Juventus Inter

Dieci indimenticabili derby d’Italia

Le Sfide PSS Slider

La sfida tra Juventus e Inter, da sempre, è la più sentita del calcio italiano, in relazione all’importanza e alla rivalità che c’è tra le due squadre. Non è un caso che la partita sia conosciuta come ‘il Derby d’Italia‘. Le due squadre si sono giocate per anni scudetti, coppe e supercoppe, dando vita ad alcune delle gare più memorabili del nostro calcio. Basandoci sull’importanza, la bellezza e la rilevanza emotiva per le due tifoserie, abbiamo selezionato i dieci migliori derby d’Italia degli ultimi quindici anni.


Juventus-Inter 2-3 (30/01/2008)

Dopo Calciopoli e un anno di Serie B per i bianconeri, Juventus e Inter si ritrovano una contro l’altra prima in campionato, a novembre, dove allo Stadio Olimpico di Torino la partita termina 1-1, e poi in Coppa Italia, quasi tre mesi dopo, al Meazza. All’andata finisce 2-2, con Del Piero e Boumsong che in sei minuti rispondono alla doppietta di Cruz. La Juventus, dunque, può approcciare il ritorno, la settimana dopo, forte della doppia segnatura in trasferta. Il ritorno in massima serie è positivo per i bianconeri, ma la lotta scudetto sarà una corsa a due fra Inter e Roma, vinta poi dai nerazzurri. La Coppa Italia rappresenta così l’unica vera chance per alzare un trofeo già in quella stagione.

La partita, però, si fa subito in salita per i piemontesi: dopo dieci minuti Maniche pennella un pallone preciso sul piede di Mario Balotelli, che si libera di Birindelli e schiaccia il pallone a terra, mettendolo alle spalle di Belardi. Alessandro Del Piero risponde con un gran gol da punizione dopo solo quattro minuti. Maniche, poi, tenta una botta da fuori a scendere che però trova la gran parata di Belardi a mano aperta e poi il palo. Poco dopo, al 31’, Iaquinta corregge in porta una spizzata finita sul palo e la Juventus passa in vantaggio, con l’attaccante calabrese che si strappa via la maglia esultando furiosamente. La squadra allenata da Claudio Ranieri da questo momento faticherà a trovare ulteriori nitide palle gol e dovrà arrendersi, dopo soli otto minuti dal vantaggio trovato, al fischio di Saccani, che assegna un rigore all’Inter, poi trasformato dal solito Julio Ricardo Cruz. Al 53’ Stankovic tenta un cross potente e radente il terreno verso l’area di rigore, la palla viene stoppata da Balotelli spalle alla porta che si gira e in caduta insacca al volo all’angolino. Un gol stupendo, in trasferta contro la Juventus, segnato da un ragazzo di appena diciassette anni. L’ultima emozione della partita è l’espulsione di Mauro Camoranesi. L’Inter vince a Torino, cosa mai frequente, e raggiunge le semifinali del torneo. I ragazzi di Mancini non riusciranno a conquistare la Coppa, ma potranno comunque fregiarsi della prima vittoria in un Derby d’Italia post-Calciopoli.

Inter-Juventus 1-2 (22/03/2008)

Se l’Inter può vantare la prima vittoria del post-Calciopoli, la Juve può rispondere con la prima in campionato, pochi mesi dopo. La Serie A 2007/2008 è molto particolare: i bianconeri tornano in massima divisione dopo lo scandalo Calciopoli e tutti gli occhi sono puntati su di loro. Quanto accaduto due anni prima ha accentuato ancora di più il livore tra le due squadre, e la Juve che scende in campo a San Siro per la trentesima giornata ha voglia di riscatto, anche se gli avversari sono ormai lanciatissimi per il titolo.

La squadra di Ranieri scende in campo con i cinque eroi della Serie B che hanno il compito di guidare una squadra operaia e in ricostruzione, ed è proprio Mauro Germán Camoranesi a portare avanti la Juve all’inizio della ripresa, dopo un primo tempo più a trazione nerazzurra. L’Inter prova a contrattaccare con David Suazo e il grande ex Zlatan Ibrahimović, ma varcata l’ora di gioco, capitan Alex Del Piero riceve una palla in verticale e con un tocco sotto di prima intenzione serve il compagno di sempre David Trezeguet, che come al solito non perdona in area di rigore con un bellissimo sinistro al volo. Si tratta di uno dei gol più iconici del francese in maglia bianconera, il diciassettesimo di un campionato che vedrà lui e il suo gemello del gol primeggiare in classifica cannonieri. Del Piero ha poi due grandissime occasioni per fare il tris ma le spreca, complice anche un attento Júlio César. All’83’ l’Inter riesce ad accorciare le distanze con Maniche, ma il gol del portoghese non impedirà comunque alla Juventus di trovare una vittoria importante per la corsa alla Champions e ancora più importante per la tifoseria bianconera.


Juventus-Inter 2-1 (05/12/2009)

È oggettivamente molto difficile usare la metafora del Davide contro Golia quando si parla di due delle squadre più blasonate al mondo, ma in questo caso la metafora appare quanto mai calzante. L’Inter di José Mourinho arriva alla sfida di Torino con una squadra farcita di campioni che di lì a pochi mesi conquisteranno lo storico Triplete; la Juventus di Ciro Ferrara, invece, è una squadra disfunzionale, tra giocatori a fine carriera e altri semplicemente non all’altezza della maglia che indossano. I pronostici danno per certa la vittoria degli ospiti ma, com’è noto, sono fatti per essere ribaltati.

Sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Diego, i bianconeri passano in vantaggio con un gol rocambolesco, la cui attribuzione è ancora discussa – l’ultimo tocco dovrebbe essere quello di Giorgio Chiellini, ma potrebbe esserci stata una deviazione di Felipe Melo, che se ne prese i meriti –, ma il camerunense Samuel Eto’o pareggia subito i conti sfruttando un errore della difesa juventina, che gli lascia lo spazio di colpire indisturbato di testa. I ritmi sono alti come da tradizione in questa sfida, e proprio a simboleggiare un forte sentimento di rivalsa nei confronti dell’avversario che vince sempre, è Claudio Marchisio, torinese e juventino, a decidere l’incontro. Nella ripresa, dopo una poderosa sgaloppata con tiro di Momo Sissoko, il promettente centrocampista della Juventus si avventa sulla respinta di Júlio César, salta secco Walter Samuel con una giocata nello stretto e con un tocco sotto scavalca il portiere interista. Il Principino corre ad esultare sotto la curva dove un tempo guardava le partite. Esplode lo Stadio Olimpico, in una delle sue ultime grandi serate. Da quella notte, infatti, la Juventus cadrà in una spirale di risultati negativi che la porteranno al settimo posto in classifica, ma gli juventini in quel momento ancora non lo sanno e possono godersi una delle poche gioie di quella stagione.

Inter-Juventus 2-0 (16/04/2010)

È la trentaquattresima giornata di Serie A e l’Inter, dopo essere incappata nel pareggio del Franchi nel turno precedente, ha perso la testa della classifica a vantaggio della Roma, un sorpasso che, a così poche giornate dal termine del torneo, rischia di divenire definitivo. Come se non bastasse, la squadra di Mourinho deve affrontare la Juventus, lo scoglio da sempre più arduo da superare. I bianconeri però, che nel frattempo sono passati nella mani di Zaccheroni, vivono un momento negativo e rischiano di non raggiungere nemmeno un posto in Europa League.

La partita è bloccata, e le occasioni tardano ad arrivare, a differenza del nervosismo, che condurrà Sissoko alla doppia ammonizione, e conseguente espulsione, poco dopo la mezz’ora di gioco. L’Inter, undici contro dieci, e con un solo risultato a disposizione per continuare a sperare nello scudetto, inizia la seconda frazione con un altro piglio, ma la porta bianconera sembra stregata: Eto’o spara altissimo sopra la traversa solo contro Buffon, Milito dà troppo giro al suo interno da posizione favorevole e ancora il Principe riesce a mettere fuori un colpo di testa a un metro dalla linea di porta. La situazione si fa drammatica. A un quarto d’ora dalla fine, però, Maicon controlla col ginocchio un pallone allontanato dai difensori avversari, salta Amauri con un sombrero, riassesta il pallone con il ginocchio, e poi al volo manda la palla alle spalle di Buffon. È estasi pura. Il terzino brasiliano è in lacrime, lo stadio è in delirio. Con un gol fantascientifico l’Inter ha sbloccato la situazione e riaperto le chance di vincere il campionato, proprio contro i rivali più odiati di sempre. Quattro minuti dopo, Balotelli lascerà impietrito Buffon su calcio di punizione colpendo in pieno l’incrocio dei pali, per poi accomodare, nel recupero, la palla sul destro di Eto’o, colpevolmente libero davanti alla porta vuota. È 2-0. L’Inter ha vinto la partita. La Roma, la settimana dopo, cadrà in casa contro la Sampdoria, e naturalmente i nerazzurri non sbaglieranno più un colpo, vincendo poi a Siena il campionato all’ultima giornata, il quinto consecutivo. L’Inter di Mourinho quell’anno si aggiudicherà anche Coppa Italia e Champions League, divenendo la prima e unica squadra italiana a riuscire nell’impresa di conquistare il Triplete.


Juventus-Inter 2-0 (25/03/2012)

La stagione 2011/2012 è una delle più felici della storia juventina, perché è quella che dopo anni di difficoltà vede i bianconeri tornare sul tetto d’Italia. Una delle partite più significative di quell’annata è proprio la vittoria al nuovo Juventus Stadium – sold out per l’occasione – contro i rivali di sempre. Le due squadre arrivano al match in maniera diametralmente opposta: la Juventus è seconda in classifica a -4 dal Milan di Massimiliano Allegri, mentre l’Inter si trova ad affrontare una pesante crisi post-Triplete che si traduce in quel momento in un settimo posto in classifica. Il pubblico è caldissimo. Per troppi anni i tifosi juventini hanno visto l’Inter trionfare e vedono in quella partita l’occasione di rifarsi, la spinta per andare ad acciuffare il Milan e vincere poi il campionato, così come poi accadrà.

Il primo tempo vede la squadra dell’ex Claudio Ranieri avere le migliori occasioni, prima con Diego Forlán e poi con il Principe Milito, ma nella ripresa la Juventus fa sua la partita e trova prima il vantaggio sugli sviluppi di corner, con un colpo di testa dell’uruguaiano Martín Cáceres, e poi il 2-0 finale con la prima rete in campionato del leggendario Alex Del Piero, entrato qualche minuto prima al posto di Alessandro Matri. Pochi minuti dopo un errore clamoroso di Mirko Vučinić, che poteva chiudere la partita, Arturo Vidal si trova al limite dell’area avversaria, evita un avversario e serve un filtrante delizioso per il capitano juventino, che incrocia ed esulta con la sua celebre linguaccia, regalando alla Juve una vittoria cruciale per la lotta al titolo, così come farà tre settimane dopo con una geniale punizione contro la Lazio. Anche nella sua ultima e travagliata stagione bianconera, Del Piero risulterà decisivo per il trionfo della Vecchia Signora. Per l’occasione, non si può non citare il commento perfetto di Fabio Caressa: «Nel giorno più importante, nella partita più importante, nel momento più importante, l’uomo della storia della Juventus!».

Juventus-Inter 1-3 (03/11/2012)

L’Inter arriva all’undicesima giornata del campionato 2012/2013 a quattro punti dalla Juventus capolista, con otto vittorie e due sconfitte casalinghe. La Juve, dal canto suo, dopo aver vinto il campionato a sorpresa nell’anno precedente, i piemontesi sembrano non avere rivali stavolta, e solo un sussulto dei nerazzurri potrebbe riaprire i discorsi, anche se tutti in quel momento si aspettano un sonoro successo dei bianconeri. Stramaccioni, giovane tecnico dell’Inter, decide quindi di affrontare il match senza nulla da perdere, schierando contemporaneamente in campo Cassano, Palacio e Milito. Una scelta tattica reputata troppo spregiudicata dagli osservatori.

E in effetti a pochi secondi dal calcio d’inizio, Asamoah riesce a imbeccare Vidal a porta vuota e la partita per l’Inter inizia subito con l’handicap dello svantaggio. La Juventus prova ad approfittare dell’atteggiamento tattico sbilanciato dell’Inter, a maggior ragione gravata dall’esigenza di recuperare la partita, ma Handanovič è più volte prodigioso. La partita gira, però, nel secondo tempo, quando Marchisio tira giù Diego Milito per la maglietta, spalle alla porta, ma in area. È rigore. Penalty che trasformerà lo stesso Milito, di interno, quasi centrale: imprendibile. La partita è molto bloccata, e la Juventus, in particolare, fatica a esprimere la sua superiorità tecnica. L’Inter è lì, in attesa di un errore, che in effetti arriva quando, a quindici minuti dalla fine, Vidal fornisce a Pirlo un passaggio all’indietro impreciso, che Guarín intercetta, involandosi e calciando verso la porta. Il suo diagonale è respinto da Buffon, ma sui piedi di Milito, che di interno insacca alle spalle del portiere bianconero, per la sua doppietta personale. Ci penserà Rodrigo Palacio, dopo la giocata di un ispiratissimo Guarín e l’imbucata di Nagatomo, ad appoggiare d’esterno il pallone in rete al 90’, certificando il successo dei nerazzurri. Quell’anno sarà disastroso per l’Inter, che mancherà l’Europa e persino l’ottavo posto utile a cominciare la Coppa Italia dagli ottavi. Un’annata flagellata da infortuni, risultati penosi e mediocrità sotto ogni punto di vista, ma con una nota positiva: essere stati i primi a dissacrare il nuovo Stadium di Torino.


Inter-Juventus 2-3 (28/04/2018)

Cosa ci lascia in eredità questa partita? Tante cose, dallo strana sostituzione Icardi-Santon alla celebre litigata tra Adani e Allegri, passando per le polemiche per un mancato rosso a Pjanić, ma soprattutto una delle più belle partite del calcio italiano degli ultimi anni, indimenticabile per entrambe le tifoserie, ma per motivi diversi. La Juve arriva a Milano reduce da una pesantissima sconfitta casalinga contro il Napoli di Maurizio Sarri, che sembra essere lanciato per lo scudetto, dovendo affrontare una squadra rinvigorita e in corsa per il quarto posto.

I presupposti non sono dei migliori, ma la Juve riesce comunque ad andare in vantaggio con il diagonale mancino di Douglas Costa, e poi a giovare anche della superiorità numerica per l’espulsione di Matías Vecino, reo di aver commesso un fallo imprudente e in ritardo su Mario Mandžukić. L’Inter però si gioca tanto in quella partita, e sospinta dal pubblico di San Siro trova prima il pari con Maurito Icardi, vera e propria bestia nera di Madama, e poi anche il vantaggio grazie allo sfortunato autogol di Andrea Barzagli. Nonostante l’uomo in meno, l’inerzia della gara è tutta dei padroni di casa, con la Juventus ormai al tappeto. I tifosi juventini vedono già lo scudetto alle pendici del Vesuvio e nessuno sembra poter ribaltare le sorti dell’incontro. Succede che però entra in campo Paulo Dybala, al posto di Sami Khedira, e da qui cambia tutto. L’argentino, che già aveva deciso negli ultimi minuti la gara dell’Olimpico contro la Lazio del mese precedente, si mette la squadra sulle spalle. Prima impegna Samir Handanovič con una bella punizione, esaltando le doti dello sloveno, poi decide di fare sul serio. Al tre minuti dal termine imbuca uno splendido pallone per Juan Cuadrado, che sfruttando l’altrettanto sfortunata deviazione di Milan Škriniar riesce a pareggiare la partita; due minuti più tardi calcia una punizione stupenda mettendo la palla sulla testa di Gonzalo Higuaín, che deve solo spingerla in porta. Inter 2, Juventus 3. I bianconeri riescono nell’impresa di una rimonta epica, che li porterà alla conquista del settimo scudetto consecutivo, regalando ai propri tifosi una delle partite più belle ed emozionanti della loro vita.

Juventus-Inter 2-0 (08/03/2020)

È una serata strana, quella dell’8 marzo 2020. Molto strana. Allo Stadium si gioca uno Juventus-Inter carico di significato, dato che le due squadre – insieme alla sorprendente Lazio di Simone Inzaghi – sono in lotta per il titolo per la prima volta dopo tantissimo tempo. Quello che però doveva essere un clima incandescente, complice anche il ritorno da avversario di Antonio Conte, lascia invece spazio ad una cornice desolata. Nel nord Italia aumentano vertiginosamente i casi di COVID-19, e per questo motivo la partita si giocherà a porte chiuse, la prima volta dall’inizio della pandemia. Nonostante il clima particolare, le due squadre sono pronte a darsi battaglia: da una parte lo spregiudicato tridente sarriano composto da Douglas Costa, Gonzalo Higuaín e Cristiano Ronaldo, dall’altra parte il tandem Romelu Lukaku-Lautaro Martínez.

Il primo tempo è abbastanza equilibrato, ma è la Juve ad avere le occasioni più importanti con colpo di testa di Matthijs de Ligt e un tiro di sinistro di Blaise Matuidi. Nella ripresa, invece, è un assolo dei padroni di casa, che vanno in vantaggio con una delle rarissime gioie bianconere del gallese Aaron Ramsey, che raccoglie un pallone vagante in area e calcia con prontezza verso la porta di Samir Handanovič, battendolo. La Vecchia Signora trova successivamente anche il raddoppio con Paulo Dybala. Il numero dieci, entrato nella ripresa, raccoglie un lancio delizioso di Rodrigo Bentancur, evitando Ashley Young con il controllo, si invola verso la porta e scambia con Ramsey. Una volta entrato in area, salta ancora Young con una finta, ma invece di colpire il pallone con il destro, calcia di esterno sinistro ingannando il capitano dell’Inter. La Juventus di Maurizio Sarri si impone per 2-0 e ottiene così una vittoria fondamentale per il nono e ultimo titolo consecutivo, griffata dal futuro vincitore del premio di MVP stagionale. Resta solo il grande rimpianto di non aver giocato una partita così con lo Stadium gremito.



Inter-Juventus 2-1 (12/01/2022)

Come ormai consuetudine, la Supercoppa italiana si gioca a gennaio, anziché prima che il campionato inizi, questa volta però in casa dei campioni d’Italia, al Meazza. L’Inter arriva a questa sfida lanciatissima, esaltata dal momento negativo di Milan e Napoli, che avevano monopolizzato la prima parte di stagione. La prima Inter di Inzaghi gioca molto bene e vince spesso, a differenza della Juventus, appena tornata fra le mani di Massimiliano Allegri, che fatica a trovare continuità di gioco e risultati.

L’Inter è subito pericolosa con Lautaro, ma al 25’ è McKennie a sbloccare la partita con un colpo di testa nell’area piccola su cross di Morata. È una Juventus allegriana allo stato puro, e sarà necessaria un’ingenuità di De Sciglio, che atterra Džeko ai margini dell’area, per riaprire la partita. Lautaro scaraventa di collo pieno il pallone all’angolino, spiazzando Perin sul calcio di rigore conseguente, pareggiando la contesa. La partita scivola via bloccata, con la Juventus ben arroccata nella sua metà campo e l’Inter prudente. L’Inter al 75’ manda in campo il cileno Alexis Sánchez, che sfiora il gol con un colpo di testa che però termina largo. Sull’1-1 le squadre si trascinano stancamente verso i calci di rigore, protagoniste di due tesissimi tempi supplementari, ma al 120’ Dimarco prova un cross verso l’area di rigore. Alex Sandro è in anticipo, ma inspiegabilmente appoggia la palla di petto sul piede di Darmian, che viene steso da Chiellini. Il pallone scivola fra i piedi di Sánchez, che chiude il destro verso il primo palo: è 2-1. Il Meazza esplode. Un rombo che rompe centoventi lunghissimi minuti di agonia. L’Inter torna ad alzare la Supercoppa italiana dopo dodici anni, mettendo in bacheca il secondo trofeo del suo nuovo ciclo di successi, tuttora in corso. Battere la Juventus in una finale e con un gol all’ultimo secondo è un’emozione che resterà indelebile nella storia interista. In quella stagione i nerazzurri sconfiggeranno la Juventus altre tre volte, e grazie al pareggio ottenuto nella gara d’andata in campionato, riusciranno nell’impresa più unica che rara di superare l’intera annata senza mai perdere contro i bianconeri.

Juventus-Inter 2-4 (11/05/2022)

L’Inter ha da poco visto sfumare le sue chance scudetto al Dall’Ara di Bologna quando affronta la Juventus all’Olimpico per la finale di Coppa Italia. Nonostante abbia asfaltato il Milan nella semifinale di ritorno, sono proprio i cugini che, grazie allo scivolone di Bologna, sono ormai prossimi a vincere lo scudetto. Ai nerazzurri non resta dunque che vincere la finale con i bianconeri per non gettare del tutto alle ortiche una stagione tutto sommato positiva e piena di partite interessanti.

Pronti via, e l’Inter è subito in vantaggio. Dopo sette minuti Nicolò Barella si inventa un destro a giro da fuori area che lascia Perin immobile. La Juventus fatica a esprimersi su livelli accettabili, e il gol nei primi minuti sembra l’avvisaglia di una finale scontata. Nel secondo tempo, però, la squadra di Allegri esce trasformata dagli spogliatoi e ribalta la partita in due minuti. Prima con Alex Sandro, che trova l’insperata complicità di Handanovič dopo aver scagliato verso la porta un tiro senza pretese, e poi con Vlahović, che batte lo sloveno dopo un gran contropiede. L’Inter faticherà a riprendersi dallo shock e, come usuale, la Juventus crea grande densità nella sua area di rigore, impedendo all’Inter di calciare in porta. Una partita che ormai sembra avviarsi stancamente alla fine, viene riaperta dal rigore del sempre perfetto Hakan Çalhanoğlu, che manda la partita ai supplementari. Ai supplementari sale in cattedra Ivan Perišić, che prima manda nell’angolino alto il penalty causato dal fallo di de Ligt su de Vrij, e poi mette la ciliegina sulla sua miglior prestazione stagionale, nella sua migliore stagione da quando veste la maglia nerazzurra, controllando al 102’ una palla appoggiatagli all’indietro da Dimarco con il destro, per poi mandarla a morire nel sette di controbalzo con il sinistro. È un gol splendido, che ammazza le speranze juventine e dà il via alla festa nerazzurra. L’Inter conquista così la sua ottava Coppa Italia, vincendo la finale proprio contro gli odiati rivali bianconeri.

Leggi anche: Dieci derby di Milano indimenticabili