Maddison

James Maddison, the creator

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Da Vinci, Tesla, Meucci, Turing ed Edison. Cinque personaggi fondamentali per la storia dell’umanità, accomunati da un aspetto peculiare: essere stati inventori. La loro magnificenza ed intelligenza nei secoli scorsi sono state dei cardini per il proseguo della creatività e della modernità. Oggi, nella patria della Regina Elisabetta, un giocatore di calcio è stato soprannominato ‘the creator‘. Non sarà probabilmente un calciatore che cambierà l’evolversi delle nostre vite, ma James Maddison ha le potenzialità per divenire il primo “creator” tra tutti i campioni che costellano la Premier League.



Maddison è nato a Coventry, nelle Midlands occidentali, il 23 novembre 1996. Ha formato il suo bagaglio calcistico nel settore giovanile della sua città, il Coventry City, emergendo come centrocampista offensivo di qualità, o all’occorrenza seconda punta.

A 20 anni, nel febbraio del 2016, passa al Norwich, con cui firma un contratto che lo lega fino al 2019. La casa base dei Gialli, però, lo parcheggia in prestito per due stagioni, prima allo stesso Coventry e poi agli scozzesi dell’Aberdeen. Dopo un anno e mezzo di sviluppo lontano da Carrow Road, James rientra nell’estate del 2017 nel club proprietario del suo cartellino e il neo-allenatore tedesco Daniel Farke, ex tecnico della seconda squadra del Borussia Dortmund, fa subito capire di voler puntare fortemente su di lui.

Per gli Yellows, quella 2017/2018, sarà un’annata di saliscendi continuo, ma contraddistinta da una nota positiva: la rimarchevole stagione del ragazzo di Coventry. Il 23 dei Canaries, sebbene diverse volte abbia giocato come centrocampista centrale, era il vero numero 10 della squadra. Concluse la stagione con 14 reti, 8 assist e registrando un dato che più di ogni altro fu strabiliante: in 42 presenze aveva completato l’86% di passaggi effettuati. Numeri da stropicciarsi gli occhi per un ventunenne, che entrò immediatamente nel giro dei convocati dell’Under-21 dell’Inghilterra.

Dopo una stagione del genere non poteva più nascondersi, diversi club della Premier League bussarono alla porta del Norwich per chiedere informazioni su Maddison. Alla fine, l’astro nascente dei Tre Leoni ha deciso di accasarsi al Leicester di Claude Puel, sicuramente una squadra diversa da quello dell’incredibile scalata di Ranieri del 2016 e della storica Premier League conquistata, ma che rimaneva un team solido e di buone ambizioni.

Costato circa 22 milioni di sterline, Maddison ha sottoscritto un contratto di cinque anni con la squadra delle Midlands Orientali e ha dimostrato sin dal suo arrivo di avere la giusta personalità, prendendosi innanzitutto la maglia numero 10, e dichiarando poi di non aver paura di dover sostituire niente di meno che Riyad Mahrez, il simbolo insieme a Vardy di quel recente magico Leicester, partito in direzione Manchester City di Guardiola.

Puel modificò diversi interpreti dell’undici titolare, affidandosi a nuovi calciatori giovani e di grande prospettiva. In particolare ha proposto Ben Chilwell al posto di Fuchs come terzino sinistro, mentre a destra ha inserito il portoghese Ricardo Pereira; e Demarai Gray è diventato titolare fisso, dopo due annate vissute soprattutto in panchina. In attacco poi, ha subito dato fiducia a Maddison – nonostante non avesse alcuna esperienza di Premier League – posizionandolo dietro all’unica punta Vardy.



Il trequartista inglese si è preso la squadra sulle spalle, il gioco delle Foxes è gravitato intorno a Maddison, che è un classico regista offensivo che fa da collante tra centrocampo e attacco. Impressiona in particolare la sua conduzione di palla a testa alta e la visione del gioco: raramente sbaglia una scelta di passaggio e con i suoi traccianti da un versante all’altro del campo illumina gli stadi inglesi dove gioca, oltre ai vari suggerimenti in profondità per i movimenti di Vardy e compagni.

Ma il numero 10 del Leicester è anche uno che ha attitudine difensiva e la applica ricordandosi di quando giocava mediano a centrocampo con il Norwich. Dotato inoltre di grande intelligenza posizionale – si fa sempre trovare al posto giusto tra le linee difensive avversarie – Maddison ritrova molto probabilmente nei calci piazzati la sua migliore qualità. L’ex Norwich, infatti, ha un piede destro fatato e si è preso possesso di tutti le punizioni e i calci d’angolo delle Foxes. Proprio per il suo tiro, molto preciso e calibrato, gli analisti inglesi hanno paragonato il suo calcio a quello dello Spice Boy David Beckham, simile per la rincorsa un po’ arcuata e la palla che prende un grande giro ad effetto, come quelli dell’ex numero 7 britannico.

Dopo 36 giornate, Maddison ha timbrato 7 gol e 7 assist, niente male per un ventiduenne alla prima stagione con i colossi della Premier. Ma una statistica in particolare ha fatto il giro del mondo: il giocatore del Leicester è stato nella stagione 2018/2019 il calciatore che ha creato più tentativi da gol nel massimo campionato inglese. Sono ben 100 le volte in cui Maddison ha originato un’importante occasione per la propria squadra in quell’annata.

Anche la successiva stagione con il Leicester – che nel frattempo ha scelto di cambiare timoniere: è stato esonerato Puel, che non ha fatto nemmeno malissimo ma ha pagato l’undicesimo posto in classifica, ed è stato nominato Brendan Rodgers come nuovo manager –, era iniziata alla grande, ma il trequartista inglese, con gli occhi degli addetti ai lavori puntati addosso, è passato alla ribalta della poco onorevole cronaca britannica a causa di un “affaire” extracampo: lasciato in anticipo per infortunio il gruppo della Nazionale nell’ottobre del 2019, invece di restare a casa e guardare la delicata partita dei compagni – sconfitti contro la Repubblica Ceca in quel di Praga – ha deciso di camuffarsi e recarsi in un noto casinò di Leicester per giocare a poker. Un comportamento che ha fatto arrabbiare i vertici federali e lo staff della Nazionale inglese.

La polemica è però durata veramente poco, perché, come è sempre giusto fare in questi casi, Maddison, insieme al suo Leicester, ha fatto parlare il campo. Non ha giocato sempre a causa di qualche piccolo acciacco, ma nella stagione funestata dal COVID-19, il numero 10 del Leicester ha totalizzato 6 gol e 3 assist in 31 presenze.

Le Foxes hanno pagato un rendimento altalenante nello spezzone di stagione post-lockdown, che ha portato il team allenato da Rodgers a dover accontentarsi di una comunque buona quinta posizione, che però gli impone di rinunciare alla Champions League. Maddison ha continuato a viaggiare sul suo percorso di crescita ad onde dalla frequenza elevata, sfoderando tutta la sua qualità tecnica fluente dai suoi piedi.

Nella stagione da poco iniziata, sia l’ex Norwich che i suoi compagni hanno iniziato con il piede sull’acceleratore. Maddison ha già fornito 3 gol e 3 assist tra campionato ed Europa League e non ha intenzione di fermarsi. L’obiettivo, adesso, è quello di riconquistarsi una maglia con l’Inghilterra, che ha perso dopo il misfatto dell’anno scorso.

Per poter definire Maddison fuoriclasse c’è bisogno di tempo e dovrà smussare alcuni suoi difetti, tra cui i comportamenti personali sopracitati, ma talento di Coventry ha dalla sua parte il tempo, un futuro radioso per continuare a fare breccia nei tifosi del Leicester, e magari riguadagnarsi le simpatie di tutti quelli del resto d’Inghilterra.

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