Davies

Alphonso Davies, veloce come il vento

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«La vita scorre molto veloce: ti fa precipitare dal cielo all’inferno in pochi secondi»

In questa riga del celebre scrittore e poeta portoghese Paulo Coelho, si può trovare riassunta l’essenza di un calciatore che solo recentemente si è affacciato nel panorama mondiale, ma che è destinato nei prossimi anni a dominare la scena calcistica globale.



Il classe 2000, laterale sinistro del Bayern Monaco, Alphonso Davies, è infatti uno dei migliori prospetti calcistici, se non il migliore della sua generazione. Il suo nome è atterrato con prepotenza nel pianeta calcistico solo nell’ultimo periodo, ma la sua storia parte da lontano, in una Liberia martoriata dalla guerra civile e colma di cadaveri sparsi ai lati delle strade, un inferno catapultato sulla Terra. Una situazione che costringe i genitori di Davies a percorrere quasi 1.500 chilometri verso est, arrivando in Ghana, alla ricerca di una situazione più agevole. Il ragazzo viene alla luce poco dopo l’arrivo della famiglia in un campo profughi a Buduburam, situato 44 chilometri a ovest della capitale Accra: è il 2 novembre 2000, una data che in quel momento nessuno avrebbe mai potuto immaginare sarebbe stata letta nei siti di tutto il mondo a distanza di circa vent’anni.

La situazione non è delle migliori a Buduburam, tanto più per crescere una famiglia come quella dei Davies, che pian piano si sta allargando e che comprenderà altri due componenti, fratelli minori di Alphonso e bisognosi di un futuro quantomeno dignitoso e non basato unicamente sulla mera sopravvivenza. Da lì il disperato tentativo dei genitori: provare a cambiare completamente vita, fuggire da quei territori devastati da guerre civili e situazioni sanitarie precarie. L’opportunità di rivoluzionare gli orizzonti della famiglia Davies ci chiama Canada, terra promessa raggiungibile attraverso il completamento di un modulo per il reinsediamento dei nuclei familiari in difficoltà. Superati i colloqui necessari, i Davies vengono trasferiti oltreoceano e per Alphonso inizia una nuova vita.

In Canada il ragazzo viene iscritto alla St. Nicholas Soccer Academy ad Edmonton e viene subito notato dai responsabili per il suo talento innato con il pallone tra i piedi, abbinato a una velocità da far spavento vista la giovanissima età. La svolta arriva con il passaggio a Vancouver, nella squadra dei Vancouver Whitecaps, dove Davies passa in pochissimo tempo dalle giovanili alla prima squadra, esordendo in MLS, il principale campionato americano, all’età di 15 anni e 8 mesi. I media locali sono entusiasti del baby prodigio veloce come il vento, ma i più orgogliosi di tutti sono i genitori, che hanno attraversato l’inferno e l’oceano per garantire un futuro ai propri figli e ora si vedono ripagati della scelta fatta dopo tanta sofferenza.

La velocità che lo contraddistingue sul terreno di gioco è caratteristica anche della sua voglia sfrenata di arrivare tra i grandi, lasciando dietro di sé una scia di record battuti uno dopo l’altro. Davies è il più giovane calciatore a firmare un contratto professionistico in MLS e il più giovane esordiente con la Nazionale canadese. Inoltre, a 17 anni, vince il premio di capocannoniere della Gold Cup – la tradizionale competizione che si disputa a livello di nazionali del Centro e Nord America –, risultando ancora una volta il più giovane di sempre a riuscirci.



Con i Whitecaps Davies gioca prevalentemente da esterno alto, e come potrebbe essere altrimenti viste le sue doti da centometrista, unite a una notevole precisione nei suggerimenti ai compagni. Nel suo primo anno mette a segno due reti in CONCACAF – la Champions League del Nord America –, anche se è la terza stagione quella più prolifica con i canadesi, conclusa con 8 reti e 9 assist in MLS, con 31 gettoni di presenza.

https://youtu.be/cE983FsA6G4

La svolta per la carriera di Davies arriva nell’estate del 2018, quando il Bayern Monaco è in tournée negli USA e il direttore sportivo dei bavaresi, Hasan Salihamidžić, viene informato del ragazzo che in Canada ha messo a ferro e fuoco le corsie laterali. Il bosniaco non ci pensa due volte e vola qualche chilometro più a nord per incontrare i Whitecaps, con i quali trova un accordo sulla base di 10 milioni di euro, con il ragazzo che rimarrà nel suo club di origine fino a gennaio, per poi trasferirsi alla corte dell’allora tecnico del Bayern Niko Kovač, durante la sessione di mercato invernale.

È un Davies visibilmente emozionato quello che si presenta ai microfoni per la firma del suo primo contratto con un top club europeo. Davanti ai suoi occhi passano tutte le sofferenze di un passato tormentato: in pochi anni è passato da fare da baby-sitter ai fratelli – mentre i genitori lavoravano per mantenere la famiglia in un contesto costoso come quello canadese – a essere un tesserato in uno dei migliori club del mondo, dopo aver bruciato le tappe del suo futuro.

Nei primi mesi a Monaco, Davies raccoglie qualche scampolo di partita come ala sinistra, sostituto di Kingsley Coman, nel 4-2-3-1 del tecnico croato. In una delle sue apparizioni sul finale di partita, il 17 marzo 2019, arriva la sua prima rete con i bavaresi, quella del 6-0 che chiude l’incontro dell’Allianz Arena contro il Mainz. In quella mezz’ora i tifosi del Bayern iniziano a vedere qualche lampo di quello che a distanza di un anno sarà uno dei beniamini del club.

Durante la stagione Davies viene mandato a farsi le ossa nella squadra B del Bayern, dove disputa 8 partite dando l’impressione di poter dominare in una categoria certamente superiore a quella della terza serie tedesca. Infatti, in avvio di campionato 2019/2020, il canadese viene nuovamente aggregato alla prima squadra, anche se trova poco spazio nelle rotazioni di Kovač, vista l’abbondanza tecnica di cui dispone una corazzata come il Bayern, soprattutto sugli esterni offensivi.



L’opportunità di Davies si materializza con l’infortunio di Lucas Hernández, terzino sinistro francese acquistato dall’Atlético Madrid per la cifra record di 80 milioni di euro. Il classe 2000 aveva disputato solamente qualche partita come laterale basso nella squadra B, dando prova di sapersi adeguare alla posizione, con dei margini di miglioramento soprattutto in chiave difensiva. Il tecnico croato decide di schierarlo da titolare, nel ruolo di terzino sinistro, contro l’Union Berlino, il 26 ottobre 2019. Da quel momento in avanti il canadese non vedrà più la panchina.

Sapere cogliere le opportunità è sempre stato un marchio di fabbrica di Davies. Ha saputo blindare quella corsia mancina in un club dove la pressione è importante e potrebbe limitare le prestazioni di un giovane alle prime armi, soprattutto se a contenderti il posto è uno dei difensori più costosi della storia. Davies sembra non preoccuparsi di tutto questo: gioca con la spensieratezza del vent’enne e la abbina a una consapevolezza dei propri mezzi disarmante.

Durante la gara contro il Werder Brema, in cui il Bayern certifica la vittoria della Bundesliga 2019/2020, Davies diventa il giocatore più veloce della storia del campionato tedesco, raggiungendo la velocità di 36,51 chilometri orari. Un dato impressionante che certifica in maniera autoritaria le qualità fisiche devastanti di Phonzie, come viene simpaticamente chiamato dai compagni di squadra.

Per avere chiara la forza devastante del ragazzo è doveroso recuperare la gara di andata degli ottavi della competizione europea a Stamford Bridge, contro il Chelsea, squadra di cui peraltro il padre è da sempre tifoso. In occasione della terza rete dei bavaresi, Davies galoppa su quella corsia che, per un attimo, sembra trasformarsi in una pista di atletica leggera davanti alla leggerezza con cui il giovane la percorre. Una volta arrivato sul fondo non perde la lucidità, come ci si potrebbe aspettare dopo uno sforzo del genere, e serve Lewandowski, un terminale perfetto per concludere il suo prezioso lavoro, che facilmente insacca.

Anche dopo l’esonero di Kovač e l’avvento di Flick, vice del croato proprio al Bayern, il posto di Davies rimane al sicuro. Alla sua prima annata da titolare sono tre le reti messe a segno in stagione, condite da 9 assist, di cui 4 in Champions League. Una competizione quella europea, che i bavaresi conducono con autorità fino alla vittoria finale, dove l’ultima ad arrendersi è il Paris Saint-Germain sconfitto per 1-0 grazie alla rete di Kingsley Coman.

La bacheca del classe 2000 inizia dunque ad ospitare i primi trofei della sua neonata carriera calcistica. Bundesliga, DFB Pokal – vinta dal Bayern Monaco per 2-4 in finale contro il Bayer Leverkusen – e come detto Champions League. Trofei che Davies non conquista soltanto come appartenente al gruppo squadra, ma da protagonista assoluto dell’undici di Flick, il tutto a soli 20 anni.

La nuova stagione del canadese ha portato con sé altre soddisfazioni ed è iniziata dove era finita quella passata. Lasciato inizialmente in panchina dal tecnico tedesco nelle prime due uscite ufficiali in campionato, Davies, una volta trovata la migliore condizione, ha ripreso il suo posto largo a sinistra nella difesa a quattro. Proprio da quella posizione si registra la prima perla della stagione del prodigio del Bayern, in occasione della finale di Supercoppa Tedesca vinta dai bavaresi per 3-2 nel primo Der Klassiker dell’anno contro il Borussia Dortmund. Un cross di rara bellezza indirizzato al centro dell’area giallonera verso la testa di Thomas Müller, che l’attaccante tedesco non può far altro che concretizzare in rete per il momentaneo 2-0 dei ragazzi di Flick.

Recentemente, uno studio del CIES – Centre International d’Etude du Sport – ha inserito Davies tra i 10 calciatori più costosi al mondo, valutandolo 133,5 milioni di euro. Considerando anche i primi 30 della lista, il terzino del Bayern è il più giovane presente, grazie al rendimento da predestinato avuto alla sua prima vera stagione al Bayern. Il ragazzo nato a Buduburam viaggia verso la consacrazione definitiva di golden boy del calcio mondiale, alla velocità della luce, come da sempre è abituato a fare.

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