figura di Giambattista Indefinito, il mister che ha guidato la X fin dov’è, e già nelle altre due promozioni in Serie B. Una leggenda locale, un veterano che però ha saputo ammodernarsi costantemente per rendere la sua squadra sempre diversa, purché sempre efficace. Una visione, la sua, fatta di tagli diagonali in mezzo al campo eseguiti contemporaneamente da un lato all’altro, che ovviamente garantisce grande dinamismo e imprevedibilità, facendo saltare le marcature avversarie, e che si è già meritata un suo nome, forse poco originale ma emblematico: l’Indefinitismo. Esso predica anche un’inevitabile spregiudicatezza, la volontà di segnare più gol anche al costo di subirne di più. Non è un caso che, paradossalmente, sia una squadra che spesso ha sofferto di pareggite, soprattutto nelle precedenti stagioni in B, quando il pareggio era quasi un porto sicuro per gli scommettitori.

Ma la solidità societaria, il tifo caldo e generoso, la squadra assestata e brillante, l’allenatore intraprendente, non possono non spingere verso un certo ottimismo per questo terzo tentativo. Prima o poi dagli errori si impara, le cose cambiano, specialmente in un Paese dinamico e progressista come il nostro, e quindi non c’è che da concordare con le parole pronunciate la sera del sorteggio del calendario da Incognitino, un giovane tifoso di 8 anni: «La X è nel calcio italiano più importante, e non se ne andrà da lì mai più!».

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