Il Pallone d’Oro è da oltre mezzo secolo il premio individuale più ambito nel mondo del calcio. Per questo motivo è anche il più discusso di tutti, con gli appassionati che ogni anno si dividono. Nonostante l’importanza vitale di un giocatore come Rodri, quest’anno il premio assegnato da France Football mette a confronto fondamentalmente due grandi candidati: da una parte Lionel Messi, dall’altra Erling Haaland. Ma chi dei due merita di vincerlo? In questo articolo proveremo a dare una risposta, basandoci sui criteri ufficiali per l’assegnazione. Prima di iniziare, ricordiamo che per il Pallone d’Oro, dalla passata assegnazione, viene considerata la stagione e non più l’anno solare, per cui le valutazioni saranno basate sulla stagione calcistica 2022/2023.
Pallone d’Oro 2023 – Insieme delle prestazioni individuali e di squadra
Il primo criterio di valutazione stabilito da France Football è quello relativo alle “prestazioni” individuali e di squadra, quindi banalmente al rendimento del giocatore e ai risultati del club. Qui, come per gli altri punti, ci sarà da fare una distinzione tra squadra di club e nazionale, visto che la stagione 2022/2023 ha visto anche lo svolgimento dei Mondiali.
Per Leo Messi, nonostante la vittoria della Supercoppa e del campionato francese, l’annata con il PSG non è stata proprio soddisfacente. Non a caso le due parti si sono separate e il Diez si è più volte dichiarato deluso dalla sua avventura parigina. Il grande obiettivo era come sempre la Champions League, ma ancora una volta è stata mancata, e in maniera rovinosa: fuori agli ottavi di finale, senza mai nemmeno impensierire il Bayern Monaco.
Per carità, il suo contributo in stagione dal punto di vista dei numeri è più che lodevole – 21 gol e 20 assist in 41 partite –, e spesso ha tolto le castagne dal fuoco al Paris quando sembrava che il Marsiglia potesse impensierirlo seriamente – vedasi la bellissima punizione trasformata al 95′ contro il Lille, per il 4-3 finale –, ma la stagione del PSG rimane comunque più amara che dolce.
Cambia completamente il discorso, invece, per quanto fatto con l’Argentina. Nella competizione più importante di questo sport, Lionel Messi è stato assoluto trascinatore di un gruppo di calciatori sicuramente validissimi, ma comunque outsider rispetto alle grandi forze del calcio mondiale. Durante la prima Coppa del Mondo invernale, il capitano dell’Argentina ha messo a referto 7 gol e 3 assist per i compagni, trasformando anche i rigori calciati ai quarti contro l’Olanda e in finale contro la Francia.
Nel complesso, nella stagione calcistica 2022/2023, tra club e Nazionale, Messi ha segnato 37 gol e servito 26 assist in 54 partite disputate – 63 G+A, una contribuzione diretta al gol ogni circa 76 minuti di gioco –, conquistando la Ligue 1, la Supercoppa francese e il Mondiale.
La stagione dello sfidante Haaland, al contrario, si è concentrata esclusivamente sul club. Arrivato al Manchester City in estate, per 60 milioni di euro, Erling ha portato con sé qualche dubbio sul suo rendimento per una fetta di appassionati. Dubbi che sono stati prima alimentati nel debutto perdente nel Community Shield contro il Liverpool di Darwin Núñez, e successivamente spazzati via nel giro di poche giornate in Premier League.
La stagione di Haaland, almeno dal punto di vista numerico, è stata semplicemente la migliore che un attaccante abbia mai disputato nella storia del calcio inglese. Ha superato il record di Ruud van Nistelrooy e Momo Salah per il maggior numero di reti stagionali in tutte le competizioni – 44 per loro, 52 per lui – e quello di Andrew Cole e Alan Shearer per il maggior numero di reti stagionali in Premier League – 34 per loro, 36 per lui. Questi numeri gli hanno anche chiaramente permesso di conquistare la Scarpa d’Oro.
Ma non è stata solo un’annata legata ai gol, perché la sua spietata finalizzazione ha avuto un enorme peso sul Treble degli Sky Blues. E se è vero che il Manchester City partiva probabilmente come squadra favorita in tutte le competizioni vinte, è anche vero che quello della Champions League era un taboo che sembrava non sfatabile.
Una pecca significativa all’interno della stagione di Haaland, però, è stata quella di non risultare decisivo nei momenti clou delle competizioni. L’uomo decisivo nella gara che dà la matematica vittoria della Premier al City è Julián Álvarez, così come a decidere la finale di FA Cup è stato İlkay Gündoğan e a consegnare la Champions alla squadra di Pep è stato Rodri.
In particolare, nella Coppa dalle Grandi Orecchie, è stato probabilmente il peggiore dei suoi in tutte le ultime tre gare, tra semifinale contro il Real Madrid e finale contro l’Inter, venendo prima ingabbiato da Antonio Rüdiger e poi da Francesco Acerbi.
Questo chiaramente non compromette il fatto che la sua stagione sia stata irreale, e in particolare in Premier League è innegabile che lui sia stato l’MVP del campionato, però all’interno di una lotta così serrata è sicuramente da tenere in considerazione.
Così come è da tenere in considerazione l’assenza nel torneo più importante della stagione. La Norvegia non è una big del calcio mondiale, ma ha sicuramente i mezzi per qualificarsi. È una delle nazionali più deludenti degli ultimi anni per il proprio potenziale, ma in questo specifico caso Haaland ha pochissime responsabilità, perché nelle qualificazioni – giocate nella stagione precedente, quindi da non considerare per il Pallone d’Oro 2023 – il suo lo aveva fatto, segnando 5 gol in 6 partite – e mancando per infortunio in quelle decisive.
Nel complesso, nella stagione calcistica 2022/2023, tra club e Nazionale, Haaland ha segnato 56 gol e servito 9 assist in 57 partite disputate – 65 G+A, una contribuzione diretta al gol ogni circa 69 minuti di gioco –, conquistando la Premier League, la FA Cup e la Champions League.
Chiaramente i numeri ci restituiscono solo parzialmente l’importanza dei due per le loro squadre, che per essere spiegata bene necessiterebbe di un grande approfondimento che non facciamo per non risultare tediosi. Chi ha seguito le stagioni di questi due campioni sa quanto sono stati cruciali, i numeri ne restituiscono parzialmente l’idea.
Le prestazioni dei due fenomeni sono comparabili, entrambi hanno giocato un’annata ad altissimi livelli. I numeri di Haaland, però, hanno un valore maggiore, avendoli ottenuti in un campionato nettamente superiore. Così come a livello di conquiste le stagioni di Manchester City e PSG sono imparagonabili. Il problema per il norvegese, però, è il Mondiale. Il peso e l’importanza di questo trofeo arriva davvero a spostare tutto.
Quanti giocatori rinuncerebbero alla vittoria di un Mondiale con la propria nazionale per vincere un Treble? Chiaramente la risposta è a discrezione personale, ma basti pensare che Cristiano Ronaldo reputa l’Europeo vinto nel 2016 come il trofeo più importante della sua gloriosissima carriera. Figuriamoci la Coppa del Mondo.
Mettere però Messi oggettivamente sopra Haaland in questa categoria è impossibile, così come è impossibile il contrario. Qui la preferenza è assolutamente soggettiva, e basata sull’importanza che ognuno di noi dà alle competizioni prese in considerazione.
Pallone d’Oro 2023 – Valore del giocatore (talento e fair play)
Qui il paragone è complesso per un altro motivo, cioè il fatto che Haaland e Messi siano due giocatori parecchio diversi per caratteristiche. Sono infatti entrambi dei giocatori offensivi, ma giocano in ruoli e con compiti parecchio distanti tra loro. Nonostante questo, se ad essere valutato fosse il prime o il livello del giocatore in generale non ci sarebbe paragone, almeno per il momento. Ma la valutazione è da fare sul valore attuale, e questo chiaramente livella tutto.
Come già detto, Haaland ha vissuto la miglior stagione della sua carriera, mentre per Messi il discorso è diverso. L’argentino ha scritto l’ultima incredibile pagina della sua strabiliante carriera, ma la miglior versione della Pulga l’abbiamo vista probabilmente una decina di anni fa. Il livello dei due nella passata stagione è più o meno paritario, anche se chiaramente applicato diversamente in campo.
Lato fair play, invece, credo sia pacifico sostenere che entrambi siano dei giocatori esemplari. C’è da dire che su Messi, proprio in questa stagione, pende il discorso relativo ad Olanda-Argentina, in cui il Diez si è lasciato andare ad un’esultanza provocatoria nei confronti di van Gaal – non casualmente alla Riquelme –, giustificata però dalle pesantissime dichiarazioni pre e post partita del tecnico ex Barcellona e dal contesto di una gara estremamente nervosa. Sarebbe assurdo rivalutare in negativo sotto questo aspetto un giocatore che nel corso della sua lunga carriera è tendenzialmente sempre stato corretto e rispettoso.
Così come corretto e rispettoso è Erling Haaland. Il norvegese, almeno per quello che mostra in campo e fuori, sembra proprio un bravissimo ragazzo con dei sani principi, e non è assolutamente scontato vista la giovane età e la facilità con la quale si può perdere la testa nel mondo del calcio.
Pallone d’Oro 2023 – Carriera
Ecco, se nei precedenti parametri si doveva spesso ricorrere alla soggettività, qui la situazione è molto più chiara e semplice.
Erling Haaland, se si fosse ritirato al termine della stagione 2022/2023, all’età di 22 anni, avrebbe comunque potuto vantare dei numeri e dei traguardi che alcune leggende nella storia del calcio non hanno mai raggiunto – il dato più impressionante rimane quello della Champions, 35 gol in 30 presenze fino alla finale di Istanbul –, ma la carriera dell’argentino, anche per ragioni anagrafiche, è totalmente imparagonabile.
Leo Messi, nel momento in cui scriviamo, ha segnato 821 gol e servito 361 assist in oltre 1.000 partite, vincendo, tra le altre cose, dieci campionati spagnoli, quattro Champions League, una Copa América e un Mondiale. Una carriera probabilmente irripetibile per livello, conquiste e magia.
Pallone d’Oro 2023 – Personalità, carisma
Questo parametro è particolarmente interessante, visto quanto è cambiato nel corso degli anni per uno dei due calciatori presi in considerazione. E il riferimento è chiaramente a Messi.
La questione della personalità, soprattutto con la Selección, è stata per gran parte della sua carriera uno degli aspetti più criticati. Spesso era sminuito in questo senso dal paragone con Diego Armando Maradona, che invece era strabordante di carisma, ma anche da quello con il suo eterno rivale Cristiano Ronaldo, che di personalità ne ha sempre avuta da vendere.
Con il cambio generazionale, nell’Argentina, si è però stravolto tutto. Messi, per la prima volta nella sua storia, diventa capopopolo. Mentre prima era solito nascondersi, ora è sempre il primo a metterci la faccia. Questo è dovuto, oltre alla maturità, anche e forse soprattutto all’alchimia con i compagni. Prima faticava a rapportarsi con loro, adesso invece il gruppo sembra estremamente legato a lui, probabilmente anche perché molti di loro sono ragazzi cresciuti con il mito di Messi.
Questo cambiamento radicale si era già visto nella Copa América 2019, vinta dal Brasile, ma è poi esploso fragorosamente prima nell’edizione successiva e poi soprattutto al Mondiale. Non per caso i primi due trofei principali conquistati dall’Argentina dopo quasi quarant’anni di astinenza.
Dal canto suo, Haaland ha una discreta personalità, sicuramente superiore rispetto a quella di Messi alla sua età. È però per il momento – come è normale che sia, visto che è molto giovane –, un trascinatore più tecnico che carismatico. L’impatto positivo che ha sulle sue squadre, anche a livello mentale, è più legato alla sua forza calcistica che non alla sua personalità.
Pallone d’Oro 2023 – Conclusioni
La stagione di Erling Haaland è irreale. Un iradiddio che ha conquistato tutti i trofei per club più importanti, con la squadra più forte al mondo. Se lo avesse fatto in una qualsiasi altra annata non ci sarebbe nemmeno discussione, il Pallone d’Oro sarebbe suo. Purtroppo per lui il Mondiale pesa come un macigno, e come sempre è decisivo per l’assegnazione del premio. Da quando questo riconoscimento esiste ed è aperto a tutti i calciatori, è sempre stato vinto o da un campione del mondo o da un vice-campione del mondo, e l’unica volta in cui non è successo non sono mancate le polemiche – nel 2014, con Neuer soltanto terzo dietro Ronaldo e Messi.
Per questo motivo, e per il vantaggio che l’argentino ottiene anche dai parametri minori, è probabilmente giusto che Lionel Messi chiuda de facto la sua carriera con il suo ottavo Pallone d’Oro, con Haaland che avrà modo di lottare per questo premio negli anni a venire. Anche se, e questo è giusto sottolinearlo, non sarebbe assolutamente scandaloso se France Football decidesse di premiare il norvegese. La lotta tra i due è una delle più belle, agguerrite e per questo divisive degli ultimi anni, e a prescindere da chi tifiate, per entrambi ci sono ragioni più che valide per l’assegnazione.
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