Salvatore Esposito

Salvatore Esposito, dalla Nazionale alla fascia da capitano della SPAL

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È l’11 giugno 2022, Italia e Inghilterra si ritrovano faccia a faccia per la prima volta dopo la finale europea avvenuta esattamente undici mesi prima. Sembra però che sia passata un’era geologica, soprattutto per l’Italia, che dopo il successo continentale ha mancato di nuovo la qualificazione al Mondiale. Proprio nell’ottica di una nuova ripartenza azzurra, Roberto Mancini schiera al Molineux di Wolverhampton una squadra rivoluzionata e piena di giovani. A mezz’ora dalla fine di questa partita equilibrata e bloccata sullo 0-0, Lorenzo Pellegrini e Manuel Locatelli lasciano il posto a due volti nuovi: Gnonto, che aveva già debuttato pochi giorni prima, ed Esposito, al suo esordio assoluto con la Nazionale.

Chi non aveva seguito le convocazioni, avrà pensato che il Mancio abbia voluto effettuare una sorta di all-in dando una chance a quel giovane attaccante di belle speranze che, ancora adolescente, aveva giocato nella prima squadra dell’Inter, in Europa League e in Serie A, a cavallo tra le ere di Spalletti e di Conte.

Non è però così: Esposito si piazza in mezzo al campo, calpestando le stesse zolle di Locatelli. Il motivo è che quel giocatore non è Sebastiano Esposito, ma suo fratello Salvatore, di professione regista.

Classe 2000, Salvatore è il più “vecchio” dei tre fratelli Esposito – il terzo, Francesco Pio, gioca nelle giovanili nell’Inter –, e il suo ingresso non è stato frutto di una casualità o di un esperimento qualsiasi. Esposito sembra già essere entrato nelle grazie di Mancini, che infatti lo ha convocato anche a settembre per le ultime due partite di Nations League, pur non schierandolo.

Quella dell’11 giugno non era un’amichevole, ma il primo turno di Nations League, dove Esposito non ha sfigurato contro i dirimpettai Kalvin Phillips e James Ward-Prowse. La partita è finita in parità, quindi, a conti fatti, nella vittoria del girone da parte degli Azzurri e nella conseguente qualificazione alla Final Four del 2023, c’è anche il contributo di Salvatore Esposito.

Eppure, fino a quel momento questo ragazzo è sempre stato lontano dai riflettori, e in parte lo è tuttora, probabilmente perché non ha ancora raggiunto la Serie A e il suo modo di giocare a calcio non è molto appariscente – è un mediano dedito principalmente all’interdizione e alla prima costruzione, anche se nelle sue prime tre stagioni in Serie B ha comunque segnato 10 gol totali.


Le origini

Salvatore Esposito è nato il 7 ottobre del 2000 a Castellammare di Stabia, città del napoletano che negli ultimi 15 anni è stata rappresentata in Serie A da una manciata di calciatori, principalmente Fabio Quagliarella e portieri come Gennaro Iezzo, Antonio Mirante e soprattutto il campione d’Europa in carica Gianluigi Donnarumma.

Con Gigio, Salvatore ha persino condiviso alcune stagioni nelle giovanili del Club Napoli di Castellammare, prima di essere prelevato dal Brescia. Nel 2014, entrambi i fratelli Esposito entrano a far parte delle giovanili dell’Inter, ma sul finire del decennio, mentre Sebastiano inizia a essere chiamato con regolarità nella prima squadra, Salvatore dovrà fare un percorso totalmente diverso. Si accasa alla SPAL, all’epoca in Serie A, ma non arriva oltre qualche convocazione in panchina con la prima squadra da parte di Leonardo Semplici, così nel gennaio del 2019 accetta il prestito al Ravenna in Serie C, segnando anche i suoi primi due gol da professionista, entrambi su calcio di punizione. Mentre a giugno si trasferisce, sempre in prestito, al Chievo Verona, appena retrocesso in cadetteria in virtù dell’ultimo posto in classifica nella Serie A 2018/2019.

Le stagioni in B da protagonista con Chievo e SPAL

Esposito entra fin da subito negli schemi di mister Marcolini e il suo contributo si dimostra prezioso soprattutto da calcio piazzato: alla sesta giornata mette a referto il primo assist in Serie B nella trasferta di Pordenone, battendo un calcio d’angolo e piazzando il pallone sulla testa di Filip Djordjević; alla nona entra nel tabellino dei marcatori segnando una splendida punizione contro il Cosenza. Tra alti e bassi, e con Aglietti subentrato a Marcolini, il Chievo centra l’accesso ai play-off, ma la sua corsa termina in semifinale contro lo Spezia di Vincenzo Italiano, che poi completerà la scalata fino alla promozione.

Intanto, la squadra proprietaria del cartellino di Esposito, la SPAL, non se la passava di certo meglio. Il campionato di Serie A 2019/2020 si chiuse infatti con i ferraresi in fondo alla classifica, e la squadra viene affidata a Pasquale Marino.

Il tecnico siciliano mette Salvatore Esposito al centro del suo progetto per la risalita in Serie A, dandogli la possibilità di giocare un’altra stagione da titolare nella serie cadetta, ancora una volta in una squadra arrivata ultima nella massima serie nella stagione precedente. Nel girone d’andata gli fa compagnia il fratello Sebastiano, ingaggiato dalla SPAL in prestito dall’Inter, e sarà proprio lui a fornire l’assist per il primo gol di Salvatore in stagione contro l’Empoli, preludio della sua annata migliore dal punto di vista realizzativo, con 5 gol e 4 assist.

Gli estensi si rendono protagonisti di un girone di andata ad altissimi livelli, occupando saldamente la zona play-off, e anche di una cavalcata in Coppa Italia degna di nota, con due imprese contro squadre di Serie A, all’Ezio Scida contro il Crotone e al Mapei contro il Sassuolo. In Coppa dovranno però arrendersi alla Juventus di Andrea Pirlo, poi vincitrice della competizione, mentre in campionato una serie di indisponibilità limiterà il potenziale della squadra, che mancherà l’accesso ai play-off per un soffio, chiudendo al nono posto con gli stessi punti di Brescia e Chievo, qualificate in virtù della classifica avulsa.

La stagione successiva è invece più difficile per Esposito. La SPAL deve fare i conti con una rivoluzione e un cambio di proprietà, con Joe Tacopina che rileva Walter Mattioli. Salutano giocatori del calibro di Strefezza, Valoti, Di Francesco e Sernicola – attualmente tutti in Serie A – e per tutta la stagione la squadra si ritrova invischiata nelle posizioni di centro classifica, più vicina alla zona play-out che a quella play-off.

Il nuovo allenatore Pep Clotet schiera Esposito nella posizione di mediano di fianco al regista Federico Viviani, non proprio la sua posizione più congeniale, anche se probabilmente è stata proprio quest’esperienza in un ruolo diverso a completarlo e a suggerire a Mancini di provare a puntare su di lui. Le cose vanno ancora peggio quando al tecnico catalano subentra Roberto Venturato, che lo costringe a qualche panchina di troppo, relegandolo al ruolo di vice-Viviani. Nonostante questo, Esposito realizza un gol pesantissimo per la salvezza della SPAL. A cinque giornate dalla fine, infatti, punisce ancora una volta il Cosenza e ancora una volta su punizione, proprio come aveva fatto con la maglia del Chievo, fissando il risultato sul 2-2 in pieno recupero.


La chiamata di Mancini e la fascia da capitano

Nel mese di maggio 2022, Mancini chiama Esposito per uno stage a Coverciano dedicato ai giovani giocatori italiani e lui riesce in qualche modo a “stregare” il CT, che lo conferma nelle convocazioni per la Nations League e, come detto, lo schiera contro l’Inghilterra.

Questo può essere già considerato il primo vero turning point della sua carriera. Non sembra essere un caso che in questa stagione stia mostrando un carattere diverso, quasi da veterano, tanto che alla fine del mese di agosto, dopo le partenze di Viviani e Vicari, eredita la fascia da capitano a soli 21 anni, il più giovane nella storia della SPAL.

Entrato finalmente nelle grazie di Venturato, Esposito ha messo già il primo sigillo importante per la stagione 2022/2023, con il gol nel pareggio nella trasferta di Como nei minuti di recupero. In un Sinigaglia gremito per l’esordio di Cesc Fàbregas da titolare con i lariani, Esposito “rovina la festa” infilando il pallone sotto l’incrocio dei pali, dopo una progressione solitaria da centrocampo.

Le intuizioni di Mancini

Con l’ingresso contro l’Inghilterra, Esposito è entrato a far parte della ristretta cerchia di giocatori che hanno esordito in Nazionale prima di farlo in Serie A, che comprende soltanto altri suoi sette colleghi: Raffaele Costantino, Massimo Maccarone, Marco Verratti, Vincenzo Grifo, Alessio Zerbin, Wilfried Gnonto e Federico Gatti.

Per Costantino parliamo di un calcio totalmente diverso: era infatti il lontanissimo 1929. Big Mac e Verratti avevano già esordito all’estero in campionati di primo livello. Tutti gli altri, compreso Esposito, hanno un denominatore comune: si tratta proprio di Roberto Mancini.

La convocazione di Esposito da parte di Mancini può quindi apparire come una mossa avventata, ma non possiamo dimenticare che altre volte il CT dell’Italia ha agito in questo modo e, con il senno di poi, ha avuto ragione.

Si può discutere all’infinito sulla gestione post-Europeo di Mancini, ma una costante si è sempre ripetuta finora in questi quattro anni da allenatore dell’Italia, ovvero la chiamata di giovani talenti la cui esperienza in Nazionale ha fatto in qualche modo svoltare la carriera, anche solo per la fiducia concessa. Roby Mancio non è soltanto un selezionatore, non convoca semplicemente i migliori giocatori del momento e li manda in campo. Lui ragiona a lungo termine, con alcune chiamate che di fatto hanno formato alcuni giocatori, facendoli diventare come li conosciamo oggi.

Zerbin, dopo un giro di prestiti in serie minori, ha convinto Spalletti nel ritiro a Dimaro e sta trovando spazio nel Napoli. Il tecnico di Certaldo lo infatti utilizzato, sebbene a partita in corso, contro avversari di alto rango come Milan e Liverpool. Un altro giocatore che è stato confermato nel roster di una big è il suo ex compagno di squadra al Frosinone Federico Gatti, acquistato dalla Juventus. Gnonto, in forza allo Zurigo e semi-sconosciuto al momento della prima convocazione, ha ricevuto l’importante chiamata del Leeds in Premier League.

Non rientrano nella lista, ma è impossibile non menzionare Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali. Entrambi sono stati convocati nel 2018 con zero presenze in Serie A, e hanno esordito nel 2019 dopo poche partite nella massima serie, rispettivamente con Roma e Brescia. Nel 2022, il primo ha deciso con un suo gol la finale di Conference League, il secondo è stato uno dei protagonisti assoluti dello Scudetto del Milan.

Pensando invece ai giocatori che con Mancini hanno vinto il titolo di Campioni d’Europa nel 2021, fece discutere la presenza nella lista dei 23 convocati di Giacomo Raspadori, dopo una stagione in cui al Sassuolo aveva giocato per lo più da subentrato, mentre adesso è un giocatore di cui il Napoli non può fare a meno, nonché il calciatore che ha segnato i gol decisivi per il primo posto nel girone in Nations League.

Tutto fa pensare, quindi, che anche stavolta Mancini non si sia sbagliato e che Salvatore Esposito possa diventare un altro calciatore destinato a far parte di questa lista. Per adesso, però, con i piedi puntati per terra e forte della sua fascia da capitano, dovrà trascinare la SPAL in una Serie B che, almeno sulla carta, sembra essere la più competitiva degli ultimi 15 anni, ovvero da quando vi parteciparono Juventus, Napoli e Genoa. Come per tutta la sua carriera finora, anche quest’anno la sua SPAL è lontana dai riflettori, che in quel campionato preferiscono concentrarsi – forse giustamente, ma sarà solo il tempo a dirlo – sul Bari di proprietà di De Laurentiis, sul Genoa di Blessin, sul Cagliari di Liverani, sul Palermo trascinato da Brunori, sul multietnico Venezia e sul già citato Como di Cesc Fàbregas.

Ma c’è da scommettere che Salvatore Esposito e la sua SPAL non staranno a guardare e che quel gol al Como sarà soltanto l’inizio della sua vita da capitano dei ferraresi. Con acquisti di livello come la punta Andrea La Mantia e la mezzala Federico Proia – fedelissimo di Venturato –, la SPAL potrebbe dire la sua nella lotta play-off, ed Esposito potrebbe finalmente arrivare in quella Serie A che meriterebbe, per quanto visto finora.


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