Strefezza

Gabriel Strefezza, storia di un equivoco tattico

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Gabriel Strefezza è stato per anni un calciatore frainteso e sottovalutato, ma in Salento è riuscito a trovare la sua dimensione. Questo percorso, passato attraverso delle fondamentali sliding doors, lo ha portato ad essere una delle rivelazioni più intriganti della Serie A 2022/2023.

L’italo-brasiliano è l’epicentro tecnico del Lecce. Con 23 gol complessivi segnati tra questa e la scorsa annata, il fantasista si è imposto come il top player della squadra, l’uomo decisivo a cui affidare le chiavi della manovra offensiva. Eppure, nel suo percorso professionistico antecedente, che lo ha visto arrivare in Italia nel lontano 2016, Strefezza aveva segnato solo 10 reti in cinque anni, meno della metà di quelle messe a referto durante la sua esperienza pugliese. Come si spiega un tale exploit?


Retrocedere per ricominciare

Nato a San Paolo il 18 aprile 1997, Gabriel muove i suoi primi passi da calciatore nelle giovanili del Corinthians, dove milita per un decennio. Facilitato dal passaporto italiano ottenuto grazie ai bisnonni originari del comune siciliano di Riesi, nel 2016 Gabriel si affaccia al calcio del Bel Paese.

Dopo essere stato scartato da Palermo e Lazio a causa della statura tutt’altro che imponente – 169 centimetri totali –, Strefezza viene acquistato dalla SPAL. A Ferrara si impone nella squadra primavera, con la quale partecipa al Torneo di Viareggio e mette a segno 6 reti nel campionato di categoria.

Intuendone le potenzialità, la società decide di mandarlo a farsi le ossa in prestito. Nella stagione 2017/2018, milita nella Juve Stabia in Serie C, mentre nell’annata successiva veste i colori della Cremonese in B. Non sono anni particolarmente prolifici per Strefezza, che torna alla base con una sola rete messa a segno nella categoria cadetta, dopo le quattro dell’anno precedente.

Il perché della scarsa vena realizzativa di questo periodo è probabilmente da ricondursi a quella che era la posizione ricoperta in campo all’epoca, oltre che la scarsa maturità tattica.

Durante la permanenza alla Juve Stabia, Strefezza gioca in tutti i ruoli dell’attacco, contribuendo alla manovra offensiva ma risultando poco incisivo sotto porta. Alla Cremonese, sotto la guida di Andrea Mandorlini, arriva la svolta: l’allenatore ne abbassa il raggio d’azione, schierandolo inizialmente come esterno sinistro di centrocampo, ruolo in cui, al suo esordio assoluto in B, segna il suo primo gol nel 2-2 contro il Palermo.

Strefezza conquista la fiducia dell’allenatore, che lo schiera nel tridente offensivo solo nei minuti finali per aumentare il tasso di imprevedibilità. Mandorlini è di fatto il primo a capire la necessità di imbrigliare il talento Strefezza, di formarlo tatticamente per trarne un giocatore più completo.

Il tecnico romagnolo viene esonerato dopo un inizio non brillante, ma il successore Massimo Rastelli raccoglie la sua intuizione, sfruttando l’italo-brasiliano a sinistra quando gioca titolare e da ala destra o seconda punta per scampoli di partita. Durante un’intervista, il mister conferma le difficoltà in area di Strefezza, elogiandone però duttilità e abnegazione: «Non segna ma per noi sta risultando indispensabile, è bravissimo anche in fase di ripiegamento. Cosa gli volete dire a questo ragazzo?».

In 23 presenze e mille minuti giocati, Strefezza non mette a referto altri gol, ma torna a Ferrara con nuovi mezzi e la consapevolezza di poter scrivere una storia tutta nuova.


L’esordio in Serie A

Nel frattempo la SPAL si trova in Serie A da ormai due stagioni dopo quasi cinquant’anni di buio grazie alla guida di Leonardo Semplici, già artefice della storica promozione in B del 2015/2016 che restituì i ferraresi a un palcoscenico da cui mancavano da oltre un ventennio.

A causa dell’infortunio al legamento crociato subito da Mohamed Fares ad agosto e alle difficoltà riscontrate sul mercato per l’acquisizione di un sostituto, Strefezza viene portato in ritiro con la prima squadra. Quella che inizialmente è una decisione imposta dalle circostanze, si rivela essere la seconda svolta della carriera del giocatore. Gabriel dimostra infatti tutto il suo valore durante il pre-campionato, e Semplici ne impone la permanenza in organico per tutta la stagione 2019/2020, nonostante il successivo acquisto di Arkadiusz Reca.

Il suo raggio d’azione arretra di nuovo: il toscano decide di puntare sul brasiliano come quinto di sinistra nel suo 3-5-2, preferendo utilizzare Federico Di Francesco come partner in attacco di Andrea Petagna.

Il 15 settembre 2019, a ventidue anni e mezzo, Gabriel Strefezza fa il suo esordio in Serie A nella vittoria casalinga contro la Lazio per 2-1, subentrando proprio all’esterno polacco. L’italo-brasiliano conferma subito le buone sensazioni ispirate durante il ritiro e, nelle partite successive si impone come titolare.

Al ritorno di Fares, Strefezza viene spostato a destra, ma, data l’affidabilità dimostrata e la sua imprevedibilità palla al piede, è confermato nel ruolo di esterno a tutto campo. I timori sulla bassa statura sono ormai alle spalle: Gabriel tiene botta fisicamente e diviene il leader assoluto della fascia.

Il 21 dicembre 2019 trova la sua prima e unica rete della stagione, nel successo in trasferta contro il Torino. Quest’ultima resterà una delle pochissime vittorie dei ferraresi in Serie A.

La squadra chiude un deludente girone d’andata in zona retrocessione. Nel girone di ritorno, se possibile, fa peggio, nonostante la mossa disperata e rivedibile di esonerare Semplici – dopo cinque anni e due storiche promozioni – per chiamare Gigi Di Biagio. Seguono la pandemia, lo stop del campionato e tante sconfitte, che condanneranno la SPAL all’ultimo posto e ad un immediato ritorno in Serie B.

In un contesto complessivamente non ottimale, Strefezza si dimostra un’arma importante per la squadra di Ferrara. Sebbene concluda la stagione con una sola rete e due assist, con le sue accelerazioni e i suoi dribbling l’italo-brasiliano conferma di poter essere determinante.


Il ritorno in cadetteria

Nella stagione 2020/2021, Strefezza viene confermato nella rosa della SPAL in Serie B, nella quale chiuderà il torneo con 29 presenze e 4 gol, sancendo quello che all’epoca è il suo record personale di marcature in un singolo campionato.

Sotto la guida prima di Pasquale Marino e poi di nuovo di Rastelli, Strefezza viene impiegato praticamente ovunque. Duttilità e abnegazione, oltre a una tecnica superiore per la categoria, ne fanno un’arma imprescindibile, capace di adattarsi a qualsiasi situazione.

Il campionato della SPAL si dimostra comunque deludente. Le velleità di un ritorno immediato in A svaniscono di fronte ai troppi filotti negativi e la squadra chiude con un nono posto in classifica. Strefezza si trova bene a Ferrara, ma il giocatore intuisce che per fare il salto di qualità deve cambiare aria.

Con l’obbiettivo di abbattere i costi e recuperare risorse, la società identifica nel fantasista un profilo sacrificabile, sia a causa di un contratto in scadenza da lì a poco, sia per lasciare spazio in rosa a giocatori Under-23.

A fiutare l’affare è Pantaleo Corvino, tornato al Lecce quindici anni dopo la sua precedente esperienza in Salento e determinato a costruire una squadra capace di conquistarsi la massima serie. Bastano solo 600.000 euro per convincere la SPAL a privarsi di Strefezza: col senno di poi, una vera e propria “corvinata”.


La consacrazione di Strefezza a Lecce

Come spesso accade, Corvino scorge potenzialità che gli altri dirigenti del panorama italiano non riescono neanche a immaginare. A Lecce, Strefezza, riesce finalmente a sprigionare tutto il suo potenziale.

Sotto la guida del neo-tecnico Marco Baroni, il giocatore interrompe il suo peregrinare sul rettangolo verde, trovando la sua definitiva collocazione tattica. Liberato da qualsiasi compito di copertura e costruzione, Strefezza viene impiegato stabilmente a destra nel tridente offensivo.

Il mister gli chiede di concentrarsi esclusivamente sulla rifinitura, in modo da impiegare il suo talento solo nella trequarti avversaria: un ritorno alle origini che ne segna la consacrazione.

Nella prima annata a Lecce, Strefezza realizza 14 gol e 6 assist, risultando il secondo miglior marcatore stagionale dietro al capocannoniere Massimo Coda – 20 gol – e contribuendo in maniera decisiva alla conquista del campionato di Serie B.

Gli anni passati a percorrere tutta la fascia, a ringhiare e costruire a centrocampo, gli hanno portato in dote aggressività e capacità di leggere gli spazi. Quello che a inizio carriera sembrava destinato ad essere un trequartista poco concreto, si trasforma in un’affamata macchina da gol.

Il suo gioco cambia, il giocatore aumenta la sua presenza in area avversaria e tira di più. Il numero di tocchi diminuisce, come anche l’accuratezza nei passaggi – dall’80% al 70% –, ma prendendosi più rischi Strefezza risulta determinante come non mai – 16 grandi opportunità create per i compagni, più di qualunque altro giocatore della Serie B 2021/2022.

Non è un caso che nella stagione attuale, l’italo-brasiliano si sia confermato come il cardine su cui la squadra di Baroni costruire la propria manovra offensiva. Con la partenza di Coda e la discontinuità dei sostituti Ceesay e Colombo, Strefezza si sta imponendo come capocannoniere del Lecce in Serie A.

Il gol decisivo nello scontro diretto dell’Arechi contro la Salernitana, che regala prima vittoria al Lecce

Con 8 gol e 2 assist fatti registrare fino ad ora, Gabriel rappresenta l’arma in più della formazione salentina. Non solo è il giocatore che tira di più – 1.9 a partita –, ma risulta essere anche tra i migliori venticinque del campionato per grandi opportunità create (6) e dribbling riusciti (32).

Oggi Strefezza è un giocatore finalmente maturo, con un potenziale forse ancora non del tutto espresso. I suoi mezzi tecnici e la sua propensione al sacrificio danno l’idea di un calciatore capace di regalarci ancora qualche sorpresa.

Se i salentini riusciranno a salvarsi, gran parte del merito andrà proprio a lui, giocatore a lungo frainteso e frenato dai propri limiti, ma capace di comprendere che per andare avanti, a volte, è necessario fare prima un passo indietro.

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