Milan Newcastle 0-0

Milan-Newcastle 0-0, un pareggio molto pericoloso

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Il cammino stagionale in Champions League del Milan è stato inaugurata da uno 0-0 contro il Newcastle di Eddie Howe. Doveva essere principalmente la partita del ritorno di Sandro Tonali a San Siro – accolto e omaggiato dall’applauso dei suoi ex tifosi –, ma le ferite ancora apertissime e doloranti del derby di tre giorni prima gli hanno dato un’importanza decisamente superiore.


Come arrivava il Milan a questa partita?

Il Milan ha iniziato la stagione alla grande. Dopo un mercato estivo entusiasmante, che ha nettamente rinforzato la squadra, i rossoneri hanno vinto e convinto nelle prime tre uscite in campionato, contro avversarie diverse ma sempre arcigne da battere: 2-0 in casa del Bologna, 4-1 al Torino davanti ai propri tifosi e 2-1 all’Olimpico contro la Roma. Tutto questo, però, è stato spazzato via nel giro di novanta minuti più recupero da Simone Inzaghi e i suoi ragazzi, nella giornata successiva.

Non solo l’Inter ha battuto il Milan, conquistando la vetta solitaria della classifica, ma lo ha fatto con un risultato roboante e per la quinta volta consecutiva nel 2023. Il 5-1 inflitto da Mkhitaryan, Thuram e soci rappresenta per il Diavolo uno schiaffone morale che vale molto più di tre punti.

Tutte le certezza che il Milan aveva costruito si sono immediatamente sgretolate agli occhi dei propri tifosi, e la fiducia già ampiamente scricchiolante in Stefano Pioli è arrivata probabilmente ai minimi storici.

La reazione del tifo e dell’opinione pubblica in generale è forse stata anche eccessivamente catastrofista per quanto riguarda il proseguo della stagione dei rossoneri, ma sta di fatto che è con queste premesse che il Milan si presenta all’appuntamento contro il Newcastle.

L’approccio alla gara

Visto il momento della squadra, c’era grande curiosità per la risposta immediata del campo. Il tema dell’approccio è stato mediaticamente uno dei più trattati dell’ultimo derby – soprattutto per la frase sui famosi «4 minuti», che estrapolata dal contesto ha reso Pioli lo zimbello dei social –, e contro gli inglesi è parso positivo fin da subito.

Il Milan, rispetto all’undici base, si è presentato in campo con le novità Tommaso Pobega – scelto dal mister parmigiano al posto di Tijjani Reijnders per dare più fisicità ai suoi – e Samuel Chukwueze – schierato per far rifiatare Pulisic e probabilmente per provare a rendere più complicata la vita ad un giocatore come Burn –, ed è parso coraggioso e voglioso di imporre le proprie idee e il proprio gioco, e di fatto è stato capace di farlo per la quasi totalità del match. Questa è forse la migliore notizia della serata, assolutamente non scontata: la reazione del Milan c’è stata, almeno sotto questo punto di vista.

L’imposizione del proprio gioco sugli avversari è riuscito alla perfezione anche per l’atteggiamento molto rinunciatario dei Magpies. La squadra di proprietà saudita ha messo il Milan parzialmente in difficoltà soltanto nei primi minuti di gioco, attraverso un pressing deciso e compatto che ha creato non pochi grattacapi alla prima costruzione dei rossoneri – anche per un Maignan stranamente non precisissimo con i piedi.

Milan-Newcastle 0-0: cosa è andato storto?

I rossoneri hanno dunque avuto il pallino del gioco e, soprattutto, le migliori occasioni della gara. Il Milan ha tirato per ben 25 voltecome riporta Opta, l’ultima partita di Champions in cui avevano fatto più tiri senza segnare risale addirittura al 2005 –, creando almeno cinque enormi occasioni da gol, ma non è mai riuscito a battere un Nick Pope poco elegante ma sempre pronto.

Ma per quanto sia stato bravo in alcune occasioni il portiere di Soham – o lo stesso capitano Kieran Trippier, per citare il migliore in campo del Newcastle –, sono stati i demeriti del Milan a fissare il punteggio sullo 0-0, più che i meriti difensivi dei Toons – autori di una prova estremamente deludente. E questo è senz’altro il maggior motivo di rammarico per il Milan. È mancata in maniera evidente la cattiveria necessaria sotto porta, anche e soprattutto da quelli che dovrebbero essere i leader tecnici dei rossoneri.


Il peggiore in campo

Nonostante l’UEFA lo abbia insignito del premio di MVP della gara – e sarebbe interessante capire chi sono i responsabili di queste scelte –, è pacifico sostenere che Rafael Leão sia stato il peggiore dei suoi, anche per quello che lui rappresenta per la sua squadra.

Leão ha fatto la sua classica prestazione avulsa dal gioco, toccando pochi palloni rispetto ai compagni – 39, tra quelli che hanno giocato l’intera gara solo l’altro trascinatore mancato, Olivier Giroud, ne ha toccati meno – e sbagliando tante scelte e passaggi – 13 sui soli 17, per un 76% di precisione.

L’azione simbolo della sua partita, e della gara in generale, è quella che arriva alla mezz’ora di gioco – iniziata peraltro da una sua grande giocata con stop volante e colpo di tacco per Pobega. Il portoghese viene messo davanti a Pope da una palla perfetta di Theo Hernández, ma invece di puntare la porta rientra e salta secco prima Longstaff e poi Botman, presentandosi di fronte al portiere in condizioni addirittura migliori. Arrivato lì, però, dà inspiegabilmente le spalle alla porta e prova un improbabile colpo di tacco, mancando clamorosamente il pallone e sciupando la migliore occasione della partita.

Il pasticcio di Leão è davvero enorme, ma se vogliamo il peggio viene dopo. A disastro compiuto, mentre i compagni provano disperatamente a segnare quel gol che lui non ha proprio voluto realizzare, il numero dieci impiega ben quindici secondi per rialzarsi, ignorando l’azione fino all’uscita del pallone. Quel quarto di minuto, nel quale non solo non aiuta i compagni ma anzi si rende potenzialmente un ostacolo, spiega alla perfezione il reale motivo della furia dei tifosi nei suoi confronti: il suo atteggiamento è lezioso, svogliato e irritante. Molto più della giocata spettacolare e inutile, che può penalizzare la squadra, la prima cosa che un tifoso non vorrebbe più vedere da Leão sono le mani sui fianchi, simbolo di questo modo di fare dell’ex Lille.

Rafael Leão è nettamente il giocatore più forte e importante del Milan, ma pare non abbia mai davvero la voglia di rendersene conto. Pioli dovrà essere bravo a farglielo capire.

Il (vero) migliore in campo

Con tutto il rispetto per chi ha assegnato quel premio a Leão, è evidente che molti altri lo avrebbero meritato più di lui. Ha fatto un’ottima partita Ruben Loftus-Cheek – che soprattutto nel primo tempo ha stravinto i duelli contro Bruno Guimarães e Tonali –, è stato il solito treno Theo e tra i subentrati è stato particolarmente pimpante e positivo Yunus Musah, ma l’MVP della gara è assolutamente Fikayo Tomori.

L’inglese, grande assente del derby, è stato protagonista di una prova praticamente perfetta. Preciso negli interventi e sempre puntuale negli anticipi, ha regalato al reparto la sicurezza che è mancata nella disfatta contro l’Inter e che soprattutto è mancata nella quasi totale interezza della passata stagione – nella quale Tomori è stato uno dei peggiori giocatori del Milan.

Tomori è un giocatore che nel 2023 ha mostrato tutti i suoi limiti, ma che ha ancora ampissimi margini di miglioramento e che quest’anno – avendo già sprecato il “bonus sciocchezza” contro la Roma – è chiamato a mettersi alle spalle le pessime prestazioni e a ricominciare a fare sul serio. E chissà che questa gara non possa simbolicamente rappresentare il primo mattone per ricostruire il muro difensivo dei rossoneri – uno dei fondamenti della vittoria dello scudetto 2021/2022.

La situazione del girone

Al di là del dispiacere che può dare il non vincere una partita giocata in questa maniera, soprattutto in un momento così delicato, lo 0-0 ottenuto contro il Newcastle diventa una pessima notizia se contestualizzato alla situazione del girone del Milan. La squadra di Pioli infatti, con non poca sfortuna, ha pescato dalle urne un girone infernale in cui deve vedersela con il Paris Saint-Germain dell’ex Donnarumma, i vicecampioni di Germania del Borussia Dortmund e appunto il Newcastle.

Questo pareggio potrebbe pesare come un macigno nel proseguo del girone. Basti pensare che i rossoneri dovranno adesso presentarsi al cospetto del Muro Giallo per affrontare il BVB, e successivamente avranno la doppia sfida contro il PSG – prima a Parigi, poi a Milano. E lo stesso match di chiusura al St James’ Park, che potrebbe diventare uno spareggio, non sarà di certo una passeggiata di salute.

In Europa questi punti lasciati per strada, soprattutto quando fai parte di questo genere di raggruppamenti, rischi di pagarli a carissimo prezzo. Niente è chiaramente compromesso definitivamente dopo questo 0-0 contro il Newcastle, ma ora il Milan dovrà dimostrare ancora di più il proprio valore, ed è chiamato a delle imprese di non poco conto. Ha tutti i mezzi necessari per strappare un pass per gli ottavi di finale, ma adesso non sono più accettati grandi passi falsi. E d’altra parte, nel contesto di un girone infernale, chi meglio del Diavolo potrebbe riuscire a venirne fuori?

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