Castrovilli

Geatano, il tempo passa

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C’è stato un momento, a cavallo tra il 2019 e il 2020, in cui la maggior parte degli appassionati di calcio italiani vedeva in Gaetano Castrovilli uno dei possibili perni del centrocampo azzurro del futuro – soprattutto in vista di Euro 2020 –, date le prestazioni di altissimo livello con la maglia della Fiorentina. Gaetano all’Europeo ci è andato – sebbene con un ruolo da assoluto comprimario – e lo ha anche vinto, ma nonostante questo, qualcosa sembra essersi inceppato. Il calciatore, abituato a danzare in mezzo al campo, pare essersi spento. Un peccato, visto che quella sotto la guida di Vincenzo Italiano, sembrava potesse essere la stagione della sua definitiva consacrazione.


La scoperta

Cresciuto calcisticamente nel settore giovanile del Bari, le strade di Gaetano e della Fiorentina si incrociano nel 2017, anno in cui viene acquistato dai viola e aggregato alla formazione Primavera, dove contribuisce a suon di gol e belle prestazioni al raggiungimento della finale Scudetto – poi persa contro l’Inter di Pinamonti.

Nell’estate dello stesso anno passa in prestito biennale alla Cremonese, neo-promossa in Serie B. Nei 2 anni in cadetteria, Castrovilli si distingue come uno dei migliori centrocampisti del campionato, trovando anche le prime reti tra i professionisti. 52 presenze e 5 gol costituiranno il bottino totale con i grigiorossi, 4 di questi nella seconda stagione, grazie alla quale entra addirittura in lizza per il titolo di Miglior giovane della Serie B 2018/2019: Gaetano si piazza al secondo posto dietro un altro grande talento del calcio nostrano, Sandro Tonali.

Negli ultimi tempi, purtroppo, molti ragazzi vengono catapultati in un turbinio infinito di prestiti fino alla scadenza del contratto, non riuscendo mai ad esplodere; tuttavia, l’allora allenatore della Fiorentina Vincenzo Montella, dopo aver osservato da vicino il ragazzo nel ritiro estivo di Moena, decide di puntarci su. È il 24 agosto 2019, prima giornata di campionato, e al Franchi si gioca subito una partita molto sentita dalla Fiesole: a Firenze arriva il Napoli di Carlo Ancelotti. Montella spiazza tutti schierando dal primo minuto il centrocampista pugliese, a fianco del neoacquisto Pulgar e di Badelj. La risposta è subito positiva. Gaetano gioca 90 minuti di sostanza e qualità, in cui prima si “procura” il rigore del provvisorio 1-0, facendo carambolare il pallone sul braccio di Zieliński in area di rigore, e poi serve un assist a Boateng per il suo primo – e unico – gol in maglia viola. La Fiorentina perde 4-3, ma la prestazione della squadra, e in particolar modo dell’esordiente Castrovilli, è incoraggiante. Da quel momento in poi quello che doveva essere un esperimento diventa una certezza, dato che Gaetano non esce più dal campo.

Nel 3-5-2 del tecnico campano, Castrovilli viene schierato come mezzala sinistra, con il doppio compito di inserirsi negli spazi per avvicinarsi alla porta e di ricamare il gioco in supporto a capitan Badelj. Questo mette in luce la qualità principale dell’ex Bari: il dribbling. Non è un caso che nelle prime giornate sia il giocatore con il maggior numero di dribbling riusciti in tutto il campionato. Si dimostra fin da subito un giocatore dalle grandissime doti tecniche ma anche dal buon temperamento, nonostante il fisico relativamente snello.

La consacrazione – anche se per parlare di consacrazione è ancora presto, e in seguito ne vedremo i motivi – sembra arrivare a fine settembre, quando la Fiorentina si appresta ad affrontare il Milan in quel di San Siro. I viola disputano una delle loro migliori partite degli ultimi anni e si impongono per 3-1 grazie ai gol, oltre che di Pulgar e Ribèry, proprio di Castrovilli, al primo centro in Serie A. Il numero 8 fa quello che vuole in mezzo al campo, salta sempre gli avversari con grande naturalezza e dialoga velocemente con i compagni, specialmente con Federico Chiesa. Ed è proprio il figlio d’arte, con una delle sue solite sortite offensive a propiziare il gol di Castro: scatto sulla destra e palla messa di prima in area, Donnarumma interviene non al meglio e Gaetano arriva a rimorchio segnando il provvisorio 2-0. A fine partita i complimenti da parte di stampa e addetti ai lavori si sprecano, lo stesso Montella in conferenza stampa elogia il ragazzo per le sue qualità e per il suo spirito battagliero in campo.

Dopo il Milan, però, i gigliati attraversano un periodo complicato che culmina con l’esonero di Montella a dicembre: in questo lasso di tempo la Fiorentina vince solo due volte, contro Udinese e Sassuolo, e anche gli uomini di maggior affidamento hanno un rendimento al di sotto delle aspettative; questo vale per tutti fuorché per Castrovilli, uno dei pochi, se non l’unico, a far denotare una certa costanza. Segna altri due gol, proprio contro il Sassuolo e il Parma, ma questo non basta a mantenere il suo mentore in panchina. Nel mentre riceve la sua prima chiamata in Nazionale, debuttando nella partita vinta per 3-0 contro la Bosnia, valida per le qualificazioni ad Euro 2020.



Il nuovo allenatore della Fiorentina è Giuseppe Iachini, uno abituato ad essere chiamato in situazioni di emergenza. Grazie alla sapiente guida dell’allenatore ascolano, i viola riescono a condurre la restante parte di campionato verso una salvezza tranquilla chiudendo al decimo posto, ma soprattutto con Iachini, Castrovilli gioca quella che probabilmente è la sua miglior partita in carriera nella vittoria per 2-0 all’allora stadio San Paolo contro il Napoli, che si ripresenta nel suo destino. Il Gaetano visto a Napoli è qualcosa di sorprendente: non segna, ma ciononostante propizia il gol del vantaggio di Chiesa, si inventa un assist spaziale sempre per lo stesso numero 25, che però sbaglia davanti al portiere, e in generale gioca una partita da veterano. Il giovane Castrovilli pratica danza per un anno e, memore di questa sua esperienza, volteggia tra i centrocampisti partenopei come se stesse eseguendo alla perfezione una coreografia. Nessuno riesce a prenderlo, salta tutti senza il minimo problema. È il 18 gennaio 2020 e tutti sono sicuri di una cosa: Castrovilli andrà agli Europei, e forse si giocherà un posto da titolare.

Da Napoli in poi il processo di maturazione del ragazzo continua, senza grandi acuti, complice anche lo scoppio della pandemia nel mezzo, ma sempre con prestazioni di alto livello che lo confermano come il miglior giocatore della viola della stagione 2019/2020, complice anche l’effetto rivelazione.

L’unica nota stonata della sua annata sono i 10 cartellini gialli rimediati, che gli costano 2 giornate di squalifica per somma di ammonizioni, un limite che ne condiziona tutt’ora il rendimento.

I primi segnali di incostanza

All’alba della stagione 2020/2021, complice anche la partenza di Chiesa in direzione Juventus – e con un Vlahović ancora da scoprire ad alti livelli –, è Castrovilli l’indiziato numero uno per guidare la Fiorentina verso una migliore classifica in campionato. Come segno della sua maggiore rilevanza nel progetto, il centrocampista natio di Minervino Murge cambia il numero di maglia e passa al 10, che a Firenze significa tradizione e storia: è il numero che hanno indossato grandi campioni del calibro di Antognoni, Baggio e Rui Costa.

L’annata di Castrovilli inizia nel migliore dei modi con ben 4 gol nelle prime 5 partite di campionato, tra cui spicca la doppietta rifilata all’Udinese nel 3-2 del Franchi: prima segna sfruttando uno dei suoi soliti inserimenti in area di rigore, poi decide la partita con un bel tiro a giro sul secondo palo, il tutto intervallato da una pennellata per servire Milenković per la zuccata vincente.

Quello che sembra il prologo di una stagione in doppia cifra si esaurisce in poco tempo: Iachini non riesce a infondere carattere alla sua squadra, e nemmeno il subentrante Prandelli riesce a migliorare la situazione.

A metà stagione la Fiorentina sprofonda ed entra in una spirale di risultati negativi, eccezion fatta per la super vittoria all’Allianz Stadium per 3-0 contro la Juve. A differenza della stagione precedente però Gaetano non riesce a dare continuità al proprio rendimento e viene risucchiato dalla mediocrità intorno a lui. Vlahović a parte, i viola sono una squadra spenta, perché ad essere spento è il giocatore che dovrebbe dare la luce in mezzo al campo. Sicuramente il gioco speculativo e difensivista di Iachini, nel frattempo tornato in panchina al posto del dimissionario Prandelli, non aiuta un giocatore che fa della tecnica e degli inserimenti offensivi la sua più grande prerogativa, ma ciò non basta a giustificare un andamento così altalenante. La stagione di Castrovilli non è negativa nel complesso, anzi, a fine campionato avrà totalizzato più gol e assist del campionato precedente, rispettivamente 5 e 4, ma non è minimamente paragonabile a quanto fatto vedere l’anno prima; va aggiunto inoltre il solito problema delle ammonizioni: 9 cartellini gialli, che gli costano una partita, e un rosso diretto. Se la stagione d’esordio era da 8 in pagella, questa volta deve accontentarsi di una sufficienza e poco più.



Roberto Mancini lo ha tenuto comunque sott’occhio e decide di schierarlo da titolare nella gara amichevole di preparazione all’Europeo vinta per 7-0 contro il San Marino, in cui mette a referto 2 assist. Il centrocampo azzurro è però al completo e Gaetano, finito indietro nelle gerarchie, non viene convocato per la fase finale del torneo. Nonostante ciò, il 10 giugno viene richiamato ed inserito nella lista ufficiale dei convocati a causa dell’infortunio di Lorenzo Pellegrini – dopo quello di Sensi, che aveva lasciato il posto a Pessina –, ed esordisce nella competizione nel finale della terza ed ultima gara del girone contro il Galles. Tre minuti è la durata complessiva del suo Europeo; difficilmente sarebbe potuta andare diversamente avendo davanti mostri sacri come Jorginho, Verratti e Barella oltre ad un Locatelli in grande spolvero. L’11 luglio, alla premiazione che seguì la vittoria in finale contro l’Inghilterra, è l’unico a non presentarsi interamente in tenuta da gioco, ma indossando pantaloni formali.

L’esperienza da comprimario è comunque stata importante e formativa a detta sua, data la possibilità di potersi confrontare con grandi campioni e fare la sua parte soprattutto in spogliatoio, il vero luogo in cui si decidono tornei e vittorie.

Dalle stelle alle stalle

L’estate del 2021 è tribolata per la Fiorentina, che dopo aver sollevato Iachini dal proprio incarico, visto il deludente tredicesimo posto ottenuto nel campionato appena conclusosi, decide di puntare forte su Gennaro Gattuso, in uscita dal Napoli. Ciononostante, il rapporto tra il tecnico calabrese e il presidente Commisso dura un paio di settimane e in seguito alla risoluzione contrattuale viene ingaggiato Vincenzo Italiano, artefice di una straordinaria salvezza con lo Spezia.

L’arrivo di Italiano infiamma Firenze. All’esordio nel massimo campionato e con una rosa a disposizione candidata numero uno alla retrocessione, Italiano si è messo in luce per il gran gioco proposto che ha permesso allo Spezia di affrontare a viso aperto le altre squadre, battendo anche avversari di prestigio come il Milan: uno stile di gioco offensivo che ben si sposa con la squadra e le ambizioni viola, con giocatori di livello quali Vlahović, Nico González e lo stesso Castrovilli, pronti a stupire nel suo 4-3-3. Sembra tutto fantastico, ma la stagione di Gaetano, almeno fin qui, è decisamente al di sotto delle aspettative.

Nello scacchiere tattico del nuovo mister, gli unici due centrocampisti sicuri del posto sono Torreira e Bonaventura, con Gaetano a doversi sudare il posto con Duncan e Maleh. Arrivati a metà campionato, Gaetano gioca poco e quando è in campo non lo si nota affatto; sicuramente la sua stagione è stata condizionata anche da problemi fisici, come il bruttissimo infortunio rimediato a Genova in cui, pronto a spingere il pallone in rete, si scontra contro il palo e finisce in ospedale, ma questo non basta a giustificare le sue scarse prestazioni. Proprio Duncan, un centrocampista prevalentemente di interdizione, e Maleh, alla prima esperienza in Serie A, sembrano meglio sposarsi con le esigenze di Italiano, che vede in Bonaventura, invece, colui che deve inserirsi negli spazi a supporto della punta.

Il ragazzo che ci aveva abituato a danzare tra i difensori sembra non ricordarsi più movenze e coreografie: qualcuno ha spento la musica. La stagione della consacrazione di Gaetano si sta rivelando come la peggiore in assoluto della sua carriera, almeno finora. Qual è dunque la realtà? Castrovilli è il giocatore che abbiamo ammirato nella stagione 2019/2020 e a sprazzi in quella successiva, oppure è il giocatore inconcludente della gestione Italiano? La risposta starà a lui darcela, consapevole però che il tempo passa, e le prospettive di diventare un campione si allontanano con esso.

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