La Germania è una delle poche nazioni al mondo in grado di saper sfornare continuamente nuovi talenti in grado di poter segnare il panorama calcistico mondiale. Solo negli ultimi anni abbiamo visto sbocciare giocatori come Kai Havertz e Leroy Sané, ma fra questa abbondanza di talento ce n’è uno che più che poter essere paragonato ad un altro giocatore, recente o passato che sia, sembra essere più appropriato per un genere musicale, il jazz; capace di alternare raffinati fraseggi a ritmi forsennati e sincopati che fondendosi realizzano un prodotto finito che ruba l’orecchio per l’eleganza che esso emana. È il caso di Julian Brandt, che condivide lo stesso cognome con uno dei jazzisti europei più importanti della seconda metà del XX secolo, Helmut.
Julian Brandt nasce a Brema il 2 maggio 1996 e dopo aver mosso i primi passi in due piccoli club della sua città – il Borgfeld e l’Oberneuland –, fa il salto di qualità lontano da casa, concludendo le giovanili al Wolfsburg, allontanandosi per la prima volta dalla famiglia a cui è legatissimo e che riveste per un lui un ruolo fondamentale anche nella sua vita professionale, dato che il padre Jürgen è il suo procuratore.
Nel vivaio dei Wölfe la giovane ala sinistra si mette in mostra realizzando 21 reti e 25 assist in due stagioni con l’Under-19, conquistando nel 2013 il titolo di campione di Germania in coppia con un altro giocatore che farà strada, Maximilian Arnold, guadagnandosi il soprannome di ‘baby face jewel‘, per l’aspetto del suo viso che lo fa sembrare molto più giovane di quanto non sia in realtà.
Le prestazioni del giovane tedesco gli valgono la chiamata del Bayer Leverkusen, che lo acquista nel gennaio 2014 per 350.000 euro. Brandt riuscirà subito a ritagliarsi il suo spazio, nonostante nelle gerarchie partisse dietro a Heung-Min Son.
Il classe ’96, oltre ad una struttura fisica importante per un esterno – 185cm –, è dotato di un dribbling secco che, unito alla sua capacità di saper condurre la palla, lo rendono un esterno estremamente veloce e mortifero. Oltre a queste qualità, Brandt riesce a coniugare un’eccezionale visione di gioco e un ottimo senso per il gol.
Dopo le prime due stagioni con un ruolo da gregario, arriva la svolta nella carriera di Brandt, che coincide con la cessione di Son al Tottenham, che gli permette di diventare titolare in pianta stabile. Sotto la guida di Roger Schmidt e del suo 4-2-2-2 incentrato sul gegenpressing, Brandt si affermerà come uno dei migliori talenti della nazione, salendo poi alla ribalta dal 20 marzo al 30 aprile, quando realizzerà sei gol in sei match consecutivi, battendo il record di precocità per partite consecutive in cui è andato a segno, che fino a quel momento era detenuto da un totem del calcio tedesco come Gerd Müller.
Dopo la partenza di Schmidt e il breve interregno di Tayfun Korkut, sulla panchine delle aspirine viene chiamato Heiko Hellrich. In quella che doveva essere una stagione di transizione per il Leverkusen, Brandt divenne il perno fondamentale della squadra, disputando tutte le partite di campionato e riscoprendo il fiuto per il gol espresso nelle giovanili. Concluderà il campionato con 9 gol, eguagliando il suo massimo stagionale e riportando il Leverkusen in Europa.
Questa ottima stagione gli valse la chiamata di Löw per i Mondiali in Russia al posto di Leroy Sané. La scelta creò un vero e proprio caso, al punto che il commissario tecnico dovette giustificare pubblicamente la sua scelta. Il mondiale si rivelerò un fallimento per i tedeschi, che furono eliminati al primo turno in un girone non proibitivo con Messico, Svezia e Corea del Sud. Löw dimostrerà con i fatti quanto fosse forte la fiducia riposta in Brandt, inserendolo da subentrato in tutti e tre gli incontri disputati dalla Mannschaft, ma il talento di Brema non riuscì a incidere come avrebbe potuto nel corso del mondiale.
La stagione 2018/2019 per Brandt e per il Leverkusen si rivelò molto complicata per tutto il girone d’andata, chiuso con soli 24 punti e in profonda crisi di risultati e di gioco. Herrlich venne esonerato e al suo posto venne chiamato Peter Bosz. L’allenatore olandese si rivelerà fondamentale per Brandt, dato che sarà il primo a schierarlo in un ruolo inedito, dietro le punte, permettendogli di variare posizione e di ampliare il suo raggio di gioco. I benefici di questa nuova posizioni saranno fondamentali per Brandt, che disputerà un girone di ritorno ad altissimi livelli, risultando primo per passaggi chiave e terzo per assist realizzati in tutta la Bundesliga, in cui realizza quella che è probabilmente la sua miglior prestazione in carriera finora, nella vittoria per 1-5 contro il Mainz, in cui realizza 2 gol e 2 assist.
Questo salto di qualità è dovuto anche alla convivenza in campo con Kai Havertz. I due, oltre ad essere molto amici – in Germania la loro relazione è stata chiamata ‘Bravertz‘ –, hanno un’ottima chimica in campo, riuscendo continuamente a creare spazi l’un l’altro, risultando così una delle coppie più talentuose e prolifiche di tutta la Bundesliga – se Brandt ha chiuso la stagione come miglior assistman del campionato, Havertz con 17 gol si è piazzato terzo nella classifica cannonieri dietro solo Paco Alcácer e Robert Lewandowski –, una coppia esplosa e purtroppo finita in tempi troppo brevi, dato il passaggio di Brandt al Borussia Dortmund nell’estate 2019.
L’acquisto di Brandt rappresenta il fiore all’occhiello di una campagna acquisti che conterà anche Thorgan Hazard, Mats Hummels e Nico Schulz. La prima stagione in maglia giallonera di Brandt – fino al lockdown – è stata luci e ombre. Il dover competere per un posto con compagni del calibro di Thorgan Hazard, Marco Reus e Jadon Sancho non gli ha garantito la titolarità indiscussa di cui godeva a Leverkusen. Il suo tecnico, Lucien Favre, spesso lo ha schierato anche da mezzala, ruolo in cui Brandt ha dimostrato di poter stare grazie alla sua ottima visione di gioco, nonostante una media di 2.8 palloni persi a partita – sicuramente l’aspetto del suo gioco in cui deve migliorare di più.
Alla ripresa della Bundesliga, complici gli infortuni occorsi a Sancho e Reus, Brandt ha iniziato a giocare con più continuità, schierato dietro la punta, sulla trequarti, insieme ad Hazard, nel 3-4-2-1 di Favre. Il talento tedesco non lascia un punto di riferimento al suo marcatore, andando spesso a dialogare con i compagni sul lato destro del campo – opposto al suo –, e creando spazio per gli inserimento di Raphaël Guerreiro – che ha realizzato 3 gol nelle 6 partite dalla riapertura del campionato. L’esibizione migliore del suo stato di forma Brandt lo ha sfoggiato nel Derby della Ruhr, vinto per 4-0 contro lo Schalke 04, in cui piazzerà due assist, oltre all’hockey pass che metterà in condizione Hazard di servire l’assist per l’1-0 di Haaland.
Julian Brandt probabilmente si trova nel contesto più congeniale alle sue caratteristiche, occorrerà seguire gli sviluppi del mercato legati all’eventuale cessione di Sancho e alla conferma o meno di Favre per capire dove possa indirizzarsi la carriera del tedesco nel breve termine, ma la sensazione è che abbia tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori giocatori della sua generazione.
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- L’eleganza jazz di Julian Brandt: Granada, via Wikimedia Commons | CC BY-SA 4.0 International