Napoli girone Champions 2013

L’amarissimo girone del Napoli nella Champions League 2013/2014

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Stabilire un record ti fa entrare nella storia: significa superare i tuoi limiti e quelli degli altri, ridefinendo leggi che molti danno per scontato. Se poi si va oltre una determinata realtà sfociando in molte altre ben più grandi come la Champions League, il posto nella memoria degli appassionati è assicurato.

Non esistono solo primati positivi, è ovvio. Ma anche in questo caso, quando per esempio si parla di piccole squadre alla prima apparizione in Champions, non conta tanto il risultato di lì in poi, si è già soddisfatti per essere arrivati a competere a tali livelli.

Ma se ad avere un primato negativo fosse una grande squadra? Il Napoli, pur non vantando numerose apparizioni nella massima competizione europea – nella stagione 2023/2024 è arrivata solo la decima partecipazione alla CL in 97 anni di storia –, nelle ultime stagioni è riuscita a stabilirsi nei piani alti della Serie A, apparendo sempre più di frequente in Champions League – otto delle dieci partecipazioni sono arrivate nell’era ADL.

C’è stata un’edizione, la 2013/2014, in cui il Napoli è riuscito a stabilire un primato imbattibile: un record talmente irripetibile che ha dato sì vita ad uno dei gironi più combattuti di sempre, ma che ha provocato un dispiacere inimmaginabile nel cuore dei tifosi partenopei, che ancora oggi ne portano il doloroso ricordo.


Il girone: ‘F’ come ferreo

Le ambizioni del Napoli per la stagione 2013/2014 sono alle stelle. Dato l’addio a Walter Mazzarri, dopo tre meravigliose stagioni e mezzo, il presidente Aurelio De Laurentiis attua una vera e propria rivoluzione chiamando Rafa Benítez, profilo internazionale che attraverso un gioco ragionato e spumeggiante ha il compito di alzare l’asticella e portare tante soddisfazioni all’ombra del Vesuvio.

Con il tecnico spagnolo arrivano calciatori che hanno segnato un’epoca in maglia azzurra: Pepe Reina sostituisce Morgan De Sanctis, dal PSV arriva in sordina Dries Mertens, mentre dal Real Madrid approdano Raúl Albiol, José Maria Callejón e soprattutto Gonzalo Higuaín – arrivato dopo la cessione di Edinson Cavani al PSG per l’allora cifra record di 64,5 milioni di euro.

Il 29 agosto 2013, a Montecarlo, il sorteggio di Champions League è a dir poco sfortunato. Nel Girone F, i partenopei pescano l’Arsenal testa di serie – nonostante non avesse vinto la Premier League l’anno precedente, questo perché al tempo le fasce venivano decretate in base al ranking UEFA –, il Marsiglia in seconda fascia e il Borussia Dortmundfinalista della precedente edizione – in terza fascia. Per gli azzurri si tratta di tre sfide stimolanti, contro squadre mai affrontate nella propria storia.


Battesimo di fuoco

L’esordio del Napoli di Benítez in Champions League è da sogno. Allo Stadio San Paolo, contro il Borussia Dortmund, i campani giocano una partita ad altissima intensità, creando tante occasioni e mettendo in grande difficoltà i tedeschi.

Al 29’ Juan Camilo Zúñiga mette in mezzo un cross dalla sinistra per la testa di Higuaín che, eludendo la marcatura di Marcel Schmelzer, buca Weidenfeller e manda il San Paolo in visibilio – e al tempo stesso Jürgen Klopp iconicamente su tutte le furie, intento a prendersela con il quarto uomo per aver ritardato il rientro in campo di Neven Subotić, uscito dal rettangolo di gioco per farsi curare dai medici.

Le cose si mettono ancora meglio per i partenopei quando Roman Weidenfeller blocca fuori area, con le mani, un tiro molto pericoloso di Higuaín e viene espulso, lasciando i suoi compagni in dieci uomini per tutto il secondo tempo.

E il momento clou della serata arriva proprio nella ripresa: al 67’ il futuro capitano Lorenzo Insigne segna il 2-0 con una delle punizioni più belle della sua carriera, con il povero Mitchell Langerak – subentrato dopo l’espulsione del portiere – che nel tuffarsi sbatte violentemente contro il palo.

Il Napoli nel finale potrebbe anche dilagare, ma il terzo gol lo segna nella propria porta: a tre minuti dal termine Zúñiga, nel tentativo di fermare un cross per Aubameyang, supera involontariamente Reina e sigla il 2-1.

Niente da fare però per il Dortmund, il Napoli porta a casa i primi tre fondamentali punti del girone. Con l’Arsenal che contemporaneamente batte il Marsiglia 1-2 al Vélodrome, due settimane dopo la banda Benítez vola in Inghilterra per la prima trasferta continentale della stagione.

Un Napoli in versione camouflage viene però velocemente annientato dai Gunners di Wenger, che nel primo quarto d’ora di gara chiudono la pratica. Prima Mesut Özil va a segno dopo una grande incursione dalla destra di Aaron Ramsey, poi il talento tedesco approfitta del troppo spazio lasciato da Gökhan Inler per entrare in area e servire Olivier Giroud, che insacca il primo di sei centri contro il Napoli – la sua vittima preferita in Italia dopo Torino e Sampdoria.

Dopo le prime due giornate, l’Arsenal si trova in testa al girone con 6 punti, a seguire Dortmund – che nel frattempo ha strapazzato per 3-0 il Marsiglia – e Napoli a 3.


Esame di francese: superato!

La situazione nel gruppo F comincia a farsi strana già a partire dalla terza giornata: l’Arsenal a punteggio pieno ospita un Borussia Dortmund che non può permettersi di sbagliare, mentre il Napoli va al Vélodrome contro il finora deludente Marsiglia.

Al quarto d’ora di gioco, nel tentativo di uscire dal pressing palla al piede, Ramsey perde un possesso sanguinoso al limite dell’area, che porta al vantaggio giallonero firmato da Henrikh Mkhitaryan. Sul finire di primo tempo Bacary Sagna mette un bel traversone al centro, alla ricerca di Giroud, Subotić interviene in scivolata nel tentativo di anticipare il francese, ma nel frattempo Weidenfeller è uscito dai pali e viene preso controtempo: la palla gli scappa dalle mani e ad approfittarne è la punta dei Gunners, che a porta sguarnita pareggia i conti.

È una partita aperta, ma nel giorno del sessantaquattresimo compleanno di Arsène Wenger, Robert Lewandowski fa all’allenatore transalpino uno spiacevole regalo: a meno di dieci minuti dalla fine apre il piattone al volo sul bel cross di Kevin Grosskreutz per siglare il gol vittoria. Il Dortmund vince 2-1 a Londra.

Il Napoli comunque fa il suo dovere e vince 2-1 a Marsiglia. Il primo gol arriva allo scadere del primo, con Callejón che, dalla sinistra – zona insolita per lui –, sigla il vantaggio partenopeo; il secondo, nella ripresa vede invece la prima firma azzurra di Duván Zapata, subentrato dalla panchina al Pipita, con un destro a giro da fuori area dopo uno splendido assist di tacco di un ispiratissimo Dries Mertens. Il gran gol nel finale di André Ayew non basta ai francesi: vince il Napoli. Al giro di boa Borussia Dortmund, Arsenal e Napoli hanno tutte 6 punti.

La quarta giornata dei gironi di Champions è, come da tradizione, una specie di atto secondo della terza giornata, a campi invertiti: stavolta è l’Arsenal a fare del Westfalenstadion territorio di conquista, con Aaron Ramsey che si redime dopo l’errore di due settimane prima e decide l’incontro.

Napoli-Marsiglia è invece un’altalena di emozioni. In una notte di metà autunno, a “gelare” l’ambiente ci pensa ancora André Ayew, che dopo dieci minuti segna il suo terzo gol nella competizione. Benítez predica calma, e la gara degli azzurri si sblocca con due prodezze: al 22’ Inler sfrutta un pallone allontanato male dalla difesa dell’OM per siglare il gol del pareggio con un tiro spettacolare da fuori area; sempre lo svizzero, dopo appena due giri d’orologio, recupera il possesso e serve Callejón, che crossa al centro verso Goran Pandev, che vede Higuaín da solo e lo serve di testa, con il Pipita che fa esplodere ancora una volta il San Paolo.

Nel secondo tempo per i francesi entra Dimitri Payet e cambia l’incontro: il Napoli concede troppo, il talento transalpino al 64’ mette al centro e serve Florian Thauvin per il 2-2, complice anche la pessima marcatura di Pablo Armero. I partenopei sanno di essere superiori e spingono alla ricerca del gol vittoria, che arriva ad un quarto d’ora dalla fine: Federico Fernández da metà campo lancia Mertens, che lasciato solo dalla difesa ospite mette una palla perfetta per la doppietta di Higuaín.

Adesso sono 9 i punti per Arsenal e Napoli, che guidano il girone, 6 per il Borussia Dortmund. Gli azzurri viaggiano sulle ali dell’entusiasmo e fanno sognare i propri tifosi, inconsapevoli di essere attesi da centottanta minuti davvero amari.


Il dolore più grande

Due giornate dal termine, tutto ancora da decidere nel girone F. O quasi, perché l’unica cosa certa è il destino del Marsiglia, ancora a quota 0 punti e ormai aritmeticamente condannato all’ultimo posto.

Gli uomini di Élie Maup a Londra riescono a tenere la porta inviolata per appena 29,56 secondi, dato che Jack Wilshere segna il secondo gol più veloce della storia dell’Arsenal in Champions League. I Gunners provano ad aumentare il passivo, ma anche grazie all’errore dal dischetto di Özil, la seconda – e ultima – rete arriva solo al 66’, sempre grazie a Wilshere.

A Dortmund i padroni di casa cercano invece vendetta contro il Napoli, e la trovano. Un generosissimo rigore trasformato al 10’ da Marco Reus porta avanti i tedeschi. Il Napoli ci prova e prende un palo con Callejón, ma non basta. Nel secondo tempo i partenopei sono tutti votati all’attacco, andando però a nozze con le ripartenze letali della banda di Klopp: Jakub Błaszczykowski segna il 2-0 all’ora di gioco dopo aver fallito tante occasioni. Insigne sembra riaprire la gara al 71’, ma Aubameyang dopo appena sette minuti chiude i giochi: il Dortmund vince per 3-1.

Nonostante le tre vittorie su cinque gare, a novanta minuti dal termine della fase a gironi al Napoli serve un miracolo per passare il turno. Sono due gli scenari possibili per accedere agli ottavi: battere l’Arsenal al San Paolo e sperare che il Dortmund non vinca a Marsiglia, oppure vincere con i Gunners con almeno tre gol di scarto.

I ragazzi di Benítez si gettano da subito all’arrembaggio, ma l’Arsenal non lascia molti spazi. A complicare ulteriormente la situazione ci pensa Lewandowski, che dopo solo quattro minuti porta avanti il BVB nell’altra gara del girone.

Il Marsiglia però non ci sta, e al 14’ pareggia i conti con Souleymane Diawara, che approfitta della porta lasciata sguarnita da Weidenfeller. La notizia arriva ai tifosi partenopei che esultano, cercando di motivare la propria squadra. Il Napoli ha due buone occasioni con Pandev e Christian Maggio, ma non riesce a sfruttare lo slancio.

Alla mezz’ora di gioco, però, Payet lascia in dieci i suoi, complicando non poco la situazione. La squadra di Klopp comincia a spingere alla ricerca del gol qualificazione, ma per tutta la partita si trovano davanti un super Steve Mandanda, che tiene a galla i francesi.

Nel secondo tempo il Napoli ha un’occasione d’oro con Pablo Armero, che però spreca malamente l’opportunità di entrare per sempre nei ricordi dei tifosi azzurri. A sbloccare però l’incontro, dopo un altro paio di occasioni importanti, ci pensa il solito Higuaín, che dialoga a meraviglia con Callejón, stoppa il pallone, si gira e segna di prima intenzione con un mancino fulminante.

Il San Paolo è un’autentica bolgia, stava per avverarsi nel più leggendario dei modi una qualificazione praticamente impossibile. Nel calcio basta però un attimo, affinché un sogno si trasformi in un incubo.

A pochi secondi dal termine di Marsiglia-Borussia Dortmund, dopo un’ora di assedio giallonero e un palo di Reus, Grosskreutz calcia scivolando dal limite dell’area. Steve Mandanda, migliore in campo fino a quel momento, non trattiene e lascia passare in rete il pallone, consegnando al Dortmund la qualificazione.

Come il pareggio del Marsiglia un’ora prima, anche questa notizia arriva al San Paolo e ribalta gli animi: cala il silenzio tra i 42.000 presenti a Fuorigrotta, perché ora il Napoli avrebbe bisogno di due gol in due minuti più recupero per passare il girone.

A rendere il finale ancora più amaro ci pensa il gol del 2-0, tanto bello quanto inutile, di Callejón: il dolce pallonetto dello spagnolo si deposita in rete al 93:30, troppo tardi.

E così, per via della peggiore differenza reti, il Napoli diventa la squadra che non è riuscita a passare la fase a gironi con il punteggio più alto di sempre: 12 punti. Le lacrime di Higuaín a fine partita racchiudono tutta l’amarezza di un’impresa così vicina, ma così maledettamente lontana.

Il primo Napoli di Rafa Benítez finisce in Europa League, dove verrà eliminato agli ottavi di finale dal Porto di Jackson Martínez e Quaresma – poi a sua volta eliminato dal solito Siviglia. E le due qualificate agli ottavi di Champions?

Gli uomini di Wenger vengono eliminati proprio agli ottavi dai campioni in carica del Bayern Monaco, mentre i tedeschi, dopo aver battuto lo Zenit di Hulk, usciranno contro il Real Madrid di Carlo Ancelotti, che proprio in quell’edizione conquisterà la leggendaria Décima.

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