George Best

Cosa pensava George Best dei suoi eredi?

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Quello che George Best ha rappresentato e rappresenta ancora per il mondo del calcio probabilmente lo sappiamo tutti: l’incarnazione calcistica della frase «genio e sregolatezza», colui il quale ha lasciato una scia leggendaria sulla maglia numero sette del Manchester United, succeduto poi da giocatori che l’hanno resa ancora più leggendaria e altri che, soprattutto negli ultimi anni, non sono riusciti a reggere il peso di quel numero. Ma cosa pensava Best di quelli che sono considerati i suoi migliori eredi?

Fondamentalmente, nonostante l’enorme importanza che Bryan Robson ha avuto per lo United, i grandi numeri sette dei Red Devils storicamente ricordati, oltre chiaramente a Best, sono tre: Éric Cantona – che ha giocato allo United dal 1992 al 1997 –, David Beckham – che ha ereditato la numero sette proprio da Cantona dopo il suo ritiro e l’ha indossata dal 1997 al 2003 – e Cristiano Ronaldo – che ha ereditato a sua volta la numero sette da Beckham, quando quest’ultimo si trasferì al Real Madrid.


George Best su Éric Cantona, David Beckham e Cristiano Ronaldo

Uno di questi tre al nordirlandese non stava andava proprio a genio, e si tratta dello Spice Boy. Sul centrocampista inglese, infatti, non ha mai speso belle parole, potremmo quasi dire che, calcisticamente parlando, lo odiasse. Di lui ha detto: «Non sa calciare col piede sinistro, non sa colpire di testa, non sa contrastare e non segna molto. A parte questo, è a posto». Una frase ironica che non lascia molti dubbi su quello che pensasse di lui.

Su Cantona, che come lui ha svolto una carriera sregolata, pare abbia detto: «Darei tutto lo Champagne che ho bevuto nella mia vita per poter giocare al suo fianco in una partita di Champions League all’Old Trafford», una frase che, conoscendo il personaggio, sembra forse esagerata, ma, nonostante questa citazione non abbia una fonte affidabile al 100%, come moltissime di quelle a lui attribuite, non era di certo un mistero il suo apprezzamento nei confronti del francese. La stima era sicuramente ricambiata, tanto che, dopo la sua morte, nel loro stile, Cantona disse: «George Best nella sua prima seduta d’allenamento in Paradiso, giocando da ala destra, ha fatto girare la testa a Dio, per sua sfortuna schierato terzino sinistro. Vorrei tanto mi tenesse un posto nella sua squadra. Best, non Dio…».

Su Cristiano Ronaldo, che ad oggi è l’ultimo grande sette del Manchester United e probabilmente il numero sette per eccellenza della storia del calcio, Best disse: «Ci sono stati vari giocatori nel corso degli anni segnalati come il nuovo George Best, ma questa è la prima volta che è stato un complimento per me». Un apprezzamento non da poco per il campione portoghese.

Best dunque risulta, anche parlando dei suoi eredi, coloro i quali hanno vestito il suo numero sette, controverso e mai banale, perfettamente nel suo stile.


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