Coppa dei Campioni

Dalla Coppa dei Campioni alla Champions League

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La Champions League nasce ufficialmente nel 1992, o meglio: la Champions League sostituisce quella che dal 1955 a quell’anno fu la Coppa dei Campioni. Al di là della banale retorica nostalgica, quanto ha modificato la “storia” del calcio internazionale la riforma del 1992? Come sarebbe il palmarès delle squadre se questa formula non fosse mai cambiata? Quante volte hanno vinto delle squadre che, se ci fosse stata la “vecchia” Coppa dei Campioni, non avrebbero nemmeno dovuto partecipare? Proviamo a rispondere ad alcuni di questi interrogativi.



Dall’anno di nascita fino ai primissimi anni Novanta, la competizione europea dedicata ai club per eccellenza si svolse esclusivamente con dei doppi turni ad eliminazione diretta, ad eccezione della finale giocata in gara unica e ripetuta in caso di pareggio – fino a fine anni Settanta. Le squadre partecipanti erano unicamente le vincitrici dei vari campionati europei più i vincitori in carica del torneo – quest’ultima regola venne strategicamente proposta/inserita da Santiago Bernabéu quando il Real campione d’Europa in carica non riuscì a conquistare la Liga.

Questa formula durò ben più di trent’anni, solo nel 1991 venne introdotta la fase a gironi – non quella che conosciamo oggi, ma due gironi all’italiana per stabilire le due finaliste dopo gli ottavi di finale – e solamente nel 1997/1998 venne ammessa più di una squadra per nazione: inizialmente solo le prime due per ogni paese e, dopo varie modifiche, nel corso degli ultimi vent’anni si è giunti all’ormai noto Ranking UEFA, che stabilisce il numero di squadre qualificate per ogni singola nazione sulla base dei risultati internazionali pregressi.

Tra il 1992 e il 1997, pur essendoci stato il cambiamento del nome, continuarono a partecipare al torneo solo le squadre vincitrici del proprio campionato. Nel 1992/1993, la prima edizione della nuova Champions League ha visto trionfare l’Olympique Marsiglia, che l’anno precedente aveva vinto il titolo nazionale. Stessa sorte per il Milan che nel 1993/1994 alza la sua quinta Champions avendo vinto lo Scudetto l’anno precedente. E così anche per le quattro stagioni successive con i trionfi di Ajax, Juventus, Borussia Dortmund e Real Madrid.

Il primo successo di una squadra che non vinse il titolo nazionale coincide con la stagione 1998/1999: il Manchester United conquista la sua seconda Coppa dalle Grandi Orecchie a discapito del Bayern Monaco, nella famosa finale al cardiopalma del Camp Nou. L’anno precedente però era stato l’Arsenal a vincere il campionato inglese. Anche l’anno successivo vede una squadra, il Real Madrid, trionfare nell’atto conclusivo della Champions, mentre in Spagna la Liga 1998/1999 era stata vinta dal Barcellona.

Le stagioni 2000/2001 e 2001/2002 confermano i campioni nazionali: Bayern Monaco e Real Madrid conquistano l’ex Coppa dei Campioni avendo vinto il campionato l’anno prima. Il 2002/2003 fu l’anno della finale tutta italiana di Manchester, che vide il successo del Milan sulla Juventus – campione d’Italia in carica –, mentre nel 2003/2004 ci fu la sorpresa del Porto di José Mourinho, che l’anno prima vinse il titolo in Portogallo.

In queste prime 12 edizioni della Champions League ci fu dunque una sostanziale prevalenza di squadre campioni d’Europa che l’anno precedente avevano vinto il campionato. Nelle prime sette edizioni tra il 1997/1998 e il 2003/2004, in cui furono ammesse per la prima volta anche squadre non vincitrici del proprio campionato, sono tre le vittorie di squadre che hanno potuto iscriversi alla nuova Champions League.



Dalla stagione 2004/2005, però, ci fu un cambio di tendenza: a partire dalla rocambolesca vittoria del Liverpool a Istanbul contro il Milan fino alla finale tra il Manchester City di Pep Guardiola e l’Inter di Simone Inzaghi, in ben 12 occasioni su 18 hanno trionfato squadre che non avevano vinto il proprio campionato l’anno precedente – in totale sono 15 su 25.

La rivincita del Milan di Atene con la doppietta di Pippo Inzaghi, il primo Barcellona di Guardiola, il Chelsea di Di Matteo sono tutti esempi di squadre che in quegli anni non vinsero il campionato ma l’anno successivo conquistarono la Champions League.

Le sette eccezioni di questi anni sono delle autentiche corazzate: il Barcellona di Ronaldinho nel 2005/2006 e quello di Guardiola e Messi nel 2010/2011; il Manchester United di Cristiano Ronaldo nel 2007/2008; l’Inter del Triplete 2009/2010; il Real Madrid di Zidane nella stagione 2017/2018, al suo quarto successo in cinque anni; il Bayern Monaco capace di conquistare tutto il conquistabile tra il 2019 e il 2020; e appunto il Manchester City del Treble con Pep Guardiola.

Quindi, le squadre che hanno vinto il titolo europeo ma che non avrebbero nemmeno partecipato con la vecchia formula sono:


Alcune curiosità
  • Le tre squadre italiane – Milan, Inter e Juventus – che prima del 1992 hanno vinto la Coppa dei Campioni, hanno poi rivinto la Champions League. Così è successo anche a Real Madrid, Manchester United, Ajax, Bayern Monaco, Liverpool, Porto e Barcellona.
  • Le squadre che hanno vinto la Coppa dei Campioni ma non si sono ripetute in Champions League sono Benfica, Celtic, Feyenoord, Nottingham Forest, Aston Villa, Amburgo, Steaua Bucarest, PSV Eindhoven e Stella Rossa.
  • Quelle che invece, al contrario, hanno vinto la Champions dopo il 1992 senza mai aver vinto la Coppa dei Campioni in precedenza, sono Olympique Marsiglia, Borussia Dortmund, Chelsea e Manchester City.
  • Il Celtic, battendo l’Inter per 2-1 nella finale del 1966/1967, è stata la prima squadra a conquistare la Coppa nel modello che l’ha resa famosa, ossia con le celebri Grandi Orecchie.
  • Soltanto Milan, Real Madrid e Inter possono mettere in mostra sia la precedente che l’attuale versione del trofeo.


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