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Dieci indimenticabili derby tra Roma e Lazio

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Il derby della Capitale è da sempre una delle partite più sentite della penisola italiana e del mondo del calcio in generale. La rivalità tra Lazio e Roma è molto forte e negli ultimi anni questa gara è stata spesso determinante per sancire la positività o meno di un’intera stagione, sia in annate brillanti e con grandi obiettivi che in tempi aridi di risultati. In questo articolo abbiamo selezionato dieci delle migliori sfide tra queste due squadre, tra quelle giocate in questo millennio.


Lazio-Roma 2-1 (25/03/2000)
di Giovanni Della Seta

La Lazio non viene da un buon momento: è reduce da una sconfitta a Verona nella giornata precedente e la Juventus ha avuto modo di allungare. Tuttavia, i bianconeri nell’anticipo di giornata escono sconfitti da San Siro contro il Milan, e gli uomini di Sven-Göran Eriksson con una vittoria potrebbero riaprire il discorso scudetto. I biancocelesti devono inoltre necessariamente vincere per “vendicare” il derby di andata perso malamente per 4-1, ma partono male: Vincenzo Montella sigla il vantaggio dei giallorossi dopo appena tre giri d’orologio. Il gol della Roma sembra però dare la giusta carica, e la Lazio ribalta il discorso nella successiva mezz’ora. Al 25’ Pavel Nedvěd sfrutta un’ottima sponda di Simone Inzaghi e pareggia i conti; al 28’ invece, uno dei gol più belli della storia della stracittadina: Juan Sebastián Verón conquista una punizione dai 25-30 metri, sistema il pallone e disegna un arcobaleno che si spegne alle spalle dell’incolpevole Cristiano Lupatelli. I biancocelesti vincono un derby abbastanza sporco – 9 ammoniti, quasi non sorprende –, e si rilanciano per lo scudetto, che verrà poi vinto alle «18 e 4 minuti del 14 maggio 2000».

Lazio-Roma 0-1 (17/12/2000)
di Luca Eliotro Palatini

La Lazio campione d’Italia in carica si appresta a giocare il derby d’andata della stagione 2000/2001 a -7 dal primo posto, occupato proprio dai rivali cittadini. Il derby della Capitale è probabilmente al suo apice storico di qualità, la mole di talento in campo è sconfinata, ma nonostante questo la partita che ne viene fuori è molto bloccata, con pochissimi acuti. Uno di questi, entrato nella storia del nostro calcio, è regalato da Cafu, autore di un triplo sombrero sul malcapitato Nedvěd. La partita verrà sbloccata soltanto da una delle reti più iconiche nella storia di questa sfida: l’autogol di Paolo Negro, causato da una sfortunata deviazione su un rinvio di Sandro Nesta. La gara finirà 1-0 per i giallorossi, e sarà poi decisiva a fine campionato per la vittoria del terzo scudetto della Roma, scucito dal petto proprio ai rivali della Lazio.


Lazio-Roma 1-5 (10/03/2002)
di Luca Eliotro Palatini

Le due squadre vivono momenti opposti: la Roma di Fabio Capello stava provando il bis in campionato, dopo lo scudetto dell’anno precedente; la Lazio si avviava alle tumultuose fasi finali dell’era Cragnotti. La partita inizia subito mettendo in mostra un dominio della squadra giallorossa, che al 12′ trova il primo gol: Totti libera con un tacco Candela, che crossa di esterno trovando la testa di Vincenzo Montella, il campano si svincola dalla marcatura di Nesta e sigla l’1-0. Non passa molto per il raddoppio: il Bimbo de Oro salta tre giocatori in progressione come birilli e calcia dal limite trovando la respinta di Peruzzi, sulla quale si avventa in maniera decisiva ancora l’Aeroplanino, approfittando dell’indecisione di Nesta. La Lazio perde la testa, indispettita dall’andamento della gara e dagli «Olè!» del pubblico, e inizia a commettere falli perlopiù inutili, come quello che porta alla tripletta dello scatenato Montella, ancora in anticipo su Nesta. Alberto Zaccheroni sostituisce il capitano biancoceleste a fine primo tempo, che conclude così il suo ultimo, complicatissimo derby della Capitale. A inizio ripresa Dejan Stanković prova ad invertire la rotta del match con un gol stupendo, ma altrettanto bello è il missile terra-aria con cui il devastante Montella realizza il poker personale, il primo e finora unico nella storia di questa sfida. E c’è ancora spazio per un altro gol, che deve portare necessariamente la firma del capitano: Totti si libera e fa partire uno straordinario pallonetto fuori area che scavalca il portiere laziale, per il 5-1 finale.

Lazio-Roma 3-1 (06/01/2005)
di Giovanni Della Seta

La stagione 2004/2005 è per la Lazio un anno zero, il primo della presidenza Lotito dopo il rischio di fallimento. Il mercato regala alcuni colpi importanti e alcune ben note meteore nell’ambiente laziale – come Miguel Mea Vitali e Anthony Šerić –, ma il colpo che riesce maggiormente a infiammare l’ambiente capitolino è quello di Paolo Di Canio. Il figliol prodigo che nel 1989 decise il derby, replicando il famoso dito di Chinaglia verso la Sud, si ripete in questo freddo 6 gennaio 2005: segna il gol dell’1-0 su un’invenzione di Fabio Liverani ed esulta provocando la curva romanista. La cosa si ripeterà anche a fine gara, dopo il pareggio di Antonio Cassano e le reti biancocelesti di César e Tommaso Rocchi, quando esce mimando il numero tre con le dita. È uno dei derby che resiste più forte nell’immaginario collettivo della tifoseria laziale perché giocato con una furia agonistica che raramente si è vista in tempi più recenti, e soprattutto contro una Roma tecnicamente molto più forte – non è un caso che la Lazio non vincesse una stracittadina da oltre dieci incontri.


Lazio-Roma 1-2 (18/04/2010)
di Luca Eliotro Palatini

La Roma arriva a questa sfida dopo una cavalcata clamorosa di 22 risultati utili consecutivi, che ha permesso ai ragazzi di Claudio Ranieri di prendere per la prima volta in stagione la vetta della classifica. La Lazio di Edy Reja, invece, sta vivendo una stagione molto complicata, ed è in seria lotta per la salvezza. Ma come ogni derby che si rispetti, i valori si annullano, e i biancocelesti riescono a giocare meglio dei rivali per tutto il primo tempo, riuscendo a passare in vantaggio con Tommaso Rocchi. Ranieri capisce dunque che ci vuole un cambio di marcia per riuscire a vincere la partita: sostituisce all’intervallo i due giocatori più rappresentativi, Daniele De Rossi e Francesco Totti – rei di sentire troppo la pressione della sfida –, e mette dentro Rodrigo Taddei e Jérémy Ménez. Una mossa sulla carta folle, ma che gli darà ragione. I cambi però non sortiscono nell’immediato l’effetto sperato, tanto che pochi minuti dopo l’inizio della ripresa viene assegnato un rigore alla Lazio. Sergio Floccari calcia, ma Júlio Sérgio intuisce e para, tenendo in vita la Roma. Dopo quel grande spavento, i giallorossi iniziano a ingranare e proprio Taddei ottiene un rigore al 53′, che viene calciato e trasformato da Mirko Vučinić. Ma la partita del montenegrino non è finita, dopo dieci minuti segna infatti il gol del vantaggio grazie a una potentissima punizione dal limite dell’area, che gela Fernando Muslera. A fine partita saltano i nervi ai giocatori laziali, Ledesma viene espulso, mentre la Roma vince una partita tanto complicata quanto di vitale importanza, che le permette di mantenersi in testa alla classifica.

Lazio-Roma 2-1 (16/10/2011)
di Giovanni Della Seta

Quello dell’ottobre 2011 è un derby che non ha molto da dire dal punto di vista della classifica, ma tanto in termini di morale e valenza simbolica. Roma e Lazio sono due squadre in piena costruzione: i giallorossi hanno appena iniziato un progetto – che si rivelerà fallimentare – con Luis Enrique, mentre i biancocelesti arrivano da una delle migliori campagne acquisti dell’era Lotito. La situazione nella stracittadina non sorride alla Lazio, che viene addirittura da cinque derby persi consecutivamente nelle precedenti due stagioni. E anche questo si apre malissimo, dopo che Pablo Daniel Osvaldo, con un tocco morbido, porta in vantaggio la Roma. L’italo-argentino viene ricordato soprattutto per la maglietta mostrata dopo il gol, che vuole ricordare quella famosa di Totti «vi ho purgato ancora» dell’aprile 1999, rivisitata in «vi ho purgato anche io». L’Olimpico si infiamma. La Lazio non gioca male, reagisce, colpisce due legni – uno dei quali con Djibril Cissé, possibile spartiacque della sua carriera biancoceleste – e pareggia i conti con Hernanes su calcio di rigore, dopo un’ingenuità colossale di Simon Kjaer, che viene espulso. Al 93’ poi, l’apoteosi: Matuzalem scodella un bel pallone in area, Miroslav Klose lo addomestica con la tecnica e la freddezza che lo hanno sempre contraddistinto e lo appoggia dolcemente all’angolino. Delirio totale in casa biancoceleste: anche Reja sotto la Nord, la maglietta di Osvaldo non è stata così profetica.


Roma-Lazio 0-1 (26/05/2013)
di Giovanni Della Seta

Probabilmente il derby più sentito del nuovo millennio. Il percorso in campionato e il resto della stagione – di certo non esaltanti per entrambe le squadre – perdono praticamente ogni significato, e anche la qualificazione europea conseguente alla vittoria non sembra interessare più di tanto. La cornice di pubblico è, ovviamente, mozzafiato, con due splendide coreografie da parte delle due curve. Come è facile intuire, la partita è molto bloccata, le occasioni faticano ad arrivare da entrambe le parti, anche se la Lazio sembra provarci di più. Al 71′ cambia la storia del derby romano: Stefano Mauri e Antonio Candreva scambiano il pallone sulla destra, con l’esterno di Tor de Cenci che arriva al cross, Bogdan Lobonț smanaccia e la palla sembra non essere più disponibile per i giocatori laziali, tranne che per uno. La struttura corporea di Senad Lulić, fatta di lunghe leve e movimenti poco armoniosi, sembra essere stata costruita apposta per quell’occasione: il bosniaco, con un movimento quasi innaturale, allarga il piattone destro e intercetta il pallone, segnando a porta vuota e regalando la più grande gioia dei tempi recenti ai tifosi laziali. La Roma prende una traversa con Mattia Destro appena dopo il vantaggio della Lazio, ma sembra incapace di reagire e non riesce a scalfire gli uomini di Vladimir Petković, abili nel gestire il vantaggio. Al fischio finale scatta la festa, giocatori e tifosi si mescolano e creano un’alchimia tipica dell’ambiente romano, sotto le note di Ma il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano, che chiude una giornata perfetta.

Roma-Lazio 2-2 (11/01/2015)
di Luca Eliotro Palatini

Quello del gennaio del 2015 non è un derby importante per degli obiettivi, terminato anche con un pareggio, eppure è rimasto nel cuore del tifo giallorosso. Il motivo, probabilmente, è che questa è l’ultima grande prova di forza nella stracittadina di Francesco Totti, che per un’ultima volta decide di mostrare tutta la sua classe e il suo sconfinato talento, nonostante i 38 anni d’età. Il primo tempo è a tinte biancocelesti, con la Lazio che va a riposo sul 2-0 grazie ad un tiro al volo di Mauri e il gran sinistro dalla distanza di Felipe Anderson. La Roma di Rudi Garcia è in totale confusione, ma come nei più classici Battle Shonen, l’eroe arriva quando tutto sembra finito: al 48′ una gran palla potente e rasoterra di Kevin Strootman attraversa tutta la difesa laziale e trova Totti sul secondo palo, che non ci pensa un attimo a segnare e accorciare le distanze. Ma il meglio deve ancora venire: su un traversone morbido di José Holebas, Totti si alza in volo e con una mezza rovesciata spedisce il pallone in rete, facendo esplodere di gioia l’Olimpico. Il Capitano della Roma corre verso la propria gente e festeggia con un’esultanza entrata nella storia: il selfie sotto la Curva Sud. Con questi due gol, i suoi ultimi due nel derby, Totti diventa il miglior marcatore all-time di questa sfida – al pari di Dino da Costa.


Lazio-Roma 1-2 (25/05/2015)
di Luca Eliotro Palatini

La Roma di Rudi Garcia, dopo un grande girone d’andata, inizia un’incredibile serie di pareggi – 10 in 15 partite – che mette a forte rischio un secondo posto – all’epoca ultimo utile per la qualificazione diretta in Champions League – che sembrava certo. Nel mentre la Lazio, dopo una prima metà altalenate, riesce a stabilizzarsi e vincere 8 partite consecutive recuperando terreno. I giallorossi si affacciano quindi alla sfida della penultima giornata soltanto a +1 dai rivali, per uno derby più importanti della storia recente. Iniziano meglio gli uomini di Stefano Pioli, che sfiorano il gol con Candreva e Klose, ma è nella seconda frazione di gioco che si sblocca il risultato. E a sbloccarlo sono gli uomini più inattesi: Victor Ibarbo riceve sulla fascia e, dopo un controllo molto incerto, riesce a crossare in mezzo per Juan Manuel Iturbe, che realizza l’1-0. Ma la Lazio non molla e con forza riporta la partita in parità, grazie ad un gol di Filip Djordjević su sponda di Klose. La gara sembra ormai diretta al pareggio, posticipando il discorso Champions all’ultima giornata, ma gli dei del calcio non erano d’accordo e hanno deciso di divertirsi, e dopo il gol del tandem Ibarbo-Iturbe, scelgono di far segnare uno dei gol più importanti della storia del derby della Capitale al giocatore più inaspettato di tutti: Mapou Yanga-Mbiwa, che all’85’ realizza il suo primo e unico gol con la Roma, regalando ai suoi la qualificazione matematica alla successiva Champions League.

Lazio-Roma 1-0 (19/03/2023)
di Giovanni Della Seta

La partita è, come da tradizione, molto bloccata: la Roma di José Mourinho non riesce a trovare buone trame di gioco e la Lazio riparte ordinata, ma poco pericolosa. Al 32’ cambia però la gara: Roger Ibañez, divenuto ironicamente idolo dei tifosi laziali per i plurimi pasticci commessi nei derby, ne fa un’altra delle sue, fermando fallosamente Sergej Milinković-Savić e ricevendo la seconda ammonizione che costringe i giallorossi a giocare in inferiorità numerica per oltre 2/3 di match. Paradossalmente, la partita diventa però ancora più bloccata: la Roma si arrocca dietro e la Lazio non riesce a trovare gli spazi giusti, serve una giocata. Una bella combinazione fra Felipe Anderson e Luis Alberto libera Mattia Zaccagni da posizione defilata, l’ex Verona controlla il pallone e con un destro preciso insacca alle spalle di Rui Patricio. Gli uomini di Maurizio Sarri riescono a mantenere il risultato fino al triplice fischio, centrando un doppio successo andata-ritorno nel derby che mancava dalla stagione 2011/2012 e suggellando il proprio secondo posto in classifica, in quella che è la miglior stagione dai tempi dello scudetto in termini di piazzamento.

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