Catania

Come il Catania è tornato tra i professionisti

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Il 22 dicembre del 2021, il tribunale di Catania dichiara fallito il Catania Calcio, che appena un anno e mezzo prima era passato dalle mani di Antonino Pulvirenti – il presidente delle otto stagioni in Serie A, ma anche quello della retrocessione in Lega Pro per lo scandalo denominato ‘I treni del goal’ e dell’inizio dei gravi problemi societari – a quelle di Sport Investment Group Italia (SIGI). È uno dei momenti peggiori della storia sportiva della città, ma non il peggiore in assoluto. Quello, infatti, arriverà qualche mese dopo, il 9 aprile del 2022, quando, dopo tre aste per l’acquisizione del titolo sportivo andate deserte – alla terza in realtà viene presentata un’unica offerta, ma l’imprenditore che l’ha formulata, qualche giorno dopo, si tira indietro – il Catania, dopo essere stato controllato in esercizio provvisorio dal Tribunale etneo per permetterne la partecipazione alla Serie C, viene escluso dal campionato, quando al termine della stagione regolare mancano soltanto quattro partite e gli Elefanti sono in piena zona play-off.

È la fine di tutto. Prima di allora, il Catania calcio non era mai fallito dal 1946, anno della sua fondazione. Il tecnico Silvio Baldini, che in un anno circa è riuscito a conquistare il tifo rossazzurro, dedica un commovente saluto a tifosi e città. I calciatori si svincolano. Pare la fine di una storia e di un’epoca.


Dal tribunale all’Australia, l’ingresso di Pelligra

A giugno, il Comune di Catania indice la gara per il titolo sportivo e ad aggiudicarsela è un imprenditore australiano, tale Ross Pelligra. Il nativo di Melbourne, figlio di padre siracusano e madre catanese, in poco tempo si è già conquistato l’affetto e le simpatie della tifoseria, non solo per i risultati, ma anche per il suo aspetto e per il suo stile, che lo vedono sanguigno e passionale, rendendolo molto più simile al tipico cittadino etneo che non ad un imprenditore freddo e distaccato. Pelligra sceglie per il Catania degli uomini fidati, entrambi come lui australiani con origini italiane. Il braccio destro – con i ruoli di vice presidente e amministratore delegato – è Vincenzo Grella, ex centrocampista che è passato per Empoli, Parma e Torino, mentre a stagione in corso entra nello staff dirigenziale anche l’ex rivale Mark Bresciano, amato dai tifosi del Palermo del primo decennio di questo millennio e ricordato per le esultanze glaciali dopo i gol. La panchina è stata invece affidata a Giovanni Ferraro, allenatore che ha come modelli mister italiani del calibro di Carlo Ancelotti, Massimiliano Allegri e Luciano Spalletti.

La rosa del Catania che domina la D

È l’inizio di una nuova pagina della storia calcistica catanese. Vengono subito messi sotto contratto i vari Andrea Russotto, Ciccio Lodi – leggenda del club, tornato a Catania per la quarta volta –, Salvatore Pino e Giulio Frisenna. Dalla Triestina, in blocco, arrivano all’ombra del Liotro i catanesi Francesco Rapisarda e Gianluca Litteri, la Zanzara De Luca, il portiere Alessandro Groaz e l’ex Vincenzo Sarno. La colonia di alabardati si arricchisce con un altro rientrante, Giuseppe Rizzo, mentre altri nomi di grande rilievo sono quello di Jefferson, del portiere Klavs Bethers, dei centrocampisti Marco Palermo e Mattia Vitale e soprattutto di Giuseppe Giovinco – fratello minore di Sebastian.

Tutti gli osservatori concordano nel dire che il Catania sarà la squadra dominatrice del suo girone e, in effetti, la realtà non è diversa dalle previsioni: gli etnei dominano il Gruppo I della Serie D, nonostante l’eliminazione ai tiri di rigore nell’esordio stagionale contro la Sancataldese, in Coppa Italia – i nisseni saranno l’unica squadra che il Catania non riuscirà a battere nel corso della stagione. A trascinare gli etnei verso un primo posto in campionato praticamente già archiviato a novembre, oltre alla squadra, c’è il calorosissimo pubblico catanese, che sostiene i propri beniamini in maniera costante e impressionante per la categoria – 15.000 circa gli spettatori medi del Massimino, più di quanto fanno Monza, Cremonese, Sassuolo, Spezia ed Empoli in Serie A. La matematica promozione arriva alla ventottesima giornata, con sei partite d’anticipo, sul campo del Canicattì. Nel giro di un anno, la storia del Catania ha ripreso il binario giusto.

La partita della promozione aritmetica


Le sfide del futuro

Con la chiusura del campionato di Serie D – almeno della stagione regolare, c’è ancora la Poule Scudetto che terminerà il 10 giugno – e l’immediato ritorno fra i professionisti, gli etnei devono adesso cominciare a guardare in grande, pensando al prossimo campionato di Serie C. L’obiettivo della proprietà è quello del ritorno in Serie B già da subito, sul modello di quanto fatto dai cugini palermitani tre anni prima, e per raggiungerlo servirà costruire bene l’organico che andrà ad affrontare la terza serie, senza però andare a stravolgere il gruppo che ha conquistato la promozione. Un lavoro complicato, per il quale servirà attenzione e una grande conoscenza del mondo del calcio. Oltre, certamente, a un pizzico di incoscienza e determinazione. E quella, sicuramente, a Ross Pelligra non manca.

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