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Dieci derby di Milano indimenticabili

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Considerando il livello e lo status attuale e storico delle due squadre, il derby della Madonnina è probabilmente il derby cittadino più importante d’Europa. Milan e Inter sono due delle squadre più forti della storia del calcio, e questa sfida ultracentenaria le ha viste affrontarsi in oltre duecento occasioni. Le due compagini si sono spesso contese la Serie A, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana, ma sono state più volte messe una di fronte all’altra anche in campo europeo. Basandoci sull’importanza, la bellezza e la rilevanza emotiva per le due tifoserie, abbiamo selezionato i dieci migliori derby di Milano dal 2000 ad oggi.


Inter-Milan 0-6 (11/05/2001)

I gol ai minuti 5:16, 21:15, 57:25, 1:10:42, 1:21:55, 1:25:13

«11 maggio 2001 e quella data non la scorda più nessuno», inizia così uno dei cori più famosi della Curva Sud Milano, e la partita in esame non ha bisogno di ulteriori presentazioni. In un allora inedito anticipo del venerdì sera – per ragioni elettorali –, Inter e Milan si affrontano in un derby che può risollevare l’umore di una delle tifoserie meneghine a seguito di una stagione a dir poco deludente. Al terzo minuto si sblocca subito il risultato con il primo gol rossonero di Gianni Comandini, a cui poi basta poco più di un quarto d’ora per mettere a segno il secondo – curioso il fatto che questi nel derby resteranno i due soli gol della sua permanenza in rossonero. L’Inter non dà mai la sensazione di poter rientrare in partita ed è nel secondo tempo che si apre l’oblò del sottomarino. Al 53’ un cross su punizione dell’ex Perugia Federico Giunti si insacca alle spalle di Sébastien Frey, prima della doppia immancabile firma dell’uomo delle grandi serate di quel Milan, Andrij Shevchenko, che nel giro di dieci minuti capitalizza al meglio le incursioni dalla sinistra. Tre giri d’orologio dopo, il Milan realizza il sesto gol della partita con Serginho, il migliore in campo di quel derby.

Inter-Milan 1-1 (13/05/2003)

Il sentimento che accompagnò i centottanta minuti di quella semifinale fu solo uno: la paura. Nella storia del derby di Milano non era mai successo che le squadre dovessero affrontarsi in Champions League, e quelle gare sono un affresco di quanto ansiogeno questo sport possa essere. Durante l’incontro d’andata sembrò esserci un patto di non belligeranza tra le due squadre. Al ritorno la partita seguì il medesimo copione, almeno fino a quando il solito Andrij Shevchenko non decise di liberarsi in area e infilare Toldo, portando il Milan sullo 0-1. Nel secondo tempo l’Inter è obbligata a tentare l’assalto – in virtù della regola del gol in trasferta, era costretta a segnare due reti per strappare il pass per la finale –, ma i nerazzurri stentano a creare pericoli seri per la difesa del Milan. A sette minuti dalla fine, però, Obafemi Martins sfrutta un insolito errore di capitan Maldini e ristabilisce la parità. Ed è qui che la tensione raggiunge livelli mai visti prima, con l’Inter che tenta il tutto per tutto per portasi in vantaggio e ha anche l’occasione per farlo: il pallone vincente capita sui piedi di Mohamed Kallon, che tira a botta sicura verso la porta rossonera trovando però un super Christian Abbiati, che riesce a deviarla con il polpaccio in calcio d’angolo. È l’ultima occasione del match. L’arbitro Veissiere fischia tre volte, decretando la fine della partita e di quella settimana di agonia, con il Milan diretto a Manchester per la finale. Una finale nella quale batterà un’altra rivale, la Juventus, vincendo una delle Champions più emozionanti di sempre.


Inter-Milan 2-0 (24/01/2010)

È in una fredda serata invernale che va in scena una delle partite più importanti della cavalcata nerazzurra verso il Triplete del 2010. Il 24 gennaio, in un Giuseppe Meazza strapieno, i ragazzi di José Mourinho affrontano un Milan in piena forma e con un Ronaldinho assolutamente ritrovato. I rossoneri insidiano, assieme alla Roma, il primato in classifica dell’Inter. Toccherà al solito Diego Milito mettere il suo nome a tabellino dopo dieci minuti, sfruttando un’ingenuità di Abate. L’Inter ha le migliori occasioni della gara e sembra possa sfruttare l’inerzia del match per raddoppiare, ma al 26′ Wesley Sneijder viene espulso per proteste, complicando parecchio le cose. Rimasti con l’uomo in meno, i nerazzurri riusciranno a trovare la forza di resistere all’assalto dei Diavoli, e chiuderanno la pratica prima con una bellissima punizione di Goran Pandev, e poi con una difesa ad oltranza culminata nel rigore causato da un fallo di mano di Lúcio – che viene espulso per doppia ammonizione, lasciando l’Inter in nove uomini. Al secondo dei quattro minuti di recupero, Júlio César para il rigore di Ronaldinho, chiudendo la contesa con una manciata di secondi d’anticipo. Emblematica la frase di Mourinho che, polemico nei confronti delle decisioni arbitrali, affermò a fine partita: «Questa la vincevamo anche in sette!».

Milan-Inter 3-0 (02/04/2011)

Quello del 2 aprile 2011, dopo molti anni, fu il primo derby in cui la posta in palio tornava ad essere molto più alta della contesa sulla supremazia cittadina. In palio, infatti, c’era lo Scudetto. L’Inter campione di tutto, ma fiaccata dal doppio cambio alla guida tecnica post-Mourinho con Benítez prima e il grande ex Leonardo poi, è in un momento strepitoso di forma, mentre il Milan arriva alla stracittadina reduce da una sconfitta senza appello a Palermo e con Ibrahimović indisponibile per squalifica. Le premesse però, come spesso accade nei derby, vengono subito disattese: la partita che si sblocca dopo nemmeno cinquanta secondi grazie ad Alexandre Pato, che realizza il primo gol della serata. Dopo la rete il Milan colpisce la traversa con una bordata da fuori area di van Bommel, mentre l’Inter sciupa le poche occasioni create. Nella ripresa l’Inter si scioglie definitivamente a causa dell’espulsione di Chivu, e i rossoneri chiudono la pratica: prima la doppietta di Pato all’ora di gioco, poi un rigore procurato e trasformato da Antonio Cassano al 90’ – che si toglie la maglia per esultare, e due minuti dopo si fa espellere per un fallo inutile. Con questa vittoria il Milan sancisce di fatto il decisivo allungo scudetto sui cugini nerazzurri, da +2 a +5.


Inter-Milan 4-2 (06/05/2012)

I derby portano con sé una buona carica di emotività e di rivalità sportiva. Quelli che sono gioia e tripudio per una squadra, spesso possono diventare tragici per l’altra. È il caso della penultima giornata della Serie A 2011/2012, che vede un’Inter in discreta crisi d’identità inseguire arrancando una Champions League che poi non riuscirà a raggiungere, mentre il Milan si trova ancora in piena corsa per la vittoria finale. Una sconfitta dei rossoneri, che giocano in parallelo alla prima Juventus di Antonio Conte – impegnata a Trieste contro il Cagliari –, potrebbe significare dire addio ai sogni sul diciannovesimo scudetto. Una sconfitta per l’Inter significherebbe invece un biglietto assicurato per l’Europa League. Quando la posta in gioco è alta, sono i grandi campioni quelli chiamati a rispondere. Il primo a presentarsi, puntuale, è Diego Alberto Milito, che al 14’ regala il vantaggio ai suoi. Dopo un gol-fantasma negato a Cambiasso, il palco se lo prenderà Zlatan Ibrahimović. Alla fine del primo tempo mette a segno un rigore molto dubbio procurato da Boateng, all’inizio del secondo si libera con un tocco di due difensori e supera Júlio César con uno scavetto in uscita. Il vantaggio non dura però molto: dopo una traversa dai quaranta metri di Sneijder, Abate affossa Milito in area di rigore, ed è proprio il Principe a trasformarlo spiazzando Amelia. A dieci minuti dalla fine, un colpo di testa di Pazzini trova il braccio di Alessandro Nesta: è di nuovo rigore, è di nuovo gol di Milito, che firma la sua personale tripletta. Il Milan reagisce rabbiosamente, ma i nerazzurri non hanno ancora finito. All’87’ una discesa imperiosa di Maicon si conclude con un tiro d’esterno dal vertice dell’area di rigore che, come un arcobaleno, va a terminare la sua corsa sotto l’incrocio dei pali. Al triplice fischio è il momento dei verdetti: l’Inter lotterà fino all’ultima giornata per la Champions, mentre a Trieste la Juventus viene coronata campione d’Italia a scapito dei rossoneri.

Inter-Milan 1-0 (22/12/2013)

Non sempre i derby possono essere belle partite, e non sempre hanno la possibilità materiale di farci divertire. Il bello, però, è che possono stupire in un attimo dopo novanta minuti di nulla. I derby che hanno colto entrambe le squadre nel pieno della loro Banter Era sono forse quelli più adatti a confermare questo teorema. In una sfida quasi natalizia, in cui l’unico vero giocatore di livello mondiale in campo – eccezion fatta per i resti delle vecchie glorie, tra cui Zanetti, Cambiasso e Kakà – era Samir Handanovič, a deciderla a cinque minuti dalla fine è un delizioso colpo di tacco di Rodrigo Palacio su assist di Guarín. Non serve, quindi, avere sempre a disposizione ventidue campioni: il derby ha un potere speciale, in grado di trasformare in oro tutto ciò che tocca.


Milan-Inter 3-0 (31/01/2016)

I gol ai minuti 35:38, 1:14:34 e 1:18:33

A leggere alcuni dei nomi che erano in campo quella serata ad entrambe le tifoserie verrà qualche brivido lungo la schiena, ma la Banter Era va abbracciata e non rinnegata. Il derby di ritorno della stagione 2015/2016 vede affrontarsi due squadre che fino a quel momento stanno vivendo due stagioni opposte, con il Milan che arranca e l’Inter che è reduce da un ottimo girone d’andata chiuso nelle prime tre posizioni. Infatti sono proprio i nerazzurri ad approcciare meglio la partita, rendendosi pericolosi nei pressi della porta di un Donnarumma ancora sedicenne, ma è un colpo di testa da parte di Alex che sblocca il risultato al 34’. Nella ripresa è sempre l’Inter a sembrare la squadra migliore tra le due, e l’occasione d’oro per il pareggio si presenta con un calcio di rigore procurato da Icardi. La punta rosarina calcia benissimo il rigore, forse fin troppo bene, dato che il tiro si stampa sul palo ed è prontamente disinnescato dalla retroguardia rossonera. L’Inter dopo il rigore sbagliato sembra non crederci più, e il Milan si riversa nella trequarti nerazzurra con Carlos Bacca che capitalizza al meglio un cross di Niang e porta i rossoneri sul 2-0. Quattro minuti dopo arriva il colpo di grazia, quando, a causa di una palla persa banalmente da Santon, M’Baye Niang può realizzare comodamente il 3-0 che sancisce il definitivo trionfo dei casciavit.

Inter-Milan 3-2 (15/10/2017)

In una partita bellissima, ricca di colpi di scena e di reti, la prima Inter spallettiana affronta da imbattuta e quasi sempre vincente un Milan praticamente rimesso a nuovo dalla gestione Fassone-Mirabelli. È l’ottava giornata di un campionato che sembra aver rimesso in discussione le gerarchie nazionali, ma che si rivelerà ingannevole alla fine, anche se i nerazzurri riusciranno a raggiungere l’obiettivo del ritorno in Champions League. Dopo un’iniziale traversa di Candreva, al 21’ è Mauro Icardi a sfruttare un cross preciso dello stesso esterno per infilare Donnarumma con una precisione ed un cinismo da bomber vero. Il primo tempo è a forti tinte nerazzurre, ma nel secondo il Milan prima colpisce un palo con André Silva, poi riesce a trovare il pareggio con Suso, al suo terzo gol nel derby di Milano. Quell’Inter, però, possedeva un’arma in più, un uomo a cui aggrapparsi nei momenti di maggiore difficoltà: stavolta è Ivan Perišić a mettere, dalla sinistra, una palla tesa a mezz’altezza che Mauro Icardi trasforma in oro con una sforbiciata volante che si spegne in rete a mezz’ora dalla fine. Il derby non finisce però di stupire, e all’81’ la reazione milanista trova sfogo con Jack Bonaventura, che approfitta di una distrazione della difesa per causare l’autorete di Handanovič e riporta la situazione in parità. Con il pareggio giunto a dieci minuti dal 90′, tutto sembra ormai deciso, ma su un calcio d’angolo apparentemente innocuo, Ricardo Rodríguez trattiene ingenuamente D’Ambrosio per la maglia, provocando un calcio di rigore che verrà trasformato da Icardi al 90’, per il 3-2 definitivo e per la sua tripletta personale – con tanto di maglia mostrata ai tifosi sotto la curva, ispirato probabilmente dal suo concittadino al Barcellona.


Inter-Milan 1-2 (05/02/2022)

Questa è stata senza ombra di dubbio una delle partite più assurde degli anni recenti, che a conti fatti si è rivelata anche decisiva per l’assegnazione dello scudetto 2022 anche con tre mesi d’anticipo rispetto alla fine naturale del campionato. Si potrebbe utilizzare la parola “crisi” per descriverla, perché sancì la fine di un periodo difficile per il Milan e l’inizio del febbraio horribilis dell’Inter. Il primo tempo della partita è completamente dominato dall’Inter, che la sblocca al 38’ con Ivan Perišić che sfrutta al meglio il corner dell’ex Çalhanoğlu, ma è solo grazie ad una prestazione sontuosa di Mike Maignan se il Milan resta aggrappato alla partita. Il secondo tempo segue un copione diverso, ma la compagine rossonera sembra incapace di creare pericoli degni di questo nome. È al momento delle sostituzioni, però, che cambia tutto. L’ingresso di Brahim Díaz crea scompiglio nella trequarti, e al 75’, a seguito di una conclusione deviata dello spagnolo, che Olivier Giroud spinge la palla in rete riportando in parità la partita. In quel momento il Milan ritrova convinzioni che non sembrava aver mai avuto durante la precedente ora di gioco, e servono solo tre minuti per portarsi in vantaggio grazie ad uno splendido movimento di Giroud, che si libera di de Vrij e mette a segno la sua doppietta personale. La partita si chiude in quel momento, nei restanti minuti l’Inter non è in grado di reagire al terribile uno-due subito in così poco tempo. Ci penserà un fallo da dietro e la conseguente espulsione di Theo Hernández a ravvivare il finale, ma non basterà all’Inter per riacciuffare il match.

Inter-Milan 1-0 (16/05/2023)

Nel ritorno di uno dei doppi confronti più importanti della storia recente del derby di Milano, le due compagini meneghine si affrontano nel secondo atto della semifinale di Champions League, con i nerazzurri che partono con un vantaggio di due reti maturato nel primo scontro grazie ai gol di Edin Džeko e Henrikh Mkhitaryan. La partita non si sblocca, anche se l’Inter rischia prima con un rigore in movimento sprecato da Brahim Díaz, poi con una fuga del rientrante Rafa Leão, che conclude la sua corsa con un tiro che termina di poco a lato. Nel secondo tempo, però, l’offensiva si esaurisce, e ad approfittarne al 74’ è Lautaro Martínez, che insacca di sinistro al termine di un’azione confusa e spedisce definitivamente l’Inter ad Istanbul, spegnendo gli ultimi focolai di ribellione rossonera. L’esultanza sotto la curva segna forse un momento di passaggio fondamentale nella storia dell’Inter e nella sua storia personale. Lautaro sembra ormai un giocatore pronto a farsi carico delle esigenze di una squadra, e a diventarne uno dei leader assoluti.

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