qualificazioni Mondiali

Le grandi nazionali escluse dai Mondiali

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Aaaaaah, i Mondiali. L’estate, le partite con gli amici, l’Italia che arriva in finale o esce ai gironi. Una routine stressante e adrenalinica a cui ci sottoponevamo – con piacere – ogni quattro anni, fino al cataclisma color giallo-blu del 13 novembre 2017. Il tempo passato e una Nazionale campione d’Europa in carica non cancellano comunque il rimpianto di non aver potuto subire gol da Panama, perlomeno però possiamo rincuorarci un minimo dando un’occhiata al club delle grandi nazionali che – dagli anni ’80 in poi – hanno fallito nelle qualificazioni alla più grande manifestazione calcistica, i Mondiali.


Paesi Bassi 1982-1986

Perdere due finali mondiali di fila è brutto, ma non qualificarsi per due volte di fila forse lo è un po’ di più. Dopo le due grandi manifestazioni in Germania Ovest e in Argentina, la generazione di Cruijff – già assente nel ‘78 – , Rep, Neeskens, Krol e del Totalvoetbal aveva chiuso i battenti, e i loro eredi si dimostrarono acerbi e non all’altezza dell’eredità lasciatagli.

I tulipani arrivarono penultimi nel girone di qualificazione ai Mondiali spagnoli, mentre nelle qualificazioni successive gli Orange – nella cui rosa si annoveravano tali di nome Koeman, Gullit e van Basten – si qualificarono col brivido ai play-off decisivi, per poi essere sbattuti fuori nel derby delle Fiandre dal Belgio, beffa all’85′ a carico dell’ex Parma e Reggina Georges Grün. Ironico come proprio il Belgio fosse stato l’ostacolo decisivo per Cruijff & Co. nelle qualificazioni al Mondiale del ’74, ostacolo superato grazie al gol regolare negato ai belgi, nella sfida decisiva, dall’arbitro Kazakov. Dodici anni e due giorni dopo, sui piedi di Grün, la spietata vendetta.

Francia 1990-1994

Evidentemente da quelle parti saltare due edizioni di fila è di tendenza. I Galletti erano reduci da una buona semifinale ai Mondiali di Messico ’86, ma anche da una pessima campagna di qualificazioni agli Europei dell’88 – dove i Paesi Bassi tornarono a brillare, vincendo il loro unico titolo internazionale. Il girone, che offriva due biglietti per le notti magiche italiane, prevedeva, oltre agli uomini di Platini, Jugoslavia, Scozia, Norvegia e Cipro: fattibile. Invece les Bleus, grazie a pareggi contro Cipro e Norvegia e sconfitte contro Jugoslavia e Scozia, riuscirono a regalarsi vacanze estive allungate, finendo dietro a queste ultime due Nazionali. Dopo aver collezionato anche un’ottima eliminazione ai gironi nell’Europeo svedese – con 0 vittorie – la Francia replicò la mancata qualificazione, in maniera persino più tragica. Ad una partita dal termine del girone, la Francia di Barthez, Desailly, Lizarazu, Deschamps, Djorkaeff, Cantona, Papin – insomma, ci siamo capiti – era virtualmente a USA ’94, seconda dietro la Svezia e avanti di un punto sulla Bulgaria. Peccato che la virtualità non conti nulla, e peccato che l’ultima partita fosse Francia-Bulgaria. Ecco, sembrerebbe il classico scenario in cui una delle due squadre è chiamata ad un’impresa impossibile, che puntualmente non si verifica, e il tutto pareva ancora più utopico quando al 31′ Cantona sbloccò lo spareggio su assist di Papin, ma come il telecronista ospite urlava incredulo a fine partita, quella sera «Bog e bŭlgarin», «Dio è bulgaro», e il suo profeta fu Emil Kostadinov, che all’ultimo minuto di gioco siglò la doppietta che ribaltò tutto e mandò la migliore Bulgaria di sempre a giocare i Mondiali a stelle e strisce. Interessante che – come per i Paesi Bassi – dopo questa eliminazione sia arrivato per la Francia il successo più importante di sempre, il Mondiale casalingo. Per quello, però, non si erano dovuti qualificare.

Inghilterra 1994

Dopo un buon quarto posto nel 1990 e un pessimo Europeo nel 1992, l’Inghilterra fu sorteggiata nel girone qualificatorio con Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Turchia e San Marino. Risultato: i britannici conclusero terzi dietro Norvegia e Paesi Bassi e riuscirono anche nella difficile impresa di far scrivere a San Marino – con la qualificazione ancora aperta – un record non negativo nell’ultima partita del girone: Davide Gualtieri segnò dopo 8.3 secondi il gol più veloce nella storia delle qualificazioni europee ai Mondiali. La partita la vinsero comunque gli inglesi per 1-7, che però non riuscirono a strappare un biglietto per gli USA.


Portogallo 1998

Immaginate di avere in rosa Couto, João Pinto, Figo, Rui Costa e Conceição e non andare a Francia ’98 per dei pareggi contro Armenia e Irlanda del Nord. Smettete di immaginare, perché grazie al Portogallo l’impresa fu possibile: pur perdendo una sola partita – contro l’Ucraina finita seconda – una delle migliori generazioni portoghesi di sempre fu costretta a guardarsi la Coppa del Mondo sul divano.

Turchia 2006

Potrà suonare un’outsider in questo gruppetto, ma dopo lo strepitoso Mondiale nippo-coreano era difficile prevedere un mancato accesso della Turchia ai Mondiali tedeschi. Eppure uomini come Hakan Şükür, Altintop ed Emre non furono sufficienti ad andare in Germania, anche se solo i gol in trasferta nello spareggio contro la Svizzera condannarono gli uomini di Fatih Terim, alla guida della Nazionale turca come per praticamente metà della carriera – l’altra al Galatasaray.

Cile 2018

Dopo i calci di rigore più importanti della sua storia, calciati da Sánchez e Silva nelle due finali di Copa América contro l’Argentina di Messi, il Cile si era scoperta la squadra più in forma del Sud America, ed era anche reduce da un Mondiale brasiliano che avrebbe assunto un carattere mitico, se Pinilla avesse mandato pochi centimetri più in basso quel tiro al 119′ contro i padroni di casa. Pochi indizi lasciavano pensare che La Roja avrebbe mancato i Mondiali di Russia, zero indizi lasciavano pensare che li avrebbe mancati per un suicidio indiretto. La partita chiave fu Cile-Bolivia, finita con un deludente 0-0, peccato però che nella squadra ospite avesse fatto il suo ingresso in campo il difensore Nelson Cabrera, oriundo già sceso in campo una volta con il Paraguay e quindi ineleggibile. Ricorso del Cile, 3-0 a tavolino, tutti contenti. Non proprio, perché si dà il caso che Cabrera avesse giocato – e vinto – anche contro il Perù, guarda caso l’avversaria principale nella lotta all’ultimo pass disponibile per Russia 2018. Ricorso anche del Perù, 3-0 a tavolino, e tre punti – contro i due del Cile – in più per la Blanqirroja che portarono a parità di punteggio le due squadre, con Farfan & Co. in vantaggio nella differenza reti e qualificati ai play-off contro la Nuova Zelanda. Una incredibile sceneggiatura del caso per privarci di rivedere Edu Vargas ai Mondiali. Che fastidio.

Paesi Bassi 2018

«La Svezia non vincerà mai 8-0», Dick Advocaat, 6 ottobre 2017. 7 ottobre 2017, Svezia-Lussemburgo 8-0. Nella meravigliosa profezia del CT neerlandese culmina il tragicomico fallimento dei Paesi Bassi nelle qualificazioni agli ultimi Mondiali. Alla penultima giornata, gli Orange speravano in una goleada contro la Bielorussia per migliorare la propria differenza reti nei confronti della Svezia, in vista dell’ultima partita – proprio contro gli scandinavi – del girone, mentre la Blågult era appunto impegnata contro il Lussemburgo e con una larga vittoria avrebbe praticamente guadagnato l’accesso ai play-off. Detto fatto, 8 reti alla Nazionale del Granducato e possibilità di perdere anche 6-0 l’ultimo match, che si concluse con una vittoria di Pirro dei Paesi Bassi e la sua definitiva chiusura di un ciclo.


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