Blackburn 1995

Blackburn 1995, miracolo a Ewood Park

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Nel maggio del 1991 il Blackburn Rovers rischia di passare dall’euforia alla catastrofe. Euforia perché da pochi mesi c’è stato un cambio di proprietà: il nuovo presidente si chiama Jack Walker, nativo di Blackburn e tifoso dei Rovers, ma soprattutto ricchissimo industriale. Ai tempi il patrimonio del re delle acciaierie inglesi ammontava a circa 600 milioni di sterline, che lo inseriva nella classifica degli uomini più ricchi del Regno Unito. La suddetta euforia diventa quasi catastrofe perché il Blackburn, voglioso di tornare subito in First Division dopo i play-off dell’anno prima, finisce diciannovesimo in seguito ad una crisi di risultati nella seconda parte di stagione, a soli 4 punti dalla retrocessione in terza divisione, scongiurando per il rotto della cuffia il declassamento già avvenuto nel 1980.

Nella sessione di mercato successiva Walker mette mano al portafoglio e rafforza la squadra con alcuni innesti fondamentali: dal Manchester City arriva lo scozzese Colin Hendry – futuro perno della difesa –, dall’Aston Villa Gordon Cowans – campione d’Europa nove anni prima con i Villans – e dall’Everton l’attaccante Mike Newell – ad una cifra record per una squadra non di prima divisione. Questi nuovi acquisti, uniti ad una squadra già sulla carta forte per la categoria, danno il via ad una stagione storica.

I buoni propositi, però, sembrano non coincidere con i risultati sul campo. Ad ottobre, con la squadra undicesima in classifica, arriva anche il colpo in panchina: viene ingaggiato Kenny Dalglish, che ha vinto la First Division con il Liverpool appena due anni prima. King Kenny fa un miracolo e porta il Blackburn al sesto posto, l’ultimo disponibile per i play-off. Contrariamente a due anni prima, i Riversiders riescono a centrare l’obiettivo: in semifinale superano il Derby County – vittoria 4-2 in casa e sconfitta 2-1 al ritorno –, mentre nella finalissima di Wembley battono il Leicester per uno a zero con un rigore di Mike Newell, divenuto ormai l’eroe della promozione nell’appena nata Premier League.

Ora che i Rovers sono tornati nell’élite del calcio inglese, Jack Walker vuole di più: stupire anche in Premier. Un sogno più che un obiettivo, ma i soldi del presidente potrebbero rendere questo sogno realtà. In estate si torna sul mercato e molti dei giocatori che arrivano saranno la spina dorsale della fantastica squadra di due anni dopo, oltre ai già presenti Newell, Hendry, Mark Atkins e due prodotti del vivaio: l’esterno Jason Wilcox e il centrale David May. I nuovi arrivi portano il nome di Stuart Ripley – ala proveniente dal Middlesbrough –, di Tim Sherwood – futuro faro del centrocampo e capitano –, di Graeme Le Saux – promettente terzino sinistro del Chelsea –, del giovane difensore norvegese Henning Berg, ma soprattutto di Alan Shearer – il miglior giovane attaccante d’Inghilterra.

Con questa squadra il Blackburn vuole stupire, e parte benissimo: vince sette delle prime undici partite, perdendo solo con l’Everton in casa e permettendosi di battere l’Arsenal sia a Blackburn che ad Highbury. La media è da titolo, ma una crisi tra dicembre e gennaio fa perdere il treno-scudetto ai Rovers, che si riprendono tra marzo e maggio, tra l’altro battendo il Liverpool 4-1 a Ewood Park. La sconfitta fuori casa contro il Manchester United alla terzultima, si rivela decisiva: nonostante le due vittorie nelle due ultime giornate, il Blackburn arriva quarto, ad un punto dalla qualificazione in Coppa UEFA. Il campionato va proprio allo United, acerrimo rivale del Blackburn, al suo primo titolo dopo 26 anni. Le note positive provengono da tutti i nuovi acquisti ma soprattutto da Shearer, miglior marcatore della squadra con 16 reti.



Walker e Dalglish però non si accontentano, dato che i tanti soldi spesi hanno portato solo ad un ottimo piazzamento, ma non ad una qualificazione in Europa. I due decidono di mantenere l’ossatura della squadra ma di cambiare l’interprete di uno dei ruoli principali: il portiere. Viene preso Tim Flowers dal Southampton, il miglior portiere inglese del momento insieme a David Seaman dell’Arsenal, pagato 2.4 milioni di sterline, allora record per un estremo difensore. Oltre a Flowers viene acquistato Ian Pearce, difensore centrale diciannovenne del Chelsea, altro elemento che si rivelerà importantissimo.

La stagione parte bene ma non a razzo come la passata, ma sarà un’annata in crescendo: tra novembre e febbraio il Blackburn infila dodici successi in quattordici partite, battendo squadre come Leeds United e Newcastle. Nello scontro diretto ad Ewood Park i Rovers vincono 2-0 contro il Manchester United, con doppietta di Alan Shearer, ma alcune sconfitte finali unite all’avvio di stagione così così fanno solo sfiorare il titolo al Blackburn, che finisce secondo – e finalmente in UEFA – alle spalle del solito United. Dato che i Red Devils vincono anche l’FA Cup, la seconda piazza del Blackburn dà diritto alla finale del Charity Shield ad agosto. Shearer segna 31 gol in campionato e 34 totali.

La squadra del Lancashire è ormai una big del calcio inglese, ma manca comunque qualcosa. David May viene ceduto proprio al Manchester United, rimpiazzato definitivamente da Pearce. Il tassello mancante però è in attacco: Newell e Gallacher sono ottimi partner per Shearer, ma segnano poco. Walker decide – oltre ad acquistare qualche rincalzo – di spendere 5 milioni di sterline per un giocatore, cifra mai vista prima in Inghilterra. Dal Norwich arriva Chris Sutton, e mai scelta fu più azzeccata. Nasce così la SAS – Shearer and Sutton – , stesso acronimo del principale corpo speciale britannico, solo che i due arieti inglesi spazzavano via le difese avversarie.

I due diedero il via, anche se per poco, ad una delle coppie d’attacco più complementari di sempre: si trovavano al buio, con uno che a turno faceva la sponda per l’altro. Sutton, nonostante i 191 centimetri di altezza, aveva una buona tecnica ed era ottimo a venire dentro al campo per prendere palla e far salire la squadra. Shearer invece, come da qualche anno, è quello che butta giù le porte: destro, sinistro, di testa, lanciato in profondità o con un pallone vagante in area, il risultato è sempre lo stesso.



L’occasione di vincere subito un trofeo però viene buttata alle ortiche: il Charity Shield va al Manchester United, appena orfano di Bryan Robson ma con tanti campioncini in rampa di lancio, come Paul Scholes, Ryan Giggs, David Beckham e i fratelli Neville. Il match finisce 2-0, ma per il Blackburn è una spinta in più per provare l’impresa in campionato.

Nonostante l’eliminazione al primo turno di Coppa UEFA, nelle prime 23 giornate di Premier i Rovers perdono solo due partite, subendo la terza nella gara successiva ad Old Trafford tra le polemiche per il gol dell’1-1 annullato a Tim Sherwood. La settimana successiva, però, la fortuna arride ai biancoblù: durante Crystal Palace-Manchester United Éric Cantona – autore tra l’altro del gol decisivo nello scontro diretto – ne combina una delle sue: appena espulso, colpisce con un calcio un tifoso del Palace reo di averlo insultato, con il francese che viene squalificato per 11 giornate. Un’autentica catastrofe per Alex Ferguson, che perde definitivamente la testa della classifica il 15 marzo 1995 – alla trentatreesima tornata – con il suo United che fa 0-0 in casa contro il Tottenham, permettendo al Blackburn di passare di nuovo avanti. La giornata successiva i Red Devils perdono 2-0 ad Anfield, e il Blackburn vincente sul Chelsea allunga ancor di più il vantaggio. Dopo 36 gare il vantaggio dei Rovers è di 8 punti, ormai assoluti sono padroni del proprio destino.

Aprile si rivela però un mese disastroso, dove Shearer e compagni perdono due partite sanguinose contro Manchester City in casa (2-3) e West Ham a Londra (2-0). Contestualmente alla partita con i londinesi il Manchester United batte il Coventry ad Highfield Road per 3-2, decisivo il gol di Paul Scholes. A due giornate dal traguardo il Blackburn ha solo due punti di vantaggio, e il penultimo turno porta due vittorie: i Rovers vincono 1-0 in casa contro il Newcastle mentre lo United passa 2-1 a Southampton.

Si arriva all’ultima giornata con il campionato ancora in bilico: la squadra di Ferguson gioca contro il West Ham, quella di Dalglish a Liverpool. Quest’ultima è una partita di particolare importanza per King Kenny anche per il suo passato: sulla sponda rossa della Mersey ha giocato per tredici anni mettendo in bacheca, tra le altre cose, sei campionati – otto compresi quelli da allenatore – e tre Coppe dei Campioni, segnando 169 gol in 502 gare. Anfield è completamente invaso dai tifosi dei Rovers, e sotto sotto i tifosi dei Reds vorrebbero che il campionato lo vincesse il Blackburn piuttosto che i rivali dello United.

Inizia la partita e dopo 11 minuti arrivano buone notizie da Londra: il West Ham è in vantaggio con una rete di Michael Hughes. Al minuto numero 20 Shearer segna l’1-0 e il Blackburn è sempre più vicino al titolo, ma il pareggio sia del Liverpool (Barnes) che dello United (McClair) rimette tutto in gioco. Il Manchester United rischia di passare più volte in vantaggio, ma il portiere del West Ham Miklosko è in un’autentica giornata di grazia. Il Blackburn tiene ma all’ultimo minuto subisce il 2-1 con una grande punizione di Harry Redknapp. Al Manchester basterebbe un gol per vincere il campionato, ma quel gol non arriverà mai, fischio finale e dopo più di ottant’anni il Blackburn è campione d’Inghilterra, il sogno mai totalmente nascosto di Jack Walker e di tutto il popolo rovers è finalmente realtà.




Al triplice fischio Kenny Dalglish corre ad abbracciare tutti i suoi calciatori, su quel campo che l’ha reso leggenda, soprattutto Alan Shearer e Chris Sutton, autori di una stagione ai limiti dell’inarrivabile. Chris segna 15 gol, Alan ben 34, nessuno – a parte Andy Cole nella stagione precedente – ne ha mai segnati così tanti in una singola stagione di Premier League. La favola durerà solo per quel 1995, perché Dalglish se ne andrà subito dopo il trionfo – insieme a Mark Atkins – e pian piano tutti quanti lasceranno Blackburn: Le Saux e Pearce nel 1997; Sutton, Ripley, Hendry e Sherwood nel 1998; Flowers, Ripley, Wilcox e Gallacher nel 1999 – anno in cui i Rovers retrocederanno clamorosamente in seconda divisione. Alan Shearer invece resterà solo un’altra stagione dopo il titolo, prima di trasferirsi al Newcastle – squadra della sua città – e diventare il miglior marcatore della storia del campionato inglese.

Il “presidente dei sogni” Jack Walker è stato alla guida del club fino al 2000, anno della sua morte – il club rimarrà in mano alla sua famiglia per altri dieci anni – ma per tutti i tifosi biancoblù vivrà in eterno, per il leggendario scudetto e l’altrettanto leggendario undici di quella magica stagione.

Ancor prima dell’incredibile Leicester di Ranieri, è stato il Blackburn Rovers nel 1995 la squadra che «made the impossible possible», che è la cosa che ci fa amare più di tutte il calcio inglese.

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