Con i 71 punti conquistati in 38 partite, la FeralpiSalò corona il sogno della prima, storica promozione in Serie B. I gardesani, infatti, hanno chiuso in vetta il Girone A della terza divisione della piramide calcistica del Bel Paese, e lo hanno fatto con tre giornate d’anticipo, dopo una stagione condotta dall’inizio alla fine nelle parti alte della classifica, in quello che era considerato alla vigilia il girone più competitivo tra i tre della Serie C. Un capolavoro, quello orchestrato dal tecnico della squadra verdeazzurra Stefano Vecchi, che al suo secondo anno sulla panchina salodiana ha regalato una favola a due città: Salò, per l’appunto, e Lonato del Garda – due piccoli comuni in provincia di Brescia. Una favola che, però, parte da molto lontano.
Le origini dei Leoni del Garda
La FeralpiSalò, ufficialmente, viene costituita nel 2009, dalla fusione tra il Salò Valsabbia e la Feralpi Lonato, entrambe militanti all’epoca in Serie D, che danno anche vita all’insolito accostamento tra verde e azzurro per i colori sociali della squadra. A dirigere il nuovo sodalizio è il presidente Giuseppe Pasini, patron anche del Feralpi Group, importante società del settore siderurgico che acquisisce la titolarità del nuovo club nato dalla fusione. La nuova squadra rileva il titolo sportivo del Salò – che aveva vinto i play-off in Serie D – e partecipa, dunque, all’allora Seconda divisione della Lega Pro a partire dalla stagione 2009/2010.
È da qui che nasce la favola della FeralpiSalò, e qui rimane un paio di stagioni. La prima chiusa in semifinale ai play-off, la seconda con la promozione in Prima divisione. La proprietà inizia fin da subito a investire: arrivano giocatori esperti con passati più o meno gloriosi in categorie superiori e, dopo un paio di anni di assestamento nella categoria, la FeralpiSalò si consolida come una delle contendenti più accreditate per la zona play-off – che disputa, ininterrottamente, dalla stagione 2016/2017. Nel frattempo cresce il livello tecnico della squadra, che nel 2018 acquista anche l’Airone Andrea Caracciolo, vera ciliegina sulla torta di una rosa che annovera dei calciatori di assoluto livello per la categoria: da Elia Legati a Sergio Contessa, passando per i vari Mattia Marchi, Riccardo Tantardini e Denis Hergheligiu.
Chi segue con relativa assiduità, dunque, non sarà rimasto sorpreso dal traguardo raggiunto quest’anno dalla FeralpiSalò, che più che una favola è stato figlio di una programmazione portata avanti con serietà e intelligenza nel corso degli anni.
Come la FeralpiSalò si è presa la promozione
Come detto nell’introduzione, il Girone A della Serie C è stato quello probabilmente più competitivo, con diverse formazioni che alla vigilia erano accreditate per contendersi il primo posto – dalla delusione Pordenone a Padova e Vicenza, fino alla Triestina, che, seppur difficilmente poteva ambire al primato visto lo stravolgimento societario e della rosa della scorsa estate, quantomeno, per il danaro investito, era accreditata come una delle formazioni in lizza per i play-off, e invece ha evitato la retrocessione soltanto nei secondi finali dell’ultima partita. Per un motivo o per l’altro, però, tutte hanno mancato i rispettivi obiettivi e non hanno saputo impadronirsi del campionato.
E a dirla tutta il Girone A non ha mai avuto un vero padrone, nel corso della stagione, nemmeno la stessa FeralpiSalò che, infatti, ha preso definitivamente la vetta “soltanto” alla trentesima giornata, dopo il successo ottenuto in casa del Renate. Nel corso dell’anno sono state diverse le formazioni in testa alla classifica – compreso il Sangiuliano, che adesso dovrà giocarsi la salvezza, nei play-out contro la Triestina –, e per lungo tempo la corsa è stata apertissima visti i risicati margini tra le diverse squadre.
La FeralpiSalò è stata la squadra più continua. Non ha mai avuto exploit, né in positivo né in negativo, e, un passetto alla volta, quasi in sordina, si è tenuta lì, vicina alla vetta, aspettando il momento adatto per attaccare e prendersi la vittoria per distacco, evitando una volata che forse non avrebbe saputo gestire nel migliore dei modi. La continuità e la scelta di tempo sono stati gli ingredienti vincenti per il trionfo dei verdazzurri.
La partita che ha dato la matematica promozione alla FeralpiSalò, con gol decisivo di Karlo Butic
A spiccare sono inoltre i numeri della squadra, che con appena 20 reti al passivo ha di gran lunga la miglior difesa del girone, ma che in attacco ha segnato pochissimo – appena 41 gol, uno dei peggiori score del raggruppamento. Un marchio di fabbrica, questo, di mister Vecchi, che già nella sua esperienza biennale al Südtirol – altra squadra protagonista di una promozione per molti versi simile a quella della FeralpiSalò, e che dei salodiani è stata tenace avversaria negli anni passati – aveva dimostrato di essere un vero e proprio maestro delle vittorie di misura. Merito anche degli interpreti: da capitan Legati, guida di un reparto arretrato di cui sono stati protagonisti anche Federico Bergonzi, Emmanuele Salines e Alessandro Pilati, all’italo-romeno Hergheligiu, che con i vari Federico Carraro, Andrea Palazzi e Davide Balestrero ha formato un buono schermo in mediana. Il rendimento dell’attacco non è stato invece numericamente sfavillante come già detto, ma sono comunque stati assoluti protagonisti il talentuoso Luca Siligardi – che ha colpi da categoria nettamente superiore – e il killer d’area Simone Guerra – miglior marcatore e miglior assistman della squadra –, oltre che il bomber di scorta Filippo Pittarello. Ventidue gol in tre, un dato non entusiasmante ma certamente sufficiente per centrare il traguardo. Come si dice in questi casi, minima spesa, massima resa.
Uno sguardo al futuro
Adesso c’è da capire quale sarà il futuro della FeralpiSalò. La serietà della società e la sua capacità di programmazione lasciano intravedere prospettive rosee – magari i benacensi non raggiungeranno la Serie A, ma potranno diventare una presenza stabile in Serie B –, ma bisognerà aspettare l’estate per capire cosa potranno fare i verdeazzurri. Anche perché, al momento, c’è da risolvere l’incognita stadio: il Lino Turina non è omologato per la Serie B e per la prima stagione in cadetteria i verdazzurri dovranno giocare altrove. Un sacrificio necessario, probabilmente anche breve – la società è già al lavoro con le istituzioni per risolvere il problema avviando i lavori all’impianto –, che va affrontato per poter vivere, nel migliore dei modi – cioè con il supporto del pubblico della propria città – il futuro di una favola calcistica, quella della FeralpiSalò, che pare destinata a proseguire ancora.
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