Paquetá

Lucas Paquetá, inno del perdersi

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Cosa pensare di Lucas Paquetá? Arrivato al Milan nel gennaio 2019, si è subito preso un posto da titolare nel centrocampo del club rossonero, con prestazioni di alto livello e deliziando gli appassionati con giocate di grande classe, per poi calare drasticamente nella stagione successiva. Una parabola che può essere intitolata come un brano dei Verdena.




La vita di Lucas Tolentino Coelho de Lima inizia nell’isola natia che gli regalerà anche il suo soprannome, ovvero la Ilha de Paquetá, un piccolo atollo nella baia di Rio de Janeiro. L’isola di Paquetá è senz’altro un posto molto particolare dove crescere, in quanto le auto non possono circolare e 20 dei 21 baobab presenti in tutto il Brasile si trovano lì, di cui uno detto Maria Gorda viene baciato dagli abitanti come portafortuna. È verosimile che anche il piccolo Lucas a 10 anni abbia baciato questo albero quando ricevette la prima chiamata importante nella sua vita, quella che darà il via alla sua carriera con la prestigiosa maglia del Flamengo.

Il periodo delle giovanili procede senza intoppi fino al compimento dei 15 anni, quando a destare preoccupazioni non sono le qualità tecniche di Paquetá, che sono nettamente sopra la media dei compagni di squadra, ma la stazza. Infatti, a 15 anni, Lucas è alto solo 152 cm e sarà costretto a sottoporsi ad una cura ormonale che lo farà crescere di 30 cm in tre anni, permettendogli di proseguire l’esperienza con i Rubro-Negro.

Il giovane talento debutterà in prima squadra nel Campionato Carioca 2016, ma è nell’anno successivo che Paquetá inizia ad acquistare un maggior peso nelle gerarchie del Flamengo, aiutato anche dalle assenze di vari giocatori che spinsero Reinaldo Ruela a schierarlo come falso nueve, nonostante quello non fosse il suo ruolo naturale. La possibilità di giocare nella sua posizione la ottenne nella stagione successiva, dove fu messo al centro del campo dal nuovo allenatore, Mauricio Barbieri, permettendo al giovane talento di mettersi maggiormente in risalto sfruttando la sua ottima tecnica individuale e di poter usufruire di una maggiore porzione di campo. L’arretramento giovò molto a Paquetá, che nella sua prima stagione da titolare realizzò 12 gol in 43 presenze fra Brasileirão e Campionato Carioca. Ed è proprio in questo periodo che viene acquistato dal Milan, ufficializzato nell’ottobre 2018 ma formalizzato solo nel gennaio 2019. Paquetá fu fortemente voluto da Leonardo, DS dei rossoneri, che a Milano seppe portare altri talenti brasiliani come Pato, Thiago Silva e soprattutto Kaká, il giocatore che lo stesso Paquetá ha sempre riconosciuto come suo idolo di gioventù e a cui lo stesso Paquetá venne spesso paragonato.



L’arrivo a Milano di Paquetá avvenne nel periodo più difficile della stagione per i rossoneri. Oltre ad una serie di scarsi risultati, condizionati anche dai molti infortuni nelle file dei rossoneri, era appena emersa la volontà di Gonzalo Higuaín, acquisto principe della precedente sessione estiva, di trasferirsi al Chelsea per tornare sotto l’ala protettiva di Maurizio Sarri, con il quale l’argentino visse il periodo migliore della sua carriera, la stagione record dei 36 gol nella Serie A 2015/2016. In questo calderone, a Paquetá venne subito data fiducia da Gattuso, che lo fece debuttare nella partita di Coppa Italia a Marassi contro la Sampdoria il 12 gennaio 2019, che si risolse con il risultato di 0-2 per i rossoneri. L’impatto di Paquetá nel Milan fu estremamente positivo, se la seconda apparizione coincise con la partita di Supercoppa persa contro la Juventus, il debutto in Serie A contro il Genoa, di nuovo a Marassi, fece esaltare gran parte della tifoseria rossonera. In questa gara Paquetá mostrò tutto il suo bagaglio tecnico, sfiorando un gol pazzesco con un sinistro al volo da 30 metri che si stampò sul palo, e soprattutto con la bicicletta – o lambreta, come la chiamano dalle sue parti – ai danni di Daniel Bessa, il tutto aggiungendo qualità alla fase di impostazione del Milan, andando a sopperire all’assenza di Bonaventura, che a causa di un infortunio al ginocchio aveva concluso anzitempo la sua stagione.

La sequenza di buoni risultati e l’arrivo di Krzysztof Piątek contribuirono ad aumentare l’hype della tifoseria rossonera, che vedeva nel polacco e in Paquetá la speranza di ricreare, con le dovute proporzioni, un duo come quello di Kaká e Shevchenko, date le similitudini di ruoli e provenienza, oltre alla buona chimica che si era creata fra i due. Le prime due apparizioni di Piątek in rossonero portarono 3 gol contro Napoli e Roma, di queste marcature ben due avvennero dietro l’assistenza di Paquetá. Il periodo estremamente prolifico dei due raggiunse l’apice nel match del 10 febbraio contro il Cagliari, terminato 3-0 per il Milan. Il brasiliano segnò il suo primo gol in rossonero, celebrato ricordando le 10 vittime nel rogo del centro sportivo del Flamengo di qualche giorno prima, ricordo immortalato dai fotografi mentre si vede Piątek abbracciare il brasiliano da dietro, come se stessero copiando un iconico scatto di qualche anno prima, che vedeva Kaká e Schevchenko nella stessa posa.

Son bastati solo pochi mesi per far invecchiare malissimo questa foto

Nonostante la stagione si concluse con l’amaro quinto posto e il sogno Champions League sfumato per un solo punto, vi era grande fiducia per quanto riguardava il futuro di Paquetá, che sembrava essersi calato perfettamente nei meccanismi del calcio europeo, a prova di ciò basta prendere in considerazione le parole di Gattuso «È un giocatore sveglio, con caratteristiche ben precise. Sembra un giocatore europeo, non brasiliano».



L’estate 2019, per Paquetá, significò partecipare al primo torneo per nazionali maggiori, la Copa América, disputatasi proprio in Brasile, che vide i verdeoro trionfare. Sul campo Paquetá ebbe un ruolo marginale, giocando solo nel quarto di finale contro il Paraguay, ma quella della Seleção fu una vittoria di gruppo, e tutti gli elementi furono dunque fondamentali.

Mentre in patria festeggiava la conquista del suo primo importante trofeo, al Milan era in atto una piccola rivoluzione, Leonardo – l’uomo che aveva voluto più di tutti Paquetá al Milan – passò al Paris Saint-Germain, e il club scelse di puntare su un nuovo allenatore, Marco Giampaolo. L’arrivo dell’ex Samp avrebbe portato grandi stravolgimenti nel centrocampo del Milan a causa del 4-3-1-2 dell’allenatore di Giulianova che rendeva difficile la collocazione di Paquetá, che per le sue caratteristiche sarebbe stato perfetto dietro le due punte, ma con Suso che partiva favorito nelle gerarchie per quel posto.

Paquetá, complice la Copa América, iniziò la preparazione in ritardo e la situazione si aggravò a causa di un feeling mai sbocciato con Giampaolo. Dopo la prima uscita stagionale, una sconfitta ad Udine, nella partita successiva il Milan vinse contro il Brescia e Paquetá, subentrato dalla panchina, ebbe un impatto molto positivo, sfiorando il gol in un paio di occasioni, ma furono le dichiarazioni di Giampaolo nel post-partita a complicare la situazione del centrocampista rossonero: «Deve imparare a essere meno brasiliano alcune volte, più concreto e meno giocherellone», in netta antitesi con le parole di Gattuso di qualche mese prima.

Nella gara successiva contro il Verona la risposta di Paquetá non si fece attendere, esibendosi in un clamoroso elastico verso l’esterno, postato poi sui social con una frase molto chiara: «Orgoglioso di essere brasiliano», evidente segnale di un rapporto ormai incrinato, come incrinato era il rapporto di Giampaolo con tutto l’ambiente rossonero.

L’ultima partita del tecnico di Bellinzona sulla panchina del Milan rappresenta la “rivincita” di Paquetá sul suo allenatore, con la vittoria a Marassi contro il Genoa. All’intervallo il risultato era di 1-0 per i genoani ma l’ingresso in campo del brasiliano e di Rafael Leão fu decisivo per ribaltare il risultato, con l’assist per il gol di Theo Hernández e per aver dato il via all’azione culminata con l’assegnazione del rigore poi realizzato da Franck Kessié.

Nonostante il periodo difficile sotto Giampaolo, con l’arrivo di Stefano Pioli le cose peggioreranno ancora per il brasiliano. Il tecnico lo ha stabilmente schierato esterno a destra, permettendo a Paquetá di avvicinarsi verso la porta, senza mai risultare pericoloso, scivolando di fatto nelle gerarchie del centrocampo. Dopo il lockdown, dato il calendario serratissimo, sembrava che Paquetá potesse avere di nuovo l’occasione di giocarsi le sue carte, ma quello che si è visto è un giocatore ansioso di mostrare le sue doti e cercare una piccola rivincita personale portandosi spesso e volentieri a strafare. La partita contro la SPAL a Ferrara ne è l’esempio migliore, in cui nonostante la prestazione tutto sommato positiva, si è visto un Paquetá molto poco lucido in alcune circostanze, intestardito dal voler trovare il gol a tutti i costi.

Il futuro del brasiliano è molto incerto. Le voci di mercato sono continue, anche se la conferma di Pioli potrebbe essere una notizia positiva per la permanenza a Milano, ma prima di tutto Paquetá deve riuscire a ritrovare sé stesso e il suo innegabile talento, per poter tornare a brillare come ha già mostrato di saper fare.

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