Santos Flamengo 4-5

Santos-Flamengo 4-5, la partita più spettacolare nella storia del calcio brasiliano

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Il 27 luglio del 2011, al Vila Belmiro di Santos, nello stato di San Paolo, i 13.000 tifosi presenti per assistere al derby interstatale tra Santos e Flamengo hanno tutti i buoni motivi per aspettarsi un incontro senza esclusione di colpi. I bianconeri, nonostante la partenza in campionato poco esaltante, hanno vinto da poco più di un mese la terza Copa Libertadores della propria storia, battendo in finale il Peñarol di Diego Aguirre; i rossoneri, d’altro canto, hanno iniziato con il piede giusto il Brasileirão e sono terzi in classifica, ancora imbattuti dopo undici turni.

Tuttavia, nonostante le aspettative e i nomi altisonanti sul terreno di gioco, nessuno sa che sta per andare in scena una delle partite di calcio più spettacolari ed emozionanti di sempre, che porta con se anche un forte significato simbolico per aver messo di fronte due dei più grandi talenti che il futebol brasiliano abbia mai visto.


Santos-Flamengo 4-5 – Mezz’ora senza storia

Il Santos è storicamente riconosciuto come una delle squadre più blasonate di un mondo calcistico da tanto tempo eurocentrico. Universalmente legata all’ingombrante figura di Pelé, per anni si è cercato qualcuno che potesse portare avanti la sua legacy. E in quel periodo i tifosi bianconeri sono certi di avere tra le mani il futuro del Peixe – e della Nazionale verdeoro. Allora Neymar è ancora un teenager, ma può già vantare 34 gol e 20 assist in 80 partite con il club di San Paolo.

Quella gara è peraltro per Neymar – e per i suoi compagni Elano e Ganso – la partita del debutto stagionale in campionato, perché le sue buone prestazioni con il Santos lo hanno anche fatto diventare un titolare del Brasile di Mano Menezes, con il quale ha disputato proprio quell’estate il suo primo torneo internazionale: la deludente Copa América 2011 – nella quale la Seleção viene eliminata ai quarti dal Paraguay dell’allora juventino Marcelo Estigarribia, dopo un’imbarazzante serie di quattro rigori su quattro sbagliati.

L’arbitro fischia l’inizio dell’incontro e la formazione di casa mette subito in mostra tutta la sua qualità: dopo soli quattro minuti Ibson recupera palla sulla sinistra e serve Neymar, che con un tocco repentino fa capire subito di essere in giornata. La stellina di Mogi das Cruze la passa ad Elano e scatta alla ricerca di una triangolazione, ma il numero otto serve splendidamente tra le linee Humberlito Borges, che insacca il suo quinto gol in campionato.

Quello che succede nel giro di dieci minuti, tra il 16’ e il 26’ del primo tempo, è senza dubbio alcuno il manifesto di che tipo di giocatore sia stato Neymar da Silva Santos Júnior: un cocktail letale di rapidità di pensiero e talento, conditi con un pizzico di follia.

Al quarto d’ora di gioco intercetta un passaggio al centro del campo e attacca lo spazio, dopodiché cerca l’amico di una vita, Paulo Henrique Ganso. Il trequartista si gira in un fazzoletto e con un filtrante teso taglia in due la difesa del Flamengo e serve Ney che, nel frattempo, è già arrivato al limite dell’area. Felipe, il portiere del Fla, prova a chiudergli lo specchio avanzando, e sventa il tentativo del fuoriclasse verdeoro di fare 2-0 con uno scavetto. L’estremo difensore però, nel distendere il braccio, alza una strana parabola sulla quale Neymar si fionda, cimentandosi in una rovesciata che non va a segno. Il genio però si nota in occasioni come queste: con il difensore avversario pronto ad allontanare la sfera, l’undici da terra riesce comunque ad allungare il piede e servire ancora Borges, per il raddoppio bianconero. Ciò che impressiona è che questa giocata è solo l’antipasto, e la portata principale non si fa attendere troppo.

Dieci minuti più tardi il classe 1992 riceve un passaggio sulla linea laterale sinistra. Il corridoio è stretto, tra due avversari, che però vengono prontamente superati con una magia. Converge, si fa spazio e dà la palla a Borges, che fa da sponda e gliela restituisce. Una volta al limite dell’area, il centrale avversario, Ronaldo Angelim, può solo restare di stucco dinanzi la maestria del giovane Neymar: prima fa rotolare il pallone davanti ai piedi del difensore facendolo esitare, poi col mancino si porta la sfera avanti quel tanto che basta per superarlo. Il terzino rubronegro Júnior César tenta disperatamente di falciarlo, ormai lanciato a rete, ma quando riesce nel suo intento il menino ha già infilato Felipe con l’esterno destro e fatto esplodere la torcida santista.

In un’era in cui i social stavano cominciando ad avere un impatto significativo nelle nostre vite, la clip del golazo di Neymar fa il giro del mondo. Questa rete spettacolare vincerà qualche mese dopo il premio Puskás, come gol più bello dell’anno, battendo l’iconica rovesciata di Wayne Rooney nel derby di Manchester e il gol con sombrerito di Lionel Messi contro l’Arsenal.

Sembra il preludio ad una grande festa per il Santos, peccato che non abbiamo neanche superato la mezz’ora di gioco, e il vecchio leone dormiente sia stato sollecitato dalle giocate del suo futuro erede.


Santos-Flamengo 4-5 – La risposta Mengão

Non passano neanche due minuti dal 3-0 che l’incontro viene scosso dall’ennesimo sussulto: bastano pochi passaggi al Flamengo per rendersi pericoloso a discapito di un Santos che, probabilmente, è ancora scosso dalla prodezza della sua stella più luminosa. Luiz Antônio mette dal fondo un cross basso che sembra di facile presa per Rafael Cabral – portiere che vedremo a Napoli qualche stagione dopo –, che però non trattiene il pallone. La sfera, come se fosse calamitata, finisce sul destro dell’altro grande osservato speciale di quella partita, Ronaldinho, che appoggia facilmente a rete e accorcia le distanze. Il Gaúcho è di recente tornato in patria dopo l’esperienza al Milan, la sua stella si sta lentamente spegnendo, ma questa sera deve dimostrare al mondo intero che può ancora dire la sua – specie considerando la suggestiva sfida con la sua giovane controparte bianconera.

Il Fla è galvanizzato, e continua a spingere sull’acceleratore approfittando del momento di confusione avversario: alla mezz’ora Renato Abreu controlla un pallone difficile sulla trequarti e serve Deivid, che spalle alla porta gira sulla destra per capitan Léo Moura. Il numero due mette al centro per Thiago Neves, che si inserisce e sovrasta tutti, riaprendo la partita: 3-2.

Proprio quando la situazione sembra acquietarsi un minimo, ecco che arriva l’ennesimo turning point: a cinque minuti dalla fine del primo tempo Neymar viene spintonato da Wiliams in area, e si procura un calcio di rigore. Elano si presenta dal dischetto sapendo di poter chiudere i giochi, e decide di farlo in grande stile: tenta il cucchiaio, ma Felipe non abbocca. Come se tutto ciò non fosse già abbastanza surreale, assistiamo anche a degli esilaranti palleggi da parte dell’estremo difensore rubronegro, che si prende gioco del centrocampista ex Manchester City.

Il primo tempo si conclude così, giusto? Macché, il Dio del calcio ha deciso che le emozioni non sono finite: non passa nemmeno un intero giro di orologio dopo la figura barbina di Elano, che Ronaldinho batte un calcio d’angolo sul primo palo, trovando la testa di Deivid, l’ex dell’incontro, che porta il risultato sul 3-3 e manda le squadre al riposo in parità.


Santos-Flamengo 4-5 – Semplicemente il Gaúcho

Cosa manca a questa partita? Cos’altro può darci una gara del genere dopo un gol da antologia, un rigore sbagliato e una rimonta di tre reti? La quantità di colpi di scena a cui il Vila Belmiro ha assistito potrebbe risultare sufficiente per i successivi anni, ma incredibilmente alla festa – nonostante un gol e un assist già a referto – non si è ancora presentato a pieno, come lui sa fare, il signor Ronaldo de Assis Moreira, detto Ronaldinho.

Nel mentre però c’è ancora spazio per Neymar che, probabilmente galvanizzato dal condividere il campo con il Gaúcho, prova in tutti i modi a rubargli la scena. Dopo l’ennesimo recupero di Ganso, la sfera arriva sui piedi di Léo, che avanza palla al piede. Arrivato al centro della trequarti campo, con la coda dell’occhio vede l’inserimento di O Ney, che vola alle spalle dell’appena entrato David Braz e riesce a togliersi lo sfizio di segnare con lo scavetto a Felipe.

Per i gusti di Ronaldinho, i tifosi del Santos si sono divertiti fin troppo, ora deve pensarci lui a ristabilire le gerarchie. Al 66′ chiede palla ad Ibson, che lo serve senza pensarci due volte. Spalle alla porta sente l’arrivo di Edú Dracena, che in scivolata tenta di recuperare palla, ma Ronaldinho lo dribbla con una deliziosa giocata di tacco mancino. Nel mentre arriva anche Arouca a dar fastidio al Dez, che tenta di superarlo con la più classica delle croqueta, e non ci riesce solo perché viene steso.

Punizione dal limite: venti metri e una folta barriera separano Dinho dalla porta avversaria. Tutti sembrano avere paura di cosa stia per accadere: cosa si inventerà questa volta l’ex Barcellona? Quale asso dalla manica tirerà fuori? Ronaldinho tira, e coglie tutti di sorpresa tutti: la palla non si stacca dal terreno, rotola sotto la barriera e si deposita in rete, ammutolendo uno stadio intero e pareggiando i conti per i suoi – è anche per “colpa” se negli anni successivi verrà introdotto il coccodrillo. Il Gaúcho corre verso il proprio allenatore e se la ride: allarga le braccia come a dire «sapevi che l’avrei fatto», d’altronde gli aveva promesso di dare il massimo per puntare al titolo nazionale e al ritorno in maglia verdeoro – che arriverà, anche se solo in amichevole, nelle uniche poche partite in cui Neymar e Ronaldinho giocheranno insieme.

Memorabile questa amichevole contro l’Argentina, in cui i due si divertirono parecchio

Le squadre sono ormai stremate: dopo ottanta minuti passati a darsele di santa ragione, può vincere solo chi risulta più lucido. E infatti l’ultimo gol della partita nasce da un’ingenuità data dalla stanchezza: il Santos batte corto una punizione a centrocampo, Ganso punta Bottinelli, che però non abbocca alle finte, e scivola. Con i bianconeri completamente riversati in attacco, Deivid corre palla al piede con le ultime energie rimaste e serve nello spazio Thiago Neves che, trovatosi in una situazione di tre contro due, premia la sovrapposizione dalla sinistra di Ronaldinho. Il Pallone d’Oro 2005 dichiara chiuso l’incontro piazzando il pallone sul secondo palo, portando il risultato sul 4-5 e siglando la quarta tripletta della sua illustre carriera.

Alla fine di quella stagione nessuna delle due squadre riuscirà a vincere il campionato, che andrà al Corinthians di Tite – che l’anno dopo vincerà la prima Copa Libertadores della propria storia e il Mondiale per Club contro il Chelsea di Di Matteo, ultimo trionfo non europeo nella competizione. Il Santos chiuderà addirittura al decimo posto, mentre i rossoneri del Flamengo arriveranno quarti, a -7 dai campioni.

Di quell’anno resta comunque il ricordo di quella partita instant cult, che ha messo di fronte per la primissima volta quelli che per molti sono stati allievo e maestro, e che indirettamente si incroceranno anche negli anni successivi grazie alle scelte di carriera del più giovane, che proprio come Dinho darà spettacolo a Barcellona e Parigi. Quell’iconico e leggendario Santos-Flamengo 4-5 è ancora oggi ricordato da molti come la partita più spettacolare nella storia del calcio brasiliano, e come può essere altrimenti se metti due come Neymar e Ronaldinho a sfidarsi su un campo da calcio?

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